Da diverso tempo, è ormai nota l’intenzione di Disney di dominare il fiorente mercato delle piattaforme streaming. Quella che sembrava una landa incontaminata governata da un solo Re, sta per diventare il terreno di scontro di un’accesa battaglia. Sul campo, numerosi contendenti cadranno. I vincitori si spartiranno il bottino. Disney non si accontenterà degli avanzi, e mirerà al premio più ghiotto e succulento.
Proprio per questo, la major ha investito grandi capitali in Disney+, il servizio streaming che esordirà negli Stati Uniti a novembre. Attualmente non si hanno ancora notizie certe in merito al suo arrivo in Italia, ma l’offerta ingolosisce, specie grazie alle serie esclusive targate Marvel Studios e Star Wars. Nonostante l’appetibilità della piattaforma, tuttavia, il “nemico” da sconfiggere, nonché grande favorito, risponde al nome di Netflix.
In previsione dello scontro, Disney ha preso una decisione che ha smosso il popolo del web, sempre pronto ad indignarsi ad ogni piè sospinto: vietare le pubblicità di Netflix su tutti i canali televisivi posseduti dalla casa di Topolino, con l’esclusione di ESPN. Niente spot sulla ABC, per intenderci, una delle reti più popolari negli Stati Uniti. Netflix non potrà promuovere né i propri prodotti, né la propria piattaforma.
E’ uno scandalo? Per capirlo, è necessario rispondere a due domande.
Pensiamo alla realtà nostrana. Mediaset ha mai sponsorizzato trasmissioni targate RAI? La risposta è immediata: no. Ovviamente sussistono eccezioni, e addirittura cross-over tra i conduttori più celebri dei due grandi raggruppamenti radiotelevisivi. Basti pensare a Maria De Filippi al Festival di Sanremo. Tuttavia, nel 99% dei casi, Mediaset e RAI si ignorano bellamente, oppure si citano con intenti ironici e dissacranti (basti pensare a Striscia La Notizia). In ogni caso, mai un prodotto proposto dai concorrenti viene sponsorizzato in modo diretto.
Pensiamo poi al contesto specifico. Netflix ha mai sponsorizzato prodotti targati Disney? La risposta è, di nuovo, subitanea: no. Così come non ha mai promosso altre piattaforme e contenuti diversi rispetto a quelli ad essa appartenenti. Peraltro, in questo caso, non vi sono eccezioni. Netflix esiste come entità unica e separata da tutto il resto dei contenuti multimediali. Dunque, se Netflix ha sempre ignorato Disney, quest’ultima è ancor più legittimata ad agire nello stesso modo.
Quella che può apparire come una mossa truffaldina è in realtà consentita dalle leggi del libero mercato e della concorrenza. Si tratta di una regola corretta? Se ne può discutere. Certamente, però, si tratta di uno status quo in vigore da tempo immemore, e sempre utilizzato allorché due rivali si sono proposti sullo stesso terreno di scontro mediatico. La rivista ufficiale del Milan non parlerà mai in tono glorioso dell’Inter. La WWF non ha mai pubblicizzato i programmi della rivale WCW ai tempi della Monday Night War. E così via.
A questo punto, possiamo solo assistere alla battaglia. Una battaglia che verrà decisa da noi e dai nostri abbonamenti. Mentre, sullo sfondo, fanno capolino nuovi contendenti finora sottovalutati, ma potenzialmente letali.
Fonte: Cnbc.com