Come ben sappiamo il controverso I racconti dello zio Tom, considerato offensivo e razzista nei confronti degli afroamericani, non farà parte della line-up di Disney Plus.
Sicuramente è il caso più eclatante, ma ci sono diverse produzioni per il cinema e non solo che contengono elementi oggi considerati problematici: dal corto dei tre porcellini ad alcuni cortometraggi di Topolino.
Pensiamo ad esempio a Fantasia (1940) e al personaggio di Sunflower, disegnata con esagerati tratti africani, che ha portato alla sua eliminazione a metà degli anni sessanta. O alla scena in cui la bambola di colore dagli esagerati tratti africani usa la parola slang ‘Mami’ in Santa’s Workshop (1932), eliminata poi da tutte le copie moderne.
Non dimentichiamo le discusse due strofe di ‘Arabian Nights‘ in Aladdin (1992) sostituite poi nell’edizione home video e nelle successive colonne sonore.
Ci sono diverse caricature nelle produzioni Disney: dai soldati giapponesi nel corto Commando Duck (1944) a Re Louie nel Libro della Giungla (1967). Gli stereotipi degli indiani d’America in Peter Pan (1953) o quelli asiatici dei gatti siamesi di Lilli e il Vagabondo (1955). Un elemento presente anche in Gli Aristogatti (1970) mentre in Dumbo invece abbiamo i corvi che parlano usando lo slang degli afroamericani.
Inizialmente si mormorava che lo studio avrebbe potuto rimuovere la sequenza dei corvi in Dumbo, una mossa in linea con quanto fatto in precedenza. Fortunatamente non ha deciso di procedere in questo modo.
La Disney ha deciso d’inserire la dicitura ‘Potrebbe contenere contenuti culturali obsoleti‘ su buona parte dei film e dei cortometraggi dello studio, principalmente le produzioni più vecchie. Anche in quelle che non contengono suddetti elementi.
Perché a questo punto non hanno inserito anche I racconti dello zio Tom? Probabilmente per non istigare polemiche, ricordiamo che la pellicola non ha nemmeno mai avuto un’edizione home video.
Cosa ne pensate di questa soluzione?
Fonte Cinema Blend