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Total Recall – Atto di Forza (FantaDoc)

Pubblicato il 03 gennaio 2020 di DocManhattan

Questa, come tante altre in quel di Hollywood, è la storia di un film che conosciamo tutti, ma che secondo i progetti iniziali avrebbe dovuto avere altri volti e fondamentalmente un’altra pelle. Un Atto di Forza (Total Recall) ben diverso da quello poi interpretato nel 1990 da Arnold Schwarzenegger e, tra gli altri, da un’ancora semi-sconosciuta Sharon Stone. Dobbiamo tornare infatti all’inizio del decennio precedente, ai primissimi anni 80, quando sulle riviste di cinema USA si inizia a parlare ufficialmente di un nuovo film scritto dagli autori di Alien e prodotto da Disney. La Disney di allora, quella disperatamente alla ricerca di una nuova strada.

PRIMA DI TRON, “E MIGLIORE DI ALIEN”

Sono infatti anni difficili per la casa di Topolino, lontanissima dal dominio incontrastato delle sale a cui è arrivata oggi. Il tentativo di accodarsi al fenomeno Star Wars con The Black Hole – Il buco nero e la co-produzione di Popeye – Braccio di Ferro con Paramount si sono rivelati dei buchi nell’acqua e la Disney è entrata negli anni 80 inquadrata nel mirino di vari grandi investitori che puntano ad acquisirla e smantellarla. Nelle mani del genero di Disney, Ron Miller, la major le prova un po’ tutte, compresi l’horror (Gli occhi del parco – The Watcher in the Woods) e altri film di fantascienza innovativi, come Tron. Ma prima ancora del film di Steven Lisberger ambientato nel mondo dei computer, dicevamo, si parla di questo Total Recall, ennesima proposta della nuova linea di pellicole mature di Disney.

Un film di fantascienza tratto da un racconto di Philip K. Dick (racconto noto in italiano con vari titoli, tra cui Ricordiamo per voi) e scritto da Ronald Shusett e Dan O’ Bannon, i due sceneggiatori di Alien di Ridley Scott, appena sbarcati dalla loro gita sulla Nostromo. Shusett e O’ Bannon, che avrebbero coperto anche il ruolo di produttori e che hanno a disposizione un budget di circa 20 milioni di dollari (il doppio del budget iniziale di Tron), si dicono entusiasti del progetto. “È la cosa migliore che abbiamo mai fatto”, dichiara Shusett, “Migliore perfino di Alien“. Per la pre-produzione viene ingaggiato, si legge su un numero di Cinefantastique dell’epoca, il pittore surrealista romano Dario Campanile, allievo di De Chirico e già autore della locandina di Morti e sepolti, scritto sempre da
Ronald Shusett e Dan O’Bannon. Ma questo Total Recall, il “noir ambientato su Marte” le cui riprese sarebbero dovute partire nel gennaio dell’82 per farlo uscire in sala l’estate successiva, fa la fine di tanti altri progetti incompiuti di Hollywood, e finisce nel limbo.

CRONENBERG, DE LAURENTIIS E SCHWARZENEGGER

A metà anni 80 a rilevare il progetto è Dino De Laurentiis, e nel corso di qualche mese si succedono i nomi di vari registi e interpreti collegati dalla stampa alla produzione. Richard Dreyfuss, Patrick Swayze, Cristopher Reeve come protagonista, Bruce Beresford e poi David Cronenberg dietro la macchina da presa. Cronenberg è molto critico con il copione che O’Bannon e Shusett stanno continuando a modificare, e discute più volte con Shusett. Il regista vorrebbe rispecchiare nel film lo spirito del racconto di Dick, lo sceneggiatore è maggiormente interessato a tirar fuori un “I predatori dell’arca perduta ambientato su Marte”. In ogni caso, è Cronenberg a immaginare i mutanti marziani che si vedranno nel film. Dopo circa un anno di incomprensioni, il regista di Videodrome se ne va; anche De Laurentiis molla il colpo, perché la sua società di produzione naviga in cattive acque e chiuderà di lì a poco. Entra così in scena Arnold Schwarzenegger, che aveva sentito parlare di Total Recall sul set di Codice Magnum, una pellicola pensata per far fare un po’ di cassa alla società di De Laurentiis, la DEG, e rivelatasi un fiasco al botteghino. Il produttore italiano cede così i diritti di Total Recall alla Carolco e Schwarzy orchestra il tutto.

