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The Irishman: il figliastro di uno dei personaggi attacca Scorsese

Pubblicato il 06 gennaio 2020 di Marco Triolo

The Irishman di Martin Scorsese è uno dei film più venerati dell’anno appena trascorso. Ma a non tutti è paciuto allo stesso modo. Jack Goldsmith, figliastro di una delle persone ritratte nel film – ovvero Chuckie O’Brien, figlio adottivo di Jimmy Hoffa interpretato da Jesse Plemons – ha scritto una lettera incendiaria, pubblicata dal New York Times, per lamentare le numerose imprecisioni del film. E il modo in cui attribuisce a O’Brien colpe nella sparizione di Hoffa, quando storicamente l’uomo è stato escluso dalle indagini.

Nel film, Scorsese si concentra sulla stretta amicizia tra Hoffa (Al Pacino) e Frank Sheeran (Robert De Niro), e mostra Chuckie O’Brien nella veste di rapitore di Hoffa (poi eliminato da Sheeran stesso). Due cose che Goldsmith denuncia come totalmente false. In primo luogo, da decenni l’FBI ha escluso il coinvolgimento di O’Brien nel rapimento. In secondo luogo, il rapporto tra Hoffa e Sheeran sarebbe un’invenzione del film: nella realtà fu O’Brien il confidente e più stretto collaboratore del leader sindacale.

Goldsmith ha scritto anche un libro sulla questione, In Hoffa’s Shadow: A Stepfather, a Disappearance in Detroit, and My Search for the Truth. L’autore sostiene di aver scoperto che l’FBI violò la privacy del suo patrigno con una serie di intercettazioni illegali. E paragona questa condotta a quella di Scorsese:

Mr. Scorsese ha fatto una cosa simile. Non ascoltando illegalmente e pubblicando verità umilianti, come fece l’FBI. Ma usurpando il rapporto tra Chuckie e Mr. Hoffa, dandolo a qualcun altro e poi diffondendo questa falsità. L’effetto su Chuckie in entrambi i casi è stato lo stesso. “Non avevo controllo”, mi ha detto durante una nostra recente conversazione. Il controllo sulla sua vita, e la presentazione della sua vita al mondo, gli è stato strappato di mano in modi a cui non potrà mai rimediare.

“Uno dei più grande film falsi che abbia mai visto”

Il problema, secondo Goldsmith, è che il fatto che O’Brien non sia più parte dell’investigazione da ormai decenni (l’uomo ha ora 86 anni) non è stato reso pubblico. E questo ha dato spazio a una serie di rappresentazioni errate del caso in diversi media. Libri e film che partivano sempre dal presupposto che O’Brien fosse in qualche modo coinvolto nella sparizione del suo padre adottivo.

Goldsmith spiega anche che O’Brien si è rassegnato, col passare degli anni, alle menzogne sul suo conto espresse in questi libri e film. Ma nessuno di questi “è stato più doloroso di The Irishman“. O’Brien lo ha definito “uno dei più grandi film falsi che abbia mai visto”. E ha detto di voler strozzare “come un pollo” Scorsese e “quell’altra mezza calzetta”, riferendosi a De Niro. Goldsmith chiarifica che non si tratta di vere minacce, ma solo di espressioni di rabbia da parte di O’Brien.