In un’intervista pubblicata da Esquire, il regista di Star Wars: L’ascesa di Skywalker, J.J. Abrams, ha avuto modo di approfondire alcuni temi legati al suo nuovo film e alla saga più in generale. Tra questi, i misteriosi Cavalieri di Ren, che torneranno ad apparire nel nono episodio della Skywalker Saga. E Baby Yoda, il personaggio nato nella serie The Mandalorian di cui tutti stanno parlando.
Abrams rivela cosa possiamo aspettarci dal ritorno dei personaggi, visti unicamente in Star Wars: Il risveglio della Forza:
Avevamo un sacco di idee per ulteriori avventure con loro, molta backstory e cose che non erano importanti nella trama e vennero tagliate dal film. Episodio VIII, Gli ultimi Jedi, non li ha proprio presi in considerazione, e questo ci ha permesso di riportarli in scena. Ma è meglio mantenerli misteriosi, il che vuol dire che non ci saranno molte scene in cui si toglieranno la maschera e mangeranno panini. Sentivo però di volerli rivedere, e sono felice che lo abbiamo potuto fare in questo film.
Per me, Star Wars è in costante espansione. La possibilità di scegliere un personaggio come Yoda e dire “E se creassimo un Baby Yoda?”, il fatto che questa sia una cosa ragionevole per le persone è perché non si tratta solo di nostalgia. È qualcosa che ha significato, una storia che ha radici profonde e potenti, che ha un cuore umano e pulsante. Una cosa come questa, quando funziona, non lo fa solamente perché è carina, ma perché implica una storia. Scatena l’immaginazione. È questo il punto: che si tratti di riportare in scena Lando e scoprire cosa abbia combinato, o introdurre un nuovo personaggio, un nuovo droide o un Baby Yoda. Tutte queste cose sono possibilità, potenziale, e questo è il vero cuore di Star Wars.
Ho sempre amato Star Wars perché ha un grande cuore. Questo non significa che abbia sempre creduto a o sia stato d’accordo con ogni singola cosa accaduta in ciascun film, che si trattasse dei prequel o della trilogia originale. Ma amo Star Wars. Perciò spero – e magari sono ingenuo – che possiamo tornare a un tempo in cui diamo alle cose più spazio d’azione. Non dobbiamo essere d’accordo con tutto per amare una cosa […]. Dobbiamo tornare a capire le sfumature e all’accettazione.
Ho appena finito il film. Perciò sarebbe un po’ come chiedere a qualcuno che ha appena mangiato francese se vuole un hamburger. Sono certo che mangiare un hamburger, un giorno, sarà la più grande idea della storia, ma al momento sono sazio.