A gennaio si è parlato ancora una volta di un quinto capitolo della saga di Arma letale. Era stato il produttore Dan Lin a rivelare che il film era in preparazione, con la partecipazione di Mel Gibson, Danny Glover e del regista Richard Donner. Ora, nel corso di un’intervista sul tema di Black Lives Matter, Variety ha strappato a Danny Glover qualche dichiarazione.
Innanzitutto, chiede conferma della verità della voce girata mesi fa:
Se ne è parlato a gennaio. Non voglio rivelare il plot della sceneggiatura che ho letto, ma ho trovato che avesse una forte rilevanza con alcune delle cose che stanno accadendo oggi. Questo lo posso dire. Ma era gennaio. La storia cambia così rapidamente… Ma sì, se ne è parlato. Abbiamo una sorta di piano.
A questo punto, l’intervistatore, Nick Vivarelli, gli chiede se sarebbe effettivamente interessato a farlo, e se gli sia piaciuta la sceneggiatura:
Sì, mi è piaciuta. Posso solo dire che se lo faremo, potrebbe uscirne qualcosa di straordinario. Se Arma letale ci desse un qualche genere di contributo per capire un po’ di più [quello che sta succedendo], allora sarebbe interessante farlo. Sarebbe interessante vedere come potremmo affrontare il progetto nella struttura politica ed economica in cui ci troviamo. Specialmente mettendo a confronto questa struttura con le comunità che sono state colpite dalla violenza della polizia, gli standard della polizia e il potere che esercitano.
Quello che Danny Glover suggerisce, insomma, è che lo script andrebbe in parte rivisto per modellarlo secondo gli ultimi sviluppi politici in America, sia per trattare gli Stati Uniti di Donald Trump, sia per discutere di razzismo e brutalità della polizia.
Resta da vedere se un progetto del genere potrà mai davvero decollare. Di recente, nuove affermazioni controverse di Mel Gibson sono emerse (per bocca di Winona Ryder) e potrebbero rimettere in difficoltà la carriera dell’attore e regista. La fama di Gibson oltretutto è incompatibile con l’atmosfera da giustizia sociale che pervade gli USA in questo momento. E piazzare una star giudicata razzista e misogina in un film che dovrebbe trattare di razzismo sistemico… forse potrebbe essere giudicato troppo controverso. Staremo a vedere.