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7 cose che forse non sapevate su Flash Gordon

Pubblicato il 14 gennaio 2020 di DocManhattan

The New Adventures of Flash Gordon, meglio nota semplicemente come Flash Gordon, la serie animata creata da Filmation prima dei suoi successi anni ’80 come il cartoon dei Masters e quello dei suoi Ghostbusters (o del meno fortunato Bravestarr). Serie nata per essere un film TV e quindi con dei contenuti non esattamente adatti alla fascia ragazzi del sabato mattina. Anche per via di una segretaria estremamente sexy che nel tempo libero faceva la danza del ventre…

1. FLASH! AH-AH!

No, il film di Flash Gordon prodotto da Dino De Laurentiis con Sam J. Jones, Max von Sydow, Ornella Muti e Mariangela Melato non era ancora arrivato al cinema e sarebbe uscito solo l’anno dopo. Eppure il Flash Gordon Filmation e quello live action di De Laurentiis, con le musiche dei Queen, sono collegati, perché il produttore italiano ha dovuto pagare 1 milione e mezzo di dollari alla Filmation per i diritti di distribuzione all’estero. Anche se non se ne fosse fatto nulla del Flash Gordon animato, racconta Lou Scheimer della Filmation nel suo libro Creating the Filmation Generation, per poter realizzare e distribuire la sua pellicola, De Laurentiis aveva bisogno di quei diritti. A ogni modo: quello che avrebbe dovuto essere un film animato per la TV su Flash Gordon, anzi, un film per la TV e basta (vedi punto 2), diventa una serie cartoon in due stagioni. La NBC ne ordina da subito 24 puntate, divise in due blocchi. Il primo episodio va in onda negli USA il 22 settembre del ’79, alle 10 del mattino. In Italia Flash Gordon arriva poco dopo sulla RAI, e a ruota sulle reti locali.

2. MENO NAZI, MENO SEXY

Quando la NBC chiede alla Filmation di creare un film TV DAL VIVO su Flash Gordon, ispirato alle strisce a fumetti create dal grande Alex Raymond nel ’34, lo fa soprattutto perché è esplosa la Star Wars mania e qualunque cosa sia ambientato nello spazio va benone. Quello che non va benone sono i 10 milioni di dollari che Filmation chiede al network per un film di un paio d’ore con attori in carne e ossa. Alla fine si accordano per un film animato, a un decimo di quel budget. Sono però troppo pochi, e se Filmation riesce a farseli bastare è per il supporto che De Laurentiis, dicevamo, è costretto a dare per quella faccenda dei diritti.

Ma dopo aver visto il film, la NBC decide di trasformarlo in una serie TV. Il problema è che molti dei suoi contenuti non sono adatti al pubblico televisivo del sabato mattina. L’harem di Ming, la Principessa Aura troppo sexy… e i nazisti. Il film è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, ci sono molte morti, e soprattutto ci sono Hitler e i nazisti, in combutta con Ming il Crudele, il tiranno di Mongo, per conquistare tutto l’universo. Scheimer e i suoi riescono a tenere molte sequenze che riciclano nella serie, ma molto materiale sono costretti ad accantonarlo o ritoccarlo (come alcuni costumi troppo discinti. Compreso quello di Flash Gordon, sempre più lacerato dall’azione nel corso della storia, fino a lasciarlo a petto nudo). La serie viene ambientata nel presente e tutti i riferimenti alla WWII e le sequenze sulla Terra messe da parte. Il film avrebbe comunque visto la luce in un secondo momento, sempre come TV movie. Va in onda nel 1982, con il titolo di Flash Gordon: The Greatest Adventure of All.

