A pochissima distanza dal primo, è già arrivato sul canale in streaming Disney Plus il secondo episodio di The Mandalorian, la prima serie live-action legata al mondo di Star Wars che sta facendo letteralmente impazzire i fan della saga. Anche questa seconda puntata è ricca di easter egg, sia autoreferenziali che esterne al franchise; qui di seguito abbiamo elencato le più importanti e rappresentative, certi che nessun vero fan se ne sarà lasciata sfuggire una…
Da solo con il piccolo “Baby-Yoda”, il Mandaloriano incappa in un gruppo di cacciatori di taglie rivali, composto da membri della razza Trandoshan. I Trandoshan fano parte dell’universo di Star Wars fin da Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora: Darth Vader in persona aveva infatti assoldato alcuni mercenari d’elitè di razza Trandoshan, con a capo Bossk, personaggio famoso in tutta la galassia (si dice che la sua abilità fosse seconda solo a Boba Fett).
Fanno la loro comparsa in questo episodio anche i Jawa, una delle prime razze aliene viste in Star Wars: Una Nuova Speranza, che procurano al Mandaloriano non pochi grattacapi. Molto poco dei Jawa è stat mostrato su schermo, ma sono chiari alcuni riferimenti al passato, come la comparsa della stessa arma elettrica che nel 1977 questi alieni usarono sul povero R2-D2.
I mandaloriani sembrano avere una particolare predilezione per le armi che provocano la disintegrazione dell’avversario: durante l’attacco del protagonista ai Jawa, torna alla mente una linea di dialogo sentita in Star Wars: L’Impero Copisce Ancora fra Darth Vader e Boba Fett, con il primo che intima al secondo “No disintegration”. Capiamo solo ora che l’avvertimento di Vader voleva essere più profondo di quanto pensassimo: Fett, come il Mandaloriano in questo episodio, era probabilmente avvezzo a ridurre in polvere i propri avversari.
Le similitudini fra il Mandaloriano e Boba Fett sono palesi, ma a ben guardare anche quelle del primo con Jango Fett. In particolare, in questo episodio fa la sua comparsa (dopo un cameo durato un singolo shot nel primo episodio) lo stesso lanciafiamme che Jango usò nella trilogia prequel di Star Wars.
Il più grande colpo di scena dell’episodio riguarda il momento in cui Baby-Yoda usa La Forza: senza alcun addestramento (almeno, per quanto ne sappiamo finora) e sembrerebbe in realtà senza neanche grossi sforzi, il piccolo riesce a salvare il Mandaloriano da morte certa.
E’ interessante notare che né il Mandaloriano né Kuill riconoscono La Forza, che in effetti sappiamo essere creduta una superstizione da gran parte dell’universo (la stessa Rey in Star Wars: Il Risveglio della Forza manifesta incredulità alla notizia della sua reale esistenza).
Finora la serie non ha affrontato largamente gli aspetti della cultura e della storia dei mandaloriani, ma esiste una notevole “bibliografia” sull’argomento rinvenibile principalmente in The Clone Wars e in Star Wars Rebels.
In questo episodio viene sottolineato quanto le armi dei mandaloriani siano una vera e propria estensione del loro essere, in modo quasi mistico-religioso. Nel precedente episodio, avevamo assistito a dinamiche ritualistiche anche nella costruzione di un pezzo dell’armatura del Mandaloriano.
Un particolare che potrebbe essere sfuggito ai più è relativo all’abbigliamenti di Baby-Yoda: in effetti l’essere è vestito con abiti che ricordano l’abbigliamento Jedi di più classica memoria, che in più somiglia molto al primo “costume di scena” di Yoda al suo esordio sul grande schermo. Coincidenza, citazione, o un segreto ancora da rivelare?
Infine, i fan meno giovani avranno certamente colto il riferimento di Kuill al termine dell’episodio, quando ringrazia il Mandaloriano per aver portato finalmente la pace nella sua valle. La scena ricorda moltissimo – si tratta quasi sicuramente di un omaggio – il finale del film western Il Cavaliere della Valle Solitaria, che si chiudeva con la frase “Non ci sono più armi nella valle”.