Lo scorso fine settimana sul Guardian è stato pubblicato l’articolo ‘The real Lord of the Flies: what happened when six boys were shipwrecked for 15 months‘. Si tratta di un estratto di Humankind il nuovo libro dello storico Rutger Bregman, da oggi disponibile in UK.
Battezzata la storia del ‘Vero signore delle mosche’, racconta come nel 1965 sei amici e alunni di un severo collegio cattolico di Nuku’alofa si sono ritrovati a vivere per 15 mesi su un’isola deserta.
Letto più di 7 milioni di volte, l’articolo è stato condiviso da Russell Crowe, il senatore americano Ted Cruz e l’ex-primo ministro australiano Malcolm Turnbull.
Getting bombarbed with emails from producers and directors inquiring about the film rights of this story. I’m so glad the ‘boys’ from The Real Lord of the Flies are finally, after 50 years, getting the attention they deserve. https://t.co/qYdnXmQMMM pic.twitter.com/pmDGGrUeOn
— Rutger Bregman (@rcbregman) May 9, 2020
Produttori televisivi e cinematografici importanti, americani, britannici e non solo ma anche degli studio, stanno cercando di accaparrarsi i diritti di questa storia.
C’è chi si sta informando sui diritti della storia, e chi sui diritti delle vite delle persone coinvolte.
Sione, Stephen, Kolo, David, Luke e Mano avevano una cosa in comune: erano annoiati a morte. Quindi hanno escogitato un piano per fuggire alle Figi, a circa 500 miglia di distanza, o addirittura fino alla Nuova Zelanda. Nessuno di loro possedeva una barca quindi decisero di “prenderne in prestito” una dal signor Taniela Uhila, un pescatore che odiavano. Dopo aver fatto i preparativi, una notte hanno preso la barca senza portarsi dietro una mappa, o una bussola.
Alcune ore dopo essersi addormentati, si sono svegliati nel buio nel bel mezzo di una tempesta. Sono stati per otto giorni alla deriva senza cibo e senza acqua, prima di avvistare l’isola di Ata. Qui hanno creato un piccolo orto, hanno raccolto l’acqua piovana in tronchi d’albero scavati, una palestra con pesi, un campo da badminton, un pollaio e un fuoco permanente.
Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro di squadra. A gruppi di due hanno seguito un rigido piano per il giardino, la cucina e il servizio di guardia. E quando litigavano, risolvevano la situazione imponendo un timeout.
L’11 settembre 1966 furono salvati dal capitano Peter Warner. Ma una volta arrivati a Nuku‘alofa i ragazzi furono arrestati dalla polizia e gettati in prigione. Il proprietario dell’imbarcazione Taniela Uhila aveva deciso di sporgere denuncia. Peter risolse la situazione vendendo i diritti a Channel 7 a Sydney, pagò poi Uhila £150 per la sua vecchia barca e i ragazzi furono rilasciati, ma a una condizione, che avrebbero collaborato per la realizzazione di un film.
Re Taufa‘ahau Tupou IV concesse a Peter la possibilità di pescare e commerciare aragoste in quelle acque. Si fece costruire una nuova nave e assunse i ragazzi come suo equipaggio, dandogli così l’opportunità di vedere il mondo.
Si mormora che abbia più senso la realizzazione di questa storia con una produzione internazionale, sulla scia del film Lion che racconta la vera storia di Saroo Brierley.
Anche Taika Waititi (Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok) si è unito alla discussione su chi dovrebbe, e come, raccontare questa storia:
“Adoro questa storia. Personalmente, penso che dovresti dare la priorità ai registi polinesiani (se possibile! Tongan!) per evitare l’appropriazione culturale, la falsa rappresentazione e mantenere l’autentica voce di Pasifika. Probabilmente non sono disponibile lol 😭😔 #Pasifika #Lenostrestorie”.
Love this story. Personally, I think you should prioritize Polynesian (Tongan if possible!) filmmakers as to avoid cultural appropriation, misrepresentation, and to keep the Pasifika voice authentic. I’m probably not available lol 😭😔 #Pasifika #OurStories https://t.co/8WHjHCO6wg
— Taika Waititi (@TaikaWaititi) May 10, 2020