La lunga faida tra Universal Filmed Entertainment Group (UFEG) e AMC Entertainment Holdings, Inc. si è conclusa.
I dissapori erano nati questa primavera quando Universal aveva distribuito Trolls World Tour direttamente in PVOD scavalcando i cinema chiusi.
Quando la compagnia ha poi annunciato che avrebbe considerato di far uscire simultaneamente i suoi titoli nelle sale e sulle piattaforme, il CEO di AMC, Adam Aron, aveva giurato che la sua compagnia avrebbe bandito i film della Universal.
Nel comunicato stampa le due compagnie affermano di condividere l’impegno per un partenariato a lungo termine reciprocamente vantaggioso focalizzato sul servizio ai consumatori in tutto il mondo, preservando e migliorando l’esperienza cinematografica.
Le due compagnie hanno siglato un accordo pluriennale che prevede, per ALMENO tre fine settimana (17 giorni), la distribuzione esclusiva nelle sale AMC negli Stati Uniti delle pellicole della Universal Pictures e di Focus Features.
Da decenni si parla di un accorciamento della finestra, che precedentemente oscillava tra i 75 e i 90 giorni, per questo si parla di un accordo STORICO.
Nei primi 17 giorni, viene solitamente generata la maggior parte dell’incasso di un film al box office. Concluso questo lasso di tempo, lo studio potrà rendere disponibili i suoi titoli sulle piattaforme PVOD (video on demand) premium, anche tramite la piattaforma AMC Theatres On Demand.
Non è stato rivelato il costo dei film in PVOD, probabilmente sarà qualcosa di simile a Trolls, ovvero $19.99 per un noleggio di 48 ore. Secondo le fonti di THR AMC potrebbe ricevere il 10% per ogni noleggio.
Paramount, Sony e Lionsgate potrebbero seguire a ruota la Universal. Nel caso della Disney invece, è vero che lo studio predilige l’uscita nelle sale, ma la pandemia ha portato la compagnia a fare delle scelte oculate per la distribuzione tra PVOD e Disney+. A questo punto ci si chiede come potrebbe reagire la Warner, che sta valutando delle strategie simili a Disney, grazie al lancio di HBO Max.
AMC è la più grande catena cinematografica sia negli USA che nel mondo, ci si chiede se altri esercenti seguiranno il suo esempio. Regal, Cinemark e Cineworld potrebbero spingere per delle condizioni migliori, come un’esclusiva più lunga, ma l’accordo con Universal diventerà quasi certamente la base per tutti gli altri.
Ma cosa significa per il box office? Se gli spettatori decideranno di saltare la sala per pagare un prezzo maggiore per il noleggio, come verrà impattato il botteghino? E quanto tutto questo influenzerà a questo punto la strategia distributiva?
Per l’analista Michael Nathanson la frequenza al cinema verrà cannibalizzata, tenendo conto che nel 2019, l’80/90% del box office totale è stato generato nelle prime quattro settimane in categorie chiave.
Se 17 giorni diventerà uno standard per tutti gli studio, potremmo assistere ad una canabalizzazione della frequenza nelle sale, ancora più alta.
Una frequentazione più bassa delle sale impatterà negativamente sia i margini che i consumi per cibo e bibite. Un impatto negativo è atteso anche per la vendita elettronica (EST) e i video on demand (VOD).
Nelle prossime settimane, le due società inizieranno anche le discussioni sugli accordi di distribuzione internazionale nei paesi europei e nel Medio Oriente serviti da AMC.
Dato che Universal detiene i diritti di distribuzione internazionali di No Time to Die, ci si chiede se l’accordo AMC-Universal impatterà in qualche modo il film, nei territori internazionali dove opera AMC.
L’anno scorso AMC si era rifiutata di proiettare i film di Netflix perché la finestra era troppo corta, possiamo aspettarci un dietrofront per le sue prossime pellicole e quelle delle altre piattaforme? Per questo autunno sono previsti Hillbilly Elegy di Ron Howard e Mank di David Fincher, i cinema a questo punto non potranno far altro che proiettare questi titoli, vista la scarsità dell’offerta?
AMC sta rischiando il fallimento, ha raggiunto un accordo con i creditori per migliorare la sua liquidità, ma se la situazione in America non comincerà a migliorare, il debito potrebbe diventare un ostacolo troppo grosso.
Indipendentemente dal destino che attende AMC, difficilmente si tornerà indietro dopo questo accordo.
E i piccoli cinema? Potrebbero ricevere anche loro i benefici del PVOD, magari con un accordo simile a quello stretto in Italia per Mio Cinema? Oppure saranno costretti a chiudere?
Per Nathanson ci si aspetta a una diminuzione delle sale, e a una maggior protezione delle multisala.
Potrebbero le uscite in PVOD portare a degli investimenti meno rischiosi e al via libera di un maggior numero di film indipendenti e a medio-budget?
Gli studio potrebbero far uscire con meno rischi i loro film quest’anno, invece di slittarli al 2021?
Al momento è difficile rispondere a queste domande, non ci resta che attendere e vedere come gli altri studio ed esercenti, decideranno di procedere.