Nel corso della sua carriera, la cantante Grace Davis è riuscita a portare il suo talento e la sua ambizione alle stelle. Questo grazie anche all’indispensabile aiuto di Maggie, la sua assistente personale che non ha mai rinunciato al suo sogno di bambina: diventare una produttrice musicale.
Quando il manager di Grace (Ice Cube) le presenta un’opportunità che potrebbe dare una svolta alla sua carriera, lei e Maggie escogitano un piano che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.
La storia de L’Assistente della Star (titolo originale The High Note) inizia nel lontano – ma non troppo – 2018, con una sceneggiatura scritta dall’esordiente Flora Greeson, intitolata Covers e finita nella Black List.
Per chi non lo sapesse, la cosiddetta Black List è una lista che ogni anno viene resa pubblica e raccoglie le migliori sceneggiature che, per un motivo o per l’altro non sono riuscite a diventare un film.
Alcune di loro non raggiungono mai quel traguardo, altre ci riescono ed è questo il caso, appunto, de L’Assistente della Star, che durante il suo percorso ha però cambiato titolo.
Dietro la macchina da presa troviamo Nisha Ganatra, già regista dell’ottimo E poi c’è Katherine, arrivato nelle nostre sale appena un anno fa. Il cast è invece guidato da Dakota Johnson e Tracee Ellis Ross, alle prese con dei ruoli che, come si suol dire, calzano a pennello.
La trama, per certi versi, si può accostare a quella di E poi c’è Katherine.
Ci sono infatti alcune tematiche comuni: anche in questo caso abbiamo una giovane ragazza (la Johnson) pronta a dimostrare il suo valore, alle prese con un “boss” (la Ross), che sembra aver raggiunto ormai l’apice della sua carriera e ha bisogno di un cambiamento.
Il tutto trasportato in un ambiente che affronta un altro lato del mondo dello spettacolo. Niente televisione, insomma, a farla da padrone in questo caso c’è il mondo della musica e tutte le sue dinamiche.
Da questo punto di vista il film riesce a fare il suo dovere, ci offre una storia che parla di sogni, speranza, amore, senza però andare oltre, senza scavare fino in fondo e limitandosi a toccare in punta di piedi lo show business e la sua superficie patinata.
Non è un male, sia chiaro, ma non si può fare a meno di notare che alcune tematiche semplicemente accennate – come ad esempio il ruolo della donna nel mondo della musica – sarebbero state in grado di donare al film un ulteriore spessore se affrontate in maniera più approfondita.
Ma L’Assistente della Star non sembra voler puntare a questo. Il suo obiettivo è offrirci una storia all’insegna dei buoni sentimenti, prevedibile e al tempo stesso piacevole, dove tutto procede per il verso giusto in vista di un più che gradito (soprattutto visti i tempi in cui viviamo) lieto fine.
Si tratta di una pellicola perfetta per l’estate, come lo sono tutte quelle hit che, pur non durando per sempre, sono in grado di regalarci momenti di spensieratezza e svago.