Con Marvel’s 616, Disney+ intende creare una serie di documentari in cui le voci dei singoli registi siano importanti quanto le storie raccontate. La prima docuserie Marvel della piattaforma nasce con l’intento di raccontare gli 80 anni della Casa delle Idee, andando a esplorare alcuni aspetti peculiari della sua storia.
Il panel di Marvel’s 616 organizzato dal Comic-Con@Home ha visto la partecipazione dei registi Gillian Jacobs (star di Community) e Paul Scheer, nonché i produttori esecutivi Sarah Amos e Jason Sterman. Diamo uno sguardo al panel e poi esamineremo alcuni highlights della conversazione.
– Gillian Jacobs ha diretto l’episodio Higher, Further, Faster, dedicato alle donne che hanno fatto la storia della Marvel, a partire da sceneggiatrici come Louise Simonson e Ann Nocenti. Nella clip del suo episodio (che potete vedere qui), si racconta la storia di Ms. Marvel, prima supereroina musulmana della casa editrice, e ne vengono intervistate le creatrici, Sana Amanat e G. Willow Wilson. Jacobs ha ammesso che non aveva mai letto prima un fumetto: “Sono finita a fare una puntata sulla storia dei fumetti in generale, non solo Marvel”. E ha potuto girare negli uffici Marvel, “tra i pochi registi ad aver avuto questo onore”.
– L’episodio di Paul Scheer è invece intitolato Lost and Found (anche di quello potete vedere una clip al link qui sopra). Scheer ha anche scritto diversi fumetti Marvel, ma la sua passione sono i personaggi minori, quelli più bizzarri e spesso dimenticati, che lui definisce “lo zio strano alle riunioni di famiglia”. Personaggi come la mucca vampiro Hellcow, Asbestos Lady, ma anche Pantera Nera, che, prima di essere rilanciato dallo sceneggiatore Reginald Hudlin, era considerato di serie B.
– Il produttore esecutivo Sarah Amos ha detto che agli episodi della serie è stata applicata la stessa politica dei fumetti e dei film Marvel. “Il formato antologico ci ha permesso di rispettare ogni storia e storyteller. Ogni episodio vi condurrà su una strada diversa”. “A volte si ride, a volte piangerete”. Jason Sterman ribadisce: “Ogni episodio è come un singolo film. Ogni volta c’è un diverso filmmaker con la sua particolare voce, che esplora cose che gli stavano a cuore. Abbiamo scelto di non imporre un modello di racconto”.
– La serie sarà composta da 8 episodi.