PAUL VERHOEVEN E IL GROSSO GUAIO SU MARTE

Agendo in pratica da produttore esecutivo del film, Schwarzenegger si tira dietro Shusett (che, sono parole dello sceneggiatore in un articolo su Starlog dell’89, viene visto da tutti come “l’ex moglie lasciata lì da De Laurentiis”), e coinvolge prima la Carolco e poi, come regista, un Paul Verhoeven fresco di RoboCop. Schwarzy approva anche la scelta da parte di Verhoeven di un altro sceneggiatore che rimetta mano al terzo atto del film, scelta che ricade su Gary Goldman (Grosso Guaio a Chinatown). Le riprese si svolgono tra il marzo e l’agosto dell’89 prevalentemente a Città del Messico – perché la produzione si è invaghita delle stazioni della metropolitana della capitale messicana – con un budget importante, pari a circa 65 milioni di dollari. Due anni prima, RoboCop era costato un quinto di quella cifra.

Nel cast ci sono, tra gli altri, Rachel Ticotin, una trentenne Sharon Stone che sarebbe diventata di lì a poco una star planetaria grazie a un altro film di Verhoeven (Basic Instinct, magari ne avete sentito parlare), Ronny Cox, Michael Ironside, il Dean Norris di Breaking BadMel Johnson Jr. e Lycia Naff, attrice televisiva conosciuta ai tempi soprattutto per il ruolo di Sonya Gomez in due episodi di Star Trek: The Next Generation, e che diventerà uno degli, uh, elementi di Total Recall che tutti sembrano ricordare. Sì, la mutante con tre tette.

“SCIATTERIA DELLA CONFEZIONE”

Total Recall esce nelle sale americane il 13 giugno del ’90 (in Italia, come Atto di Forza, il 13 dicembre dello stesso anno). La critica ne apprezza perlopiù la storia e i suoi plot twist, il ritmo, la natura fracassona da pellicola di Arnie. Il generalmente caustico Roger Ebert lo giudica “uno dei film di fantascienza più complessi e visivamente interessanti da molto tempo a questa parte”. Gli effetti speciali, curati da Eric Brevig,  Tim McGovern, Alex Funke e Rob Bottin – che Verhoeven si è portato dietro da RoboCop, insieme a Ronny Cox e a vari altri membri della troupe, come il direttore della fotografia Jost Vacano – riceveranno in effetti un premio speciale agli Oscar. Non tutta la critica è però d’accordo: La Repubblica stronca Atto di Forza al suo arrivo in Italia, in quel dicembre del 1990, parlando del film della “Quercia austriaca, Arnold Schwarzenegger” con questi toni: “Paul Verhoeven, con la collaborazione dei muscoli di Shwarzi (della recitazione è meglio non parlare, perché non esiste proprio), ha costruito il fantascientifico-horror del 1990. Ma ha la mano pesante quanto quelle del suo eroe e non va certo per il sottile come regista, lasciando che gli attori diano il peggio di sé, tirando dritto, sprecando miliardi in effetti speciali per la sciatteria della confezione e l’assurda drammaturgia, e rubando sfacciatamente quel poco che c’è di buono in questo suo mondo di mutanti a un pallido ricordo di Bladerunner”. Sì, scritto così, tutto attaccato.

I QUASI SEGUITI

Ma al pubblico Atto di Forza piace, e tanto. All’uscita si piazza al primo posto del botteghino USA e incassa in totale oltre 260 milioni di dollari, generando un mare di prodotti collegati, dai videogiochi ai romanzi, passando per l’adattamento a fumetti pubblicato da DC Comics. Si inizia a parlare così di un seguito, un altro film sul personaggio di Douglas Quaid, sempre interpretato da Schwarzenegger, ma ispirato a un altro racconto di Philip K. Dick. Come l’originale, anche questo progetto cambierà volto e nome più e più volte: fino a diventare il Minority Report di Spielberg nel 2002. Quanto a Total Recall, nel ’99 arriva la serie TV canadese Total Recall 2070 (una sola stagione da 22 episodi, trasmessa in Italia da Sky all’inizio dello scorso decennio), che però con Atto di Forza ha pochissimo a che fare, pescando più che altro da Blade Runner e dal romanzo originale di Dick che l’aveva ispirato, Do Androids Dream of Electric Sheep?

E sì, ci sarebbe anche il remake del 2012 con Colin Farrell e Jessica BielTotal Recall – Atto di forza di Len Wiseman. Ma quello, a differenza di Quaid, stiamo ancora cercando di dimenticarlo, ecco.

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