Da 13 anni nessun film americano veniva presentato in concorso alla Settimana della Critica di Venezia. Topside ha spezzato l’incantesimo, portando a Venezia l’odissea di una madre e una figlia attraverso una New York mai così caotica. Un film che unisce alla finzione lo stile “guerrilla” tipico del documentario. E racconta la metropoli dal punto di vista degli emarginati, delle persone che vivono letteralmente al di sotto di essa, nei tunnel abbandonati della metropolitana.
Il film è diretto da Logan George e Celine Held, che abbiamo incontrato virtualmente in occasione della presentazione del film a Venezia. Topside ha già vinto il Premio Speciale della Giuria allo scorso South by Southwest, e conta sulla performance straordinaria di un’attrice giovanissima, Zhaila Farmer, che promette un grande futuro. Accanto a lei troviamo, nel ruolo della madre, la stessa Celine Held, che ci spiega come scritturare qualcun altro sarebbe stato “un disservizio verso il film. Avere la regista nel ruolo ci sembrava importante”. Un film che vive di improvvisazione, ma anche di scelte stilistiche precise che danno notevole ritmo a una storia dura e spesso senza speranza. “Volevamo restare nella zona grigia della natura umana, evitare il bianco e nero”, ci spiega Logan George.
Scritto e diretto da Logan George e Celine Held, al loro debutto nel lungometraggio dopo una serie di corti, Topside è interpretato da Celine Held, Zhaila Farmer, Jared Abrahamson e il rapper Fatlip. A seguire la sinossi:
Sotto le strade di New York City, una bambina di cinque anni e sua madre vivono in una comunità che ha occupato i tunnel della metropolitana abbandonati. Quando la coppia è costretta a fuggire in superficie in una fredda notte d’inverno, madre e figlia vengono travolte da un difficile mondo di caos e tragedia, al cui confronto la loro incerta vita sottoterra sembra un idillio.