3. TROPPA TRAMA ORIZZONTALE

Gli animatori Filmation lavorano a rotta di collo sulla serie, portando avanti nel frattempo altri progetti e cercando di tagliare sui costi ovunque possibile: lo schema che ha permesso a Lou Scheimer e ai suoi soci (aveva fondato la Filmation nel ’62 con e Hal Sutherland e Norm Prescott) di rimanere a galla per così tanti anni. Il fatto che nella serie non ci fossero più la Terra, le armi terrestri e i nazisti era anche, da un certo punto di vista, un sollievo. Alcuni vecchi animatori al lavoro nella compagnia avevano vissuto la guerra e non ne conservavano ovviamente bei ricordi. Uno veniva dalla Germania ed era stato un soldato nazista. Quanto allo stesso Scheimer, suo padre, un tedesco di religione ebraica, era dovuto fuggire dalla Germania nel 1921… dopo aver rifilato un pugno in faccia a Hitler. Baffetti si era presentato a Würzburg, la città del papà di Lou (Salomon Gundersheimer. Arrivato negli USA lo cambierà in Sam Scheimer) e aveva iniziato ad arringare la folla, urlando che gli ebrei stavano rubando tutti i soldi ai veri tedeschi. Salomon, giovane reduce di guerra che aveva lasciato un rene al fronte e ne aveva piene le tasche di quello stronzo, era salito sul palco e lo aveva steso con un diretto. Che diavolo di aneddoto da raccontare in famiglia a Natale, porca miseria.

Ritornando a Flash Gordon. La prima stagione è diretta da una donna, Gwen Weltzer: la cosa è piuttosto inusuale, per i tempi, e molti animatori non sembrano gradire. Scheimer deve convincerli che Weltzer, che ha alle spalle già una lunga carriera in Disney e Hanna-Barbera, è assolutamente in gamba e capace nel suo lavoro. La NBC ha comprato in anticipo due stagioni, ma gli ascolti della prima vanno male. Il problema principale è la struttura degli episodi: troppa trama orizzontale, un’unica storia di Flash Gordon, Dale Arden, il Dottor Zarkov, Thun l’Uomo-Leone e Barin il principe di Arboria che attraversano il pianeta Mongo, incontrandone i vari popoli (come i memorabili Uomini-Falco) e le sue creature, spesso riprese dalle storie a fumetti di Raymond. La storia, scritta da Samuel A. Peeples (sceneggiatore anche del primo episodio di Star Trek), era intrigante, ma la stretta continuity tra gli episodi impediva alla NBC di adottare il suo schema classico: replicare a cannone le puntate dei suoi cartoon che avevano fatto registrare gli ascolti più alti. Qui mandare in onda una puntata a caso non avrebbe avuto senso, perché chi non aveva visto le precedenti non avrebbe capito nulla.

4. IL DRAGHETTO PER I BAMBINI

Per questo motivo, la NBC chiede a Filmation una seconda stagione con episodi autoconclusivi e più pupazzosa. È per questo che viene aggiunto il draghetto rosa Gremlin. Ci si rivolge a un pubblico più piccolo, gli episodi sono divisi in due storie brevi e visto che il budget è stato speso quasi tutto per la prima stagione, il lavoro viene affidato a un team di animatori secondario, pieno di nuovi arrivati. Il flop del film di De Laurentiis diretto da Mike Hodges non solo non dà alla serie animata la spinta sperata, ma convince la NBC a tenere parcheggiata la seconda stagione per diversi mesi. Andrà in onda solo nell’autunno dell’82, dopo la trasmissione il 21 agosto del film animato con i nazisti accantonato all’inizio. Anche nella nuova fascia oraria in cui viene piazzato (12,30, come già successo per gli ultimi episodi della prima stagione) e nonostante la buona accoglienza riservata dalla stampa al film Flash Gordon: The Greatest Adventure of All, incensato da Variety e da TV Guide, le sorti del Flash a cartoni non cambiano: la NBC ha già deciso da tempo che non ci sarà una terza stagione.

