A cura di Biagio Petronaci
Quel figurale muro che per anni ha quasi totalmente coperto la stand up comedy in Italia è forse pronto a essere abbattuto, anche grazie al contributo di Netflix, celebre piattaforma di streaming on-demand. Questa tipologia di spettacolo ha come protagonista un comico che, con dei vestiti definibili “normali” e “giornalieri”, tratta delle tematiche spesso abbastanza tortuose, dal sesso alla religione. Nel Bel Paese, la stand up comedy è stato per anni un genere spesso escluso dai palinsesti televisivi. Il pubblico, dopo troppi programmi che appaiono simili e ripetitivi, cerca qualcosa di nuovo. Eppure, qualcuno ci aveva già pensato. Karim Musa, conosciuto sul web con il nickname di Yotobi, e Vincenzo Bordoni, riconoscibile come VKlabe, oramai da diversi anni, calcano i palchi d’Italia. Con un microfono, uno sgabello e la voglia di scardinare ogni certezza, le due icone di YouTube, sulla scia della comicità di Louis CK, Ricky Gervais e George Carlin, trattano argomenti senz’altro molto delicati. Così, tra risate e mirate frecciatine, i due riescono a innescare nello spettatore una sorta di riflessione. Yotobi e VKlabe, così come anche GioPizzi, sono principalmente conosciuti per i loro prodotti pubblicati su YouTube. Il primo, in particolare, ha segnato, almeno in Italia, la storia della piattaforma.
Netflix ha trasformato la stand up comedy quasi nel suo marchio di fabbrica, purtroppo solo in alcuni stati. La TV anglosassone conosce questo genere da molti anni, grazie a personaggi come Richard Pryor, Lenny Bruce, George Carlin, Dave Chappelle e i già citati Louis CK e Ricky Gervais. Perché, in Italia, la stand up comedy è stata per anni un genere di nicchia, apprezzato solo da pochi? Spesso, partendo da tematiche intrinseche nella vita di tutti noi, i comici riescono a far emergere delle realtà nascoste, frenate e indicibili. La finalità di questo particolarissimo cabaret, grazie a esibizioni scorrevoli, incisive e prive del “politicamente corretto”, è proprio quello di portare alla luce dei discorsi che, altrimenti, non avrebbero avuto altro luogo in cui poter emergere. La stand up comedy è divenuta un punto fermo nella comicità inglese. Eppure, spettacoli di questa tipologia sono arrivati anche in Italia.
Netflix è quella piattaforma che permette di mostrare al mondo che anche altri paesi, oltre agli Stati Uniti d’America, l’Inghilterra e il Giappone, possono proporre dei prodotti di altissima qualità, come nel caso di Dark (Germania), La Casa di Carta (Spagna) e 3% (Brasile). Per dare al pubblico italico la possibilità di familiarizzare con questo difficile genere, la società ha recentemente proposto tre nuovi show creati in Italia.
Prodotti da Dazzle, in collaborazione con Aguilar, i tre spettacoli sono stati registrati sul palco di Santeria, a Milano. Il primo, disponibile dal 15 marzo, ha come protagonista il giovane comico Edoardo Ferrario. Il chiarissimo titolo di questo prodotto è Temi caldi. Questo show vuole analizzare delle tematiche attuali, dalla privacy, in un web visto sempre meno sicuro, agli oroscopi.
Francesco De Carlo, con Cose di questo mondo, uscito il 12 aprile scorso, ha portato su Netflix un’esibizione in cui viene narrata, tra vizi e barriere culturali, la sua avventura in Inghilterra. Storia che, come avrete modo di verificare voi stessi, potrebbe benissimo riprendere la vita di molti altri ragazzi che decidono di iniziare una nuova vita in un altro stato.
Il 17 maggio, a conclusione di quella che in Italia potrebbe essere vista come un’innovativa trilogia, è stato il turno de Il satiro parlante, di Saverio Raimondo, già apparso su Comedy Central. Gli spettatori si sono trovati così a dover fare i conti con la normalità. Normalità che farà però emergere, grazie alla potenza della parola, le banalità e controversie intrinseche nella vita.
