J. K. Rowling: scoppia la polemica dopo un suo tweet

J. K. Rowling: scoppia la polemica dopo un suo tweet

Di Marlen Vazzoler

Dallo scorso marzo, gli interventi su Twitter della scrittrice J.K. Rowling si possono contare sulle dita di una mano, e sono sempre stati legati agli spettacoli teatrali di Cursed Child e all’associazione benefica lumos.

Ieri la Rowling ha fatto un tweet ormai sulla bocca du tutti:

“Vestitevi come volete. Chiamatevi come volete. Andate a letto con qualsiasi adulto consenziente. Vivete al meglio in pace e sicurezza. Ma perché costringere le donne a lasciare il loro lavoro solo per aver detto che il sesso esiste? #IoStoConMaya #QuestaNonèunesercitazione”.

Chi è Maya Forstater?

Una ricercatrice rinomata a livello internazionale, esperta in evasione fiscale, la 46enne è stata licenziata a marzo dall’ufficio londinese del Centre for Global Development (CGD), un thinktank internazionale che fa campagne contro la povertà e la disuguaglianza. Il motivo? Ha fatto dei RT di materiale transfobici, tra cui una vignetta di una persona che si mostra nuda davanti a due donne in uno stagno di Londra, con la didascalia:

“Va tutto bene – è il pene di una donna”.

La donna ha inoltre scritto sul suo account Twitter personale che gli uomini non possono diventare delle donne:

In una e-mail un manager le ha scritto:

“Hai affermato che i sentimenti più intimi di un uomo che è una donna non hanno basi nella realtà materiale. Molte persone lo troverebbero offensivo ed esclusivo”.

Politica del terrore

Il suo contratto non è stato rinnovato perché la donna ha usato pubblicamente sui social un linguaggio offensivo e preclusivo. È stata accusata di “politica del terrore” per aver twittato le sue preoccupazioni riguardanti la riforma Gender Recognition Act che consentirebbe alle persone di auto-identificarsi legalmente nel sesso opposto.

I documenti del tribunale mostrano che in precedenza aveva twittato:

“È ingiusto e pericoloso per le donne transessuali competere nello sport femminile”.

Tra le accuse c’è anche quella di aver dato un genere a una persona non binaria, Gregor Murray. La Forstater ha risposto:

“Avevo semplicemente dimenticato che quest’uomo esige di essere riferito con il pronome plurale “loro” (‘they’ e ‘them’)… In realtà Murray è un uomo… Le donne e i bambini in particolare non dovrebbero essere costretti a mentire o occultare il sesso di qualcuno.”

Murray è l’unic* rappresentant* apertamente trans elett* in Scozia, ed è stat* precedentemente sospes* per aver usato un linguaggio offensivo nei confronti di una donna nella loro circoscrizione elettorale, chiamandola anche “terf” (femminista radicale trans-esclusionista). Murray si è scusat* ma ha detto che “terf” non dovrebbe essere considerato un termine offensivo.

Caso giudiziario

La Forstater ha avviato un procedimento giudiziario contro il suo ex datore di lavoro, affinché venga stabilito che le opinioni sulle “critiche sul genere” – secondo le quali essere una donna è un fatto biologico, non un sentimento – siano delle credenze protette ai sensi dell’Equality Act del 2010.

Il 15 novembre presso il tribunale del lavoro di Londra, ha concordato sulla vulnerabilità della comunità trans. Ha aggiunto:

“Non penso che sia possibile per qualcuno cambiare sesso… [anche se] è possibile cambiarlo su un certificato di nascita”.

La Forstater ha dichiarato di aver espresso le sue opinioni sin dall’infanzia, ovvero che le persone non possono cambiare il loro sesso. Ha spiegato di non aver iniziato a pubblicizzare la sua opinione fino al 2018 quando era sicura di poter parlare.

“Non credo che le persone possano letteralmente cambiare sesso”.

La CGD ha affermato di supportare la diversità e l’uguaglianza. Ha contestato che le affermazioni della Forstater, non sono coerenti con i suoi valori, e ha sostenuto che le opinioni della donna hanno turbato gli altri impiegati.

