Andrà al regista newyorkese Abel Ferrara il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker della 77a Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre). Il premio, “dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo”, gli verrà consegnato il 5 settembre nella Sala Grande del Palazzo del Cinema alle 14, prima della proiezione fuori concorso di Sportin’ Life, il suo nuovo documentario autobiografico a cui partecipano Willem Dafoe, Cristina Chiriac, Anna Ferrara, Paul Hipp e Joe Delia.
Alberto Barbera, direttore della Mostra, ha dichiarato:
Tra i molti meriti di Abel Ferrara, apprezzato da tutti a dispetto della fama di regista tra i più controversi del cinema contemporaneo, è la sua indiscussa coerenza e fedeltà a un tragitto personale, ispirato ai principi del cinema indipendente anche quando il regista ebbe l’occasione di confrontarsi con produzioni più tradizionali e consolidate. Dai primi film a basso budget, direttamente influenzato dalla scena newyorkese popolata da immigrati, artisti, musicisti, poliziotti e tossicodipendenti, passando per i suoi capolavori universalmente riconosciuti – The King of New York (1990), Bad Lieutenant (1992), e Body Snatchers (1994) – sino agli ultimi lavori, progressivamente più introspettivi e autobiografici, Ferrara ha dato vita un universo personale ed esclusivo. Dai conflitti originali tra colpa ed innocenza, redenzione e religione, peccato e tradimento che prevalgono al lungo nel suo cinema, insieme con la rappresentazione della violenza urbana, notturna e degradata delle metropoli, Ferrara è approdato a riflessioni originali sulla fine del mondo e l’impossibilità di attribuire un senso alle relazioni fra gli individui e la collettività, che lo confermano tra i registi non riconciliati più interessanti del momento.
In Sportin’ Life, Abel Ferrara racconta la sua recente esperienza al Festival di Berlino, dove ha presentato Siberia, e l’arrivo della pandemia che lo ha costretto, come tanti, in quarantena. Ecco la sinossi:
Lo sguardo profondo ed esuberante di Abel Ferrara sulla propria vita, il suo mondo riflesso attraverso la sua arte: la musica, il cinema, i suoi collaboratori, le ispirazioni… la sua compagna Cristina Chiriac e la loro figlia Anna, la loro vita nella città eterna, Roma… quando il coronavirus arriva e paralizza il mondo.
Fonte: La Biennale