Woody Allen ha toccato ancora una volta l’argomento delle accuse di molestie contro la figlia adottiva Dylan Farrow in una nuova intervista rilasciata a The Guardian. Il regista ha prima di tutto attaccato gli attori che hanno scelto di rinunciare ai soldi guadagnati girando i suoi film e lo hanno pubblicamente rinnegato. Allen ha detto di aver trovato la cosa “stupida”:
Gli attori non hanno idea dei fatti e si attaccano a una posizione egocentrica e sicura. Chi mai non è contrario alla violenza sui bambini? È così che sono fatti gli attori e le attrici, e [attaccarmi] è diventata una cosa di moda, come mangiare le verze.
Allen in passato aveva già commentato la presa di posizione di Timothée Chalamet, protagonista di Un giorno di pioggia a New York, sostenendo che lo aveva accusato per avere una chance agli Oscar.
Il regista poi affronta la questione dell’onta che ormai si porta dietro:
Do per scontato che per il resto della mia vita molta gente penserà che sono stato un molestatore. Tutto quello che dico suona egocentrico e difensivo, perciò è meglio che me ne stia per i fatti miei e lavori.
In effetti Woody Allen ha continuato a lavorare nonostante in America sia persona non grata. Il suo ultimo film, Rifkin’s Festival, con Christoph Waltz, Gina Gershon e Louis Garrel, lo ha girato in Spagna. Nel precedente, Un giorno di pioggia a New York, ha inserito un flirt tra un regista di mezza età (Liev Schreiber) e una giovane studentessa (Elle Fanning). Allen ha detto però che rifiuta di lasciare che quello che la gente pensa di lui influenzi i suoi film. E che pensava che il pubblico avrebbe capito subito l’inconsistenza delle accuse. Lui stesso afferma di non averle “mai prese seriamente”. “Voglio dire, è come essere accusati di aver ucciso sei persone con un mitra”.
La cosa che gli brucia di più? Non aver potuto vedere crescere i figli:
Non parlo con i ragazzi da oltre 25 anni e sono stati cresciuti nella convinzione che io sia una persona orribile. Questo certamente mi faceva rabbia. Ma, professionalmente, non ho sofferto per niente. Le cose stanno così e tutto quello che posso fare è tenere la testa bassa e sperare che a un certo punto la gente capisca la verità. Ma se così non sarà, amen. Ci sono tante ingiustizie al mondo ben peggiori di questa. Tocca conviverci.