Sentenza

La donna ha perso il caso.

Il giudice del lavoro James Tayler ha stabilito che le opinioni di Maya Forstater:

“Non hanno le caratteristiche protette dalla credenza filosofica” e sono state ritenute “assolutiste”.

Nella sentenza di 26 pagine pubblicata mercoledì scorso, Tayler ha respinto la richiesta della Forstater spiegando:

“Ritengo pertanto… dalla totalità delle prove, che la [Forstater] è un assolutista nella sua visione del sesso e che questa sia una componente fondamentale del suo credo secondo il quale si riferirà a una persona per il sesso che considera appropriato anche se sta violando la loro dignità e/o creando un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo. L’approccio non è degno di rispetto in una società democratica”.

La reazione della Forstater

“La mia convinzione… è che il sesso sia un fatto biologico, ed è immutabile. Ci sono due sessi, maschio e femmina. Uomini e ragazzi sono maschi. Le donne e le ragazze sono femmine. È impossibile cambiare sesso. Fino a poco tempo fa erano compresi come dei fatti fondamentali della vita da quasi tutti.
… Questo giudizio rimuove i diritti delle donne e il diritto alla libertà di credo e di parola. Concede la licenza giudiziaria a donne e uomini che parlano di verità obiettive e a dibattiti chiari di essere soggetti ad aggressività, bullismo, no-platforming e punizioni economiche.
Considererò attentamente il giudizio con il mio team legale per determinare cosa si può fare per contestarlo”.

Si tratta di un caso sulla libertà di parola?

Per alcuni la situazione della Forstater è un caso sulla libertà di parola. Il giudice del lavoro Tayler ha riconosciuto che non c’è nulla che possa fermare il richiedente nel fare una campagna contro le revisioni proposte dal Gender Recognition Act o, nell’esprimere la sua opinione secondo la quale dovrebbero esserci degli spazi che sono limitati alle donne il cui genere femminile è stato assegnato alla nascita. Tuttavia, può farlo senza insistere nel chiamare gli uomini transessuali. È un fatto che la sua convinzione implichi necessariamente la violazione della dignità altrui, il che significa che non è protetta ai sensi dell’Equality Act del 2010.

Il giudice Tayler ha affermato che la Forstater non ha riconosciuto

“L’enorme dolore che può essere causato dal dare un genere errato a una persona”.

Se avesse vinto il caso, ha detto Tayler, avrebbe stabilito un precedente che avrebbe impedito ai datori di lavoro di licenziare il personale che esprime opinioni simili sui diritti LGBTQ+.

La polemica

Questa estate l’autrice era stata criticata per seguire su Twitter Magdalen Berns, una Youtuber nota per i suoi numerosi video anti-trans.
Inoltre aveva messo mi piace a un tweet in cui le donne transgender vengono chiamate ‘uomini con il vestito’. In quel caso il portavoce ha detto a PinkNews:

“Temo che J.K. La Rowling abbia avuto un momento goffo e di mezza età e questa non è la prima volta che ha messo preferiti tenendo il telefono in modo errato”.

GLAAD ha contattato il pubblicista della Rowling per avere una conversazione non ufficiale sui membri della comunità trans ma la Rowling ha rifiutato. Anthony Ramos, Head of Talent di GLAAD, ha poi rilasciato la seguente dichiarazione:

“J.K. Rowling, i cui libri hanno dato ai bambini la speranza di poter lavorare insieme per creare un mondo migliore, ora si è allineata con un’ideologia anti-scientifica che nega l’umanità di base alle persone transgender. Gli uomini trans, le donne trans e le persone non binarie non sono una minaccia, e implicare altrimenti mette a rischio le persone trans. Ora è il momento per gli alleati che conoscono e supportano le persone trans di parlare e sostenere il loro diritto fondamentale di essere trattati in modo giusto ed equo”.

E voi cosa pensate?

Fonti Guardian, Maya Forstater, JK Rowling, NY Times, Guardian, Guardian, Guardian, PinkNews, PinkNews

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