Negli ultimi giorni si è diffusa sui social la storia di un bambino di nove anni, vittima di bullismo. In un video diventato subito virale e ora eliminato,
il piccolo ha espresso la sua disperazione mentre la madre si è rivolta direttamente ai bulli.
Per chi vuole vedere il video lo può trovare qui. Trattandosi di un minore il suo volto è stato cancellato dalle foto allegate a questo articolo.
Yarraka Bayles, da tempo sostenitrice delle questioni relative a disabilità come il nanismo e discriminazioni razziali contro le popolazioni indigene in Australia, ha spiegato in un video postato su Facebook live:
“Ho appena preso mio figlio a scuola, ho assistito a un episodio di bullismo, ho telefonato al preside e voglio che le persone lo sappiano – genitori, educatori, insegnanti – questo è l’effetto che ha il bullismo”.
In lacrime il figlio Quaden dice:
“Dammi un coltello – voglio uccidermi… Voglio solo morire adesso”.
La madre ha continuato:
“Questo è l’impatto che il bullismo ha su un bambino di nove anni che vuole solo andare a scuola, studiare e divertirsi. Ma ogni singolo cavolo di giorno, succede qualcosa. Un altro episodio, un altro bullismo, un’altra provocazione, un altro insulto”.
La donna in lacrime chiede se dei genitori o delle famiglie abbiano dei suggerimenti su come aumentare ulteriormente la consapevolezza sulla disabilità e l’educazione all’interno delle scuole in modo che cose come queste non accadano.
“Ho ricevuto dei buoni consigli – ma ho bisogno di più perché questo è l’effetto del bullismo, questo è quello che sta facendo. E voglio che le persone sappiano quanto ci fa male come famiglia, voglio che le persone educhino i loro figli.
Ho un figlio che ha tendenze suicide quasi ogni singolo giorno. Ogni volta che c’è un innesco: qualsiasi cosa accada a scuola o mentre siamo in pubblico, ovvero quasi ogni volta che siamo in pubblico.”
Tre giorni dopo la nascita a Quaden è stata diagnosticata l’acondroplasia – la forma più comune di nanismo. Da lungo tempo sta soffrendo per mano dei bulli e dei troll online.
La madre, fondatrice del gruppo Stand Tall 4 Dwarfism, ha rivelato a Quest Community News che quando Quaden aveva solo sei anni, si è imbattuta nel figlio mentre stava tentando di suicidarsi. Da quel momento il bambino ha cominciato a desiderare di essere morto.
Ogni volta che a scuola arriva un nuovo bambino, ignaro delle condizioni di Quaden, aveva inizio il bullismo. Con gli studenti che lo insultavano e ovviamente sottolineavano le sue differenze.
La signora Bayles continua:
“Quindi ora abbiamo un bambino con gravi tendenze suicida, che è stufo del bullismo che avviene ogni singolo giorno che frequenta la scuola o si trova in pubblico, e ne siamo stufi.
Voglio solo che le persone sappiano e vedano l’impatto, perché questo potrebbe essere vostro figlio o vostro figlio potrebbe essere il bullo che spinge un bambino oltre il limite. E Dio non voglia, che perdiamo un altro bambino con il suicidio a causa del bullismo”.
Fino a ora la madre era solita dire al figlio, ignorali. Ma adesso ogni volta che il piccolo sarà vittima di bullismo condividerà un video simile, nella speranza che qualcosa possa cambiare.
Due giorni fa è stata creata dal commediante Brad Williams una raccolta fondi, per far volare la madre e il figlio fino in America e fargli passare un po’ di svago al parco di Disneyland ad Anaheim. Il denaro avanzato dopo la copertura di tutte le spese, verrà donato a enti di beneficenza contro il bullismo.
Finora sono stati raccolti $444.144. L’obiettivo era di $10.000.
Star di Hollywood, ma anche tantissime persone in giro per il mondo hanno espresso il loro sostegno al piccolo.
Quaden – you’ve got a friend in me. #BeKind @LokelaniHiga https://t.co/8dr3j2z8Sy pic.twitter.com/jyqtZYC953
— Hugh Jackman (@RealHughJackman) February 20, 2020
L’All-Stars indigena della National Rugby League (NRL) australiana, ha offerta a Quaden di guidare la squadra nella partita di sabato sera sulla Gold Coast.
The Indigenous #NRLAllStars are behind you Quaden! 👊🏽❤️ pic.twitter.com/52RLy8SrSd
— NRL (@NRL) February 20, 2020
Un sogno per il piccolo che vorrebbe diventare un giocatore professionale di rugby ma sa che questo desiderio non potrà mai avverarsi.
Nel dicembre del 2017 il mondo aveva reagito a un altro caso di bullismo, quello dell’adolescente Keaton Jones, in provocato da una cicatrice sul viso in seguito all’operazione per un tumore.
C’è da chiedersi cosa abbiamo imparato a fare in questi tre anni, contro il bullismo.
Fonti News.com.au