Steven Soderbergh è legato a doppio filo con la pandemia di coronavirus. Oltre ad aver diretto Contagion, sguardo realistico a un’emergenza di questo genere, è stato messo di recente a capo di una task force della Directors Guild of America incaricata di trovare modi sicuri per riaprire i set hollywoodiani. Per questo, la sua opinione sull’evolversi della pandemia e della sua gestione è interessante.
Parlando con il Los Angeles Times, il regista ha confrontato gli eventi di Contagion con quelli reali, sostenendo che il suo lavoro su Contagion con lo sceneggiatore Scott Z. Burns lo ha in un certo senso preparato a questi scenari. Ecco che cosa ha detto:
È stato affascinante osservare gli aspetti di questa narrazione a cui non avevamo pensato. Il comportamento sociologico, come le persone si sono comportate come individui, come stati, come paesi. È stato davvero affascinante.
C’è stato però qualcosa che lo ha davvero sorpreso: la stupidità umana. In particolare, abbiamo visto manifestazioni armate contro l’uso delle mascherine negli Stati Uniti, teorie di complotto diffuse in tutto il mondo e un generale senso di rifiuto nel credere alla realtà della pandemia. Soderbergh commenta:
Molti comportamenti umani affascinanti non li avevamo assolutamente previsti quando abbiamo fatto il film. Ci ricordano di quanto profondamente irrazionali siamo. Quando veniamo messi all’angolo dalla paura, diventiamo profondamente irrazionali. È una cosa folle da osservare.