Una volta terminata l’esperienza cinematografica, non riusciamo a toglierci dalla mente un brano o un’intera colonna sonora. Ne rimaniamo così colpiti che comprare il CD/vinile/l’edizione digitale diventa un imperativo.
Tra le colonne sonore uscite nel 2019, quali non possono mancare nella nostra collezione? Ecco la nostra faticosissima Top 10.
Non ci sono molti score in classifica quest’anno. Con questo non voglio dire che non siano stati realizzati dei bellissimi score, pensiamo a 1917 o Ad Astra… Ma l’esperienza d’ascolto dentro e fuori dalla sala è profondamente diversa.
Bryce Dessner ha creato un album caratterizzato da toni grevi e sonorità latine.
Tra film biografici e pellicole che girano attorno alla musica di un determinato cantante, quest’anno le offerte di album più o meno monografici sono state molte. Solo due titoli si sono distinti secondo me sia per l’interpretazione dei cantanti che per gli arrangiamenti e Yesterday è uno di questi.
Himesh Patel e alcune tracce del compositore Daniel Pemberton si alternano in questo disco dedicato ai Beatles che vi conquisterà.
La colonna sonora di Marco Beltrami e Buck Sanders regala delle sonorità accattivanti dove i fiati e il piano hanno un ruolo centrale.
I RADWIMPS tornano in classifica con il loro album su Weathering with you, dove alternano sonorità giocose a temi più cupi e riflessivi. Sono presenti le versioni ridotte delle canzoni del film, che potete invece gustarvi per intero nel mini album ‘Complete Version’.
L’album parte subito con il botto con ‘Dolemite’ e ‘Like I Should‘ cantate da un fantastico Craig Robinson. Il ritmo è il punto di forza dei brani che Scott Bomer ha realizzato per questa soundtrack.
In questo caso ci troviamo di fronte a una bellissima raccolta di musica d’epoca, che vi farà fare un tuffo nel passato.
Il film non ha ottenuto un gran successo di pubblico e critica, ma la colonna sonora spacca.
Le colonne sonore dei film di Quentin Tarantino si distinguono sempre per la loro qualità, e questa non può non finire sul podio. Quando farete partire l’album, vi sembrerà di aver sintonizzato la radio al 1969, grazie agli inserti radiofonici inseriti tra le varie tracce.
L’ultima poi è davvero una chicca.
Taron Egerton è a dir poco eccezionale.
Il Joker di Todd Philipps deve molto allo score di Hildur Guðnadóttir. Una soundrack dove le note grevi degli archi ti trasportano in questo mondo cupo senza via d’uscita.