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È ironico e allo stesso tempo appropriato che sia stato Anthony C. Ferrante, regista della saga di Sharknado, a moderare il panel di Deep Blue Sea 3, terzo capitolo della serie sugli squali assassini iniziata nel 1999 da Renny Harlin con Blu profondo. Il nuovo film, che arriverà in home video in USA il 28 luglio da Warner Bros., è diretto da John Pogue (sceneggiatore di U.S. Marshals e The Skulls) e scritto da Dirk Blackman (Outlander – L’ultimo vichingo). Entrambi presenti al panel del Comic-Con insieme al cast: Tania Raymonde, Nathaniel Buzolic, Emerson Brooks, Reina Aoi e Bren Foster. Durante il panel sono state mostrate alcune clip del film, che potete trovare ai minuti 6:23, 12:50, 27:32, 40:09 e 47:50. Ecco il video.
– Dirk Blackman spiega che l’idea era “non fare un altro film su un laboratorio subacqueo”. Blackman ha così fatto una ricerca e scoperto un villaggio di pescatori in Colombia che lo ha ispirato a creare l’analogo villaggio del Mozambico in cui è ambientato Deep Blue Sea 3. Un villaggio che si sta inabissando a causa del global warming. Questo è il tema portante del film, che racconta di un gruppo di squali toro che cambiano le loro abitudini – iniziano a cacciare in branco – per adattarsi ai cambiamenti climatici.
– Blackman ha inoltre rivelato una delle idee scartate per il film: un gruppo di pirati assalta una petroliera per cercare una cassa di armi nascosta a bordo. La petroliera si inabissa, e la protagonista deve combattere i pirati e gli squali mentre in superficie impazza una tempesta. Una sorta di via di mezzo tra Pirati dei Caraibi e Captain Phillips.
– Pogue ha promesso che il film seguirà l’impronta di Blu profondo, utilizzando lo humour per stemperare i momenti più pesanti.
– Il regista e il cast spiegano come si sono svolte le riprese. Il set era in buona parte fisico con aggiunte digitali. Gli attori stavano tutto il tempo dentro una vasca con indosso l’apparecchiatura per le immersioni. Ad aiutarli, un gruppo di sommozzatori sudafricani (il film è stato girato in Sudafrica), con cui il cast ha sviluppato un metodo di comunicazione gestuale. Inoltre, buona parte degli stunt è stata eseguita dagli attori stessi. Emerson Brooks ammette che “nessuno di noi sapeva fare immersioni fino a cinque giorni prima delle riprese”.
– Gli squali sono in buona parte CGI e in piccola parte effetti pratici. C’è un momento surreale, nella conversazione, in cui Nathaniel Buzolic, raccontando quanto gli effetti visivi lo abbiano colpito, dice ad Anthony Ferrante: “Tutti abbiamo visto della brutta CGI nella nostra vita”. Speriamo che il regista di Sharknado non ci sia rimasto male!
– Il punto focale del film, secondo il regista John Pogue, è “come si combatte una battaglia persa in partenza”. È questo l’arco della protagonista Emma (Tania Raymonde), che ovviamente si collega sempre al tema portante del riscaldamento globale.