Di grande importanza per questo fenomeno è Comedy Central, proprietà di Viacom Italia. Il gruppo, infatti, sostiene oramai da diverso tempo la stand up comedy, girando anche per tutto lo stato in cerca dei migliori comici emergenti. Innovativo, audace e indisponente: il nuovo show ideato dal canale televisivo ha tutto ciò che ci aspettiamo da uno spettacolo di questo tipo. Coraggiosa, quindi, è l’azione di Comedy Central, che ha deciso di portarlo in televisione. Un esempio potrebbe essere l’esibizione, disponibile su YouTube, di Giuseppe Sapienza. Questo comico riesce a ironizzare su tutto, anche su temi molto delicati, offrendo comunque alcuni spunti di riflessione, come i metodi di cura alternativi. Girovagando su YouTube, in particolare sul canale ufficiale di Comedy Central, è possibile apprezzare non pochi comici, anche emergenti, che vi faranno sbellicare dalle risate… ma con arguzia!
Questa tipologia di spettacolo potrebbe senz’altro portare un senso di freschezza nella comicità italiana. Questo non significa che gli artisti tradizionali, figli dell’ironia di decine di comici italiani, non debbano più avere uno spazio. La stand up comedy, escludendo totalmente la censura, potrebbe portare anche in Italia quegli show che riescono a far ridere e, allo stesso tempo, riflettere gli spettatori, creando una sorta di rivoluzione.
Rivoluzione che non toccherebbe solo la televisione. Alcuni sketch attualmente proposti nella televisione italiana vengono rielaborati per assecondare la “politically correct” ed evitare di poter offendere qualcuno. Questa può essere la scelta giusta in una società in cui, come afferma lo stesso Sapienza, è possibile scherzare su tutto? Inoltre, chi potrebbe offendersi con delle battute che toccano equamente tutti? Questo genere potrebbe quindi, anche in Italia, produrre delle importanti implicazioni sociali, potendo scherzare anche su argomenti ritenuti molto seri. I comici si potrebbero spingere oltre, senza paura di osare. Non darebbero importanza ai possibili giudizi di un pubblico che, magari sorseggiando un freschissimo drink, è lì proprio per apprezzare quello spettacolo. Per superare i confini creati dai comici “tradizionali”, dalle varie trasmissioni e dagli stessi network, non si può che far affidamento su questa particolarissima tipologia di performance. “Osare” non significa sempre “sbagliare”, ma spesso anche rivoluzionare. Questo format, esportato dall’Inghilterra e arricchito dalla fantasia e dall’arguzia che contraddistinguono molti italiani, potrebbe irrompere in un panorama stracolmo di programmi televisivi eccessivamente simili tra di loro.
Spettacoli dotati di una temerarietà rara, che permetterà loro di trattare molte tematiche, anche quelle più delicate, senza paura di creare scandalo. Non sarà semplice, in un primo momento, capire questo mondo, ma sarebbe plausibile che anche le reti televisive nazionali, da RAI a Mediaset, possano prima o poi decidere di accoglierlo.
Bisognerebbe però non sottovalutare la forza di questi show. Essi potrebbero, infatti, non solo creare una rivoluzione televisiva, ma anche e soprattutto sociale. L’eventuale pubblico italiano, se dovesse mai poter accendere il televisore e trovare uno spettacolo stand up comedy, potrebbe aprire gli occhi e ispezionare nuove realtà che, fino a quel momento, apparivano come dei tabù o di cui, addirittura, non si conosceva neanche l’esistenza. Le icone della televisione, ad esempio Mike Bongiorno (che si sentì dire dall’allora presidente dell’Accademia della Crusca “Lei ha insegnato l’italiano agli italiani”), riescono ad avere la strepitosa capacità di dialogare, con fermezza, semplicità e apparente sincerità, con il pubblico, quasi come se fossero amici di vecchia data.
Milioni di persone, con l’arrivo degli show stand up comedy anche nelle televisione italiana, potrebbero trovarsi davanti a un’arte che rompe ogni barriera e arriva lì dove i classici comici non possono, e spesso non vogliono, arrivare. Resta da scoprire se il pubblico nostrano sia effettivamente pronto a esplorare e scoprire questi “temi caldi”.