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Il Festival di Venezia e il Coronavirus: i possibili scenari

Pubblicato il 06 aprile 2020 di Marlen Vazzoler

Procede in questi giorni la preparazione per la 77ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, prevista dal 2-12 settembre.

La scorsa settimana la Biennale di Venezia ha annunciato la 9a edizione (2020-2021) di Biennale College – Cinema, il laboratorio di alta formazione rivolto a cineasti emergenti per lo sviluppo e la realizzazione di lungometraggi a microbudget.

Il bando Biennale College Cinema – International, invece, apparirà successivamente al bando italiano a partire dall’8 maggio 2020 (fino al 1° luglio 2020).

L’annuncio dei progetti selezionati per l’attività formativa di ottobre si terrà durante la 77. Mostra di Venezia 2020 diretta da Alberto Barbera.

I filmaker sono stati invitati a presentare i progetti per il workshop di Final Cut in Venice che dal 2013 sostiene la postproduzione di film provenienti dai Paesi africani e da Giordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria, nell’ambito del Venice Production Bridge della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Tre scenari

In questi mesi il SXSW è stato cancellato, Tribeca e Cannes sono stati posticipati, mentre il Toronto International Film Festival (TIFF) ha cominciato le preparazioni per l’edizione 2020. L’organizzazione sta considerando degli eventi a numero limitato in sala, e una rassegna solo in digitale.

Barbera ha spiega, in un’intervista con l’Ansa, che ora come ora non si può essere che generici sul futuro. Inoltre ha condiviso tre possibili scenari in cui potrebbe muoversi il Festival:

“Da parte nostra continuiamo a lavorare esattamente come gli anni scorsi. Mancano ancora due mesi e davanti ci sono tre scenari possibili: quello più pessimistico con la pandemia ancora attiva che ci costringe a prendere un bell’anno sabbatico e mettere questa edizione 2020 tra parentesi.

C’è poi lo scenario più ottimista, la pandemia si arresta e tutto torna come prima e, infine, quello intermedio che prevede dei vincoli che ora non possiamo prevedere e con i quali ci dovremo confrontare. Insomma entrambe sono variabili non da poco che richiederanno decisioni condivise, ma di fronte a dati certi. E questo prima di fine maggio”.

Barbera aggiunge che al pubblico:

“Potrebbe anche tornare la voglia della gente di condividere gli eventi in prima persona nonostante l’accelerazione del mercato sempre più diviso tra distribuzione in sala e streaming. La storia ci insegna che dopo periodi tragici, cataclismi mondiali si sviluppano molte inaspettate energie”

L’opzione digitale

Nel caso in cui ci troveremo di fronte a uno scenario intermedio, un portavoce di Venezia 77 ha spiegato oggi a Variety che il Festival esclude l’opzione digitale, almeno non nella sua interezza:

“Il Festival del cinema di Venezia non può essere sostituito da un evento online. C’è ovviamente la possibilità di poter usare la tecnologia per alcune iniziative [ma al momento] è troppo presto per decidere”.

Ma se il Festival di Venezia si farà, quali misure di sicurezza adotterà al Lido, tali da permettere lo svolgimento della manifestazione?

Quali filmaker riusciranno a completare i loro film in tempo, con le post-produzioni bloccate in quasi tutto il mondo?

E infine, anche se la situazione in Italia avrà raggiunto una sorta di ‘normalità’, bisogna tener conto delle situazioni negli altri paesi e ai periodi di quarantena che potrebbero essere richiesti agli ospiti una volta arrivati nel nostro paese.

Fonti Variety, Ansa