Lilly Wachowski spiega la sua decisione di lasciare Hollywood

Lilly Wachowski spiega la sua decisione di lasciare Hollywood

Di Lorenzo Pedrazzi

Chi ha seguito le vicende di Sense8 e Matrix 4 probabilmente ha notato che Lilly Wachowski non lavora più con la sorella Lana. La regista ha infatti deciso di allontanarsi da Hollywood per concentrarsi sulla sua felicità personale, ma anche perché disgustata dalle attuali politiche dei grandi studios.

Lilly Wachowski ne ha parlato con The Hollywood Reporter, spiegando come le pressanti esigenze produttive dei sequel di Matrix, Cloud Atlas e Sense8 le abbiano fatto perdere interesse per il processo creativo:

Sono entrata [nell’industria cinematografica] quando i film erano al loro apice, prima che i consigli d’amministrazione e i responsabili di marketing trovassero un modo per metterli in discussione. Alla fine, tutte quelle persone e quelle istituzioni si sono riversate nella stanza con te, e soprattutto dietro la macchina da scrivere, dietro la macchina da presa e dietro Avid. Ha creato un po’ di tensione per me personalmente. Sono giunta al punto di rottura e me ne sono dovuta andare.

La cineasta, insomma, lamenta la forte influenza del marketing e dei profitti sulle produzioni cinematografiche, dalla scrittura fino al montaggio. Wachowski ha quindi deciso di focalizzarsi sulla sua costruzione individuale: ha studiato alla School of the Art Institute of Chicago, ha sperimentato con la stand-up comedy, e ha cominciato la sua transizione di genere, annunciata pubblicamente nel 2016 dopo che il Daily Mail e altri giornali avevano minacciato di pubblicare la notizia senza il suo consenso. La sua insofferenza nei confronti delle corporation, però, risale al primo Matrix: un film “nato da molta rabbia e molta furia” contro “il capitalismo, le strutture corporative e le forme di oppressione”.

La rabbia in ebollizione dentro di me riguardava la mia stessa oppressione, il fatto che obbligassi me stessa a non dichiararmi.

Di conseguenza, lavorare alla serie Work in Progress è stata una sorta di liberazione per lei, poiché la regista vuole raccontare un numero sempre maggiore di storie con personaggi LGBTQ+.

Sto portando un maggior numero di persone queer e trans sullo schermo per mostrare ciò di cui siamo capaci, e che artisti magnifici siamo. È una cosa difficile cui rinunciare.

Certe tematiche erano già presenti nella saga di Matrix come sottotesto, ma Lilly Wachowski è felice di poterle trattare apertamente nella serie, senza bisogno di nasconderle dietro una metafora.

Ho sempre fatto cose che volevo vedere, ma ora eccomi qui, una donna trans dichiarata e orgogliosa, e non c’è spazio per i fraintendimenti su ciò di cui parla il nostro show. Questa parte è davvero soddisfacente per me. Posso semplicemente giocare nel regno dei queer.

Work in Progress è stata già rinnovata da Showtime per la seconda stagione.

Fonte: ComingSoon.net

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