I set italiani potrebbero riaprire i battenti a giugno. Lo riporta Variety, che ha sentito Francesca Cima, fondatrice di Indigo Film e presidente della divisione produttori ANICA. Come spiega Cima: “L’attività di produzione in generale può effettivamente ripartire, ma ci sono molti aspetti da considerare, inclusa la preparazione e la riapertura degli uffici”.
In pratica, il governo e i sindacati dovranno prima trovare un accordo sulle misure di sicurezza, rese indispensabili particolarmente in un settore in cui la distanza di sicurezza non potrà essere rispettata. “Quasi ogni set avrà un protocollo diverso”, spiega la produttrice. Sottolineando come le misure richieste da un costoso dramma in costume saranno comunque diverse da quelle di un dramma girato in una cucina.
In ogni caso, giugno sembra una data plausibile per ricominciare. Sono diversi i progetti rimasti in sospeso, sia sul fronte cinematografico che su quello televisivo. Ad esempio c’è la terza stagione di Suburra, la cui lavorazione era vicina alla conclusione al momento del lockdown per il coronavirus, quando Netflix ha fermato tutte le sue produzioni. L’importante sarà cercare di rimettere in moto la macchina al più presto, prima che qualcun altro riempia il vuoto nell’offerta di contenuti. Come ad esempio la Repubblica Ceca, che ha da poco dato il via libera alle produzioni. Spiega Cima:
C’è una forte domanda di contenuti e i primi paesi a ricominciare ne raccoglieranno i benefici. Se non lo faremo noi, lo faranno altri. Non possiamo permetterci di restare ai blocchi di partenza quando altri paesi ripartiranno. Sarebbe un tragico errore.
Viene da chiedersi se questa non sia anche una frecciatina a Paramount, che sembrerebbe intenzionata a cancellare le riprese italiane di Mission: Impossible 7 come precauzione contro il coronavirus. Una ripartenza a giugno potrebbe certamente far piacere allo studio e convincerlo a rivedere i piani.
Resta da capire, come si chiede il regista de Il primo re Matteo Rovere, “Cosa potremo girare?”. Tutto dipenderà dai protocolli di sicurezza che verranno decisi. E di quelli ancora non si sa niente.