Negli ultimi giorni si è sollevato un vero e proprio polverone nei confronti di 365 giorni, pellicola diretta da Barbara Białowąs e Tomasz Mandes e ispirata al primo romanzo della trilogia letteraria scritta da Blanka Lipińska, da poco disponibile su Netflix.
Il film ha recentemente raggiunto l’attenzione dei media perché rappresenta il cosiddetto “So Bad, It’s Good“ ma è anche vero che la sua storia è decisamente controversa.
In poche parole 365 giorni parla di un uomo potente che si “innamora” di una donna e decide di rapirla, costringendola a stare con lui un anno (365 giorni, appunto).
Nei confronti di questa pellicola si è scagliata la cantante Duffy – che ha vissuto in prima persona l’orrore di essere stata rapita e violentata – e lo ha fatto scrivendo una lettera aperta all’amministratore delegato di Netflix Reed Hastings.
Non riesco proprio ad immaginare come Netflix non sia stata in grado di rendersi conto di quanto questo film sia insensibile e pericoloso.
La risposta di Netflix è arrivata, attraverso un portavoce. Prima di tutto la piattaforma ha precisato di non essere stata coinvolta nella produzione e nella realizzazione del film, che in molti paesi è arrivato nelle sale ed è ora presente nel catalogo su licenza.
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