5. BRACCIO DI FERRO VS FLASH GORDON

The New Adventures of Flash Gordon viene presentato da Filmation come “la prima trasposizione animata dell’eroe creato da Alex Raymond”. Ma in realtà non è così. Nel 1972, sette anni prima, era andato in onda sulla ABC, per la serie The ABC Saturday Superstar Movie, il terrificante mediometraggio Popeye Meets the Man Who Hated Laughter, in cui Braccio di Ferro affrontava un tizio malvagio di oltrecortina, facendo squadra con altri personaggi provenienti dalle strisce a fumetti King Features Syndicate, come Mandrake, Beetle Bailey, l’Uomo Mascherato e appunto Flash Gordon. Flash è in orbita con Dale, decide di esplorare il pianeta sottostante e si fa pure una nuotata, già che si trova.

6. LA SIGLA E IL MISTERO DELLA PREMIATA FORNERIA MARCONI

Anche se non al livello dell’infinito giallo della sigla di Lamù, pure quella di Flash Gordon si è tirata dietro mesi di indagini degli appassionati. In questo thread sul forum di sigletv.net si è indagato, a metà del decennio scorso, sulle voci che volevano coinvolta la Premiata Forneria Marconi nella realizzazione della sigla, Flash… Gordon… Flash, incisa su vinile da RCA nell’81. La sigla è stata scritta nel 1981 da Corrado Castellari e cantata da Donno, come riportato sul disco. Ma suonata e cantata da chi? Venti anni fa, Castellari affermava che a suonarla era stata la PFM e a cantarla il bassista del gruppo, “uno straniero” di cui non ricordava il nome. Cioè Patrick Djivas, che di sicuro ha suonato il brano strumentale Far Away, sul lato B di quel 45 giri (brano attribuito a “Ian Patrick”: grafia a parte, sono i nomi di battesimo di Yan Patrick Djivas, bassista francese e già tra i fondatori degli Area).

Ma il disco, dicevamo, indica come interprete “Donno”, e nel thread menzionato è emerso trattarsi di Salvatore/Roberto Donno. Oggi Donno si occupa di design a Lambrate, e in questa intervista ricorda i suoi trascorsi da musicista e di aver lavorato con la PFM. A ogni modo: che sigla, gente.

7. ROTOSCOPING E DANZA DEL VENTRE

Se le animazioni della prima stagione di Flash Gordon sembrano ancora oggi notevoli è per le origini del progetto, tutte quelle sequenze animate fluide da film da 1 milione (più 1,5) di dollari riversate poi in uno show del sabato mattina. Filmation all’epoca sperimentava già una rudimentale computer animation, mescolando le sequenze animate a riprese dal vivo delle astronavi realizzate in argilla, dipinte di bianco con sottili linee nere e poi stampate in “positivo” per farle usare agli animatori. Scheimer descrive quel metodo come un antenato del motion capture in CGI odierno.

Ma, soprattutto, Filmation faceva già ai tempi grande uso del rotoscoping, tecnica di animazione che permette di disegnare sopra il girato di attori umani. Tecnica inventata dal pioniere dell’animazione Max Fleischer nel 1915 e utilizzata anche da Disney, a partire da Biancaneve e i sette nani. Filmation ne avrebbe fatto in quegli anni il suo marchio di fabbrica, riutilizzando quelle corsette in slow motion nelle avventure di He-Man e in tanti altri cartoon. Ma se vi state chiedendo da dove venissero le movenze sexy di Aura (e quindi in seguito di Teela, Futura e altri personaggi femminili Filmation), beh, il merito era di una segretaria. Scheimer ricorda nel suo libro solo il nome, Karen, e che lavorava per Don Christensen: Karen era “non solo bravissima a correre al rallentatore per il rotoscoping, ma anche a fare la danza del ventre”. Per una qualche ragione, prosegue Scheimer, alla Filmation erano magari restii ad avere una regista donna, ma non “mancavano mai animatori uomini felicissimi di lavorare sulle riprese dal vivo per il rotoscoping delle donne di Flash Gordon”. Figurati.

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