Cinema curiosità Attualità Ultime News Festival Oscar & Premi
Le Mans ’66 – La grande sfida si è presentato fin da subito come un film capace di spiccare tra i grandi protagonisti della notte degli Oscar 2020. Alla regia, James Mangold, reduce dal successo di Logan. Davanti alla macchina da presa, due giganti come Christian Bale e Matt Damon. Il progetto, inizialmente prodotto da Fox, è passato sotto le mani della Disney dopo l’acquisizione della compagnia. Proprio la Disney, convinta della bontà di Le Mans ’66, si è fatta sotto con decisione, sottoponendo il film all’attenzione dell’Academy nell’ambito di molteplici categorie.
Spicca la proposta di candidare Bale e Damon per la categoria “miglior attore protagonista”. La cosa in sé non dovrebbe stupire, ma balza all’occhio se rapportata alla tendenza imperante. Non di rado, infatti, le major cercano di “distribuire” le nomination per un singolo film, proponendo il primo interprete nel reparto “miglior attore protagonista”, e facendo concorrere il secondo nella categoria “miglior attore non protagonista”. Questo senza che ci siano confini netti e definiti in grado di decretare l’effettivo “protagonismo” della performance.
Gli Oscar sono infatti vittima di un vuoto legislativo inerente le categorie attoriali. Nessuna regola stabilisce quali siano i criteri utili a discernere la differenza che intercorre tra le performance da protagonisti e non protagonisti. Non basta calcolare il minutaggio, ad esempio. Anthony Hopkins ha vinto la statuetta come “miglior attore” comparendo per pochissimi minuti ne Il Silenzio degli Innocenti. La sceneggiatura, non di rado, non viene presa in considerazione. La distinzione è nelle mani delle major, che possono decidere quale attore candidare nelle due categorie a seconda della convenienza.
A farlo presente, è anche un passo di un articolo di Deadline:
Al Pacino per The Irishman, Anthony Hopkins per I Due Papi, Tom Hanks per A Beautiful Day in the Neighborhood, e persino Jamie Foxx per Il Diritto di Opporsi fanno parte della rosa di attori che concorrerà per farsi largo nella competitiva categoria da “non protagonista” di quest’anno. Brad Pitt, grande favorito, è un altro dei candidati, dato che si è preferito non farlo duellare con DiCaprio – la stessa sorte che è spettata a Hopkins, Hanks, Pacino e Foxx, a favore delle rispettive co-star Jonathan Pryce, Matthew Rhys, Robert De Niro e Michael B. Jordan. Questi ultimi gareggeranno nella categoria “miglior attore protagonista”. E’ stato già annunciato che, per quanto riguarda il film The Lighthouse, Robert Pattinson verrà proposto come “protagonista”, mentre a Willem Dafoe spetterà la categoria da “non protagonista”.
A vederla così, la pratica risulta bislacca e francamente ingiustificata. Molti dei film citati sono tuttora inediti in Italia, ma basta dare un’occhiata ai trailer per rendersi conto che alcuni degli attori candidati come “non protagonisti” avrebbero meritato la categoria dei “protagonisti”. Quello di Brad Pitt è un caso emblematico, dato che, in C’era una Volta a…Hollywood, Quentin Tarantino ha distribuito il minutaggio dedicato ai due protagonisti in maniera abbastanza equa.
Lascia perplessi vedere le categorie attoriali degli Oscar interamente nelle mani delle major, che possono fare il bello e il cattivo tempo. Sarebbe auspicabile la creazione di criteri rigorosi, come quelli che permettono di discernere tra lungometraggi e cortometraggi senza problemi. Di certo è più difficile stabilire se un attore si è calato nei panni di un personaggio principale o secondario. Il minutaggio non è attendibile, in questo senso. Forse la decisione dovrebbe spettare agli sceneggiatori dei film. Chi meglio di loro può determinare chi è davvero il protagonista delle proprie opere? La soluzione al problema non è facile, ma l’argomento merita di essere portato all’attenzione degli appassionati.
Fonte: Deadline.com