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Yado – Red Sonja (FantaDoc)

Pubblicato il 22 agosto 2019 di DocManhattan

Un paio di mesi fa, raccontando la storia di Conan il barbaro, avevamo visto come dopo tutta una serie di incidenti (con e senza cammelli) capitati al futuro Governatore della California, il film con Schwarzenegger si è trasformato in una macchina da soldi, soprattutto nella vita postuma in VHS. Al secondo film della serie, Conan il distruttore (Conan the Destroyer), uscito nell’84 e con un cast quasi completamente diverso, non va però altrettanto bene. Diretto da Richard Fleisher, figlio del grande animatore Max Fleisher, incassa meno del suo predecessore.

Dino De Laurentiis non molla e decide di mettere in cantiere una terza pellicola, incentrata su un personaggio femminile. Schwarzenegger, ormai consacrato stella del cinema d’azione dal Terminator di Cameron, sarebbe apparso in un ruolo secondario. Arnoldone accetta, più che altro per riconoscenza nei confronti del produttore italiano, e sbrigherà la sua parte in sole tre settimane sul set. La protagonista del film sarà invece un’altra creazione del papà di Conan, lo sfortunato Robert E. Howard, da lui presentata nel racconto del ’34 “The Shadow of the Vulture”.

Anche se lì, in realtà, Red Sonya (con la y) di Rogatino era un’eroina del Cinquecento alle prese con un sultano: a trasformarla in una guerriera dell’Era Hyboriana di Conan, la Red Sonja che conosciamo, erano stati negli anni 70 i fumetti Marvel sul barbaro scritti da Roy Thomas. Ma a chi far interpretare questa amazzone?

LA DIAVOLESSA CON LA SPADA

La scelta naturale di De Laurentiis è Sandahl Bergman, la ladra-guerriera Valeria di Conan il Barbaro. Ma l’attrice rifiuta il ruolo da protagonista, scegliendo di interpretare la malvagia regina Gedren. La ricerca della rossa Sonja prosegue per quasi un anno, durante il quale la parte viene offerta a Laurene Landon, finché il produttore non viene a sapere che la Landon è stata Hundra nel film omonimo dell’83. Un’altra amazzone in un altro film fantasy, clone di Conan: si rischia la confusione. La soluzione viene alla fine dalla foto sulla copertina di una rivista, grazie alla quale De Laurentiis nota questa giovane chiamata Brigitte Nielsen.

Brigitte Nielsen è all’epoca una ragazza danese ventunenne. Viene da Rødovre, nei pressi di Copenaghen, ed è stanca di fare la modella, il suo lavoro da quando di anni ne aveva quindici. È in Italia, in visita ad alcuni amici, e sta per ripartire per la Danimarca, quando riceve una telefonata. All’altro capo del telefono c’è Dino De Laurentiis e le dice che vorrebbe farle un provino per un film che ha in programma. Dovrebbe fare un salto a Roma, per discuterne di persona. La Nielsen non ha idea di chi sia De Laurentiis e chiede ai suoi amici. Quelli le rispondono di correre. Lei va, incontra De Laurentiis, e due ore dopo ha la parte. A colpire il produttore sono il fisico da nuotatrice e l’altezza: quando le fanno indossare un costume e leggere sei pagine del copione, Brigitte sembra appena uscita dalla cover di un fumetto Marvel con Red Sonja, la diavolessa con la spada, disegnati da Barry Windsor-Smith.

FREDDO D’ABRUZZO

Red Sonja – che in Italia verrà intitolato Yado, il nome del personaggio simil-Conan di Arnold Schwarzenegger. Personaggio che peraltro in originale ha un altro nome, Kalidor – ha così la sua protagonista. Che però è una modella, non un’attrice. Nel luglio del 1984, Brigitte viene spedita prima a Londra e poi di nuovo a Roma per un corso intensivo di quattro settimane: recitazione, equitazione e scherma. Alle lezioni sul come maneggiare una spada pensa Kiyoshi Yamasaki, che aveva addestrato Schwarzenegger per i due Conan precedenti e che torna in un cameo anche in Red Sonja, come Kyobo.

Le riprese, tutte in Italia – gli interni a Roma, gli esterni in Abruzzo (Campo Imperatore, Celano e Campo Felice) – dovrebbero durare 12 settimane, ma si va un po’ lunghi a causa del cattivo tempo. Alla fine si gira per quasi quattro mesi, durante i quali, nonostante la tempra danese, la Nielsen patisce il freddo della montagna. Non è che il costume di Red Sonja coprisse molto, del resto.

FANTASY MOSTRUOSAMENTE PROIBITI

A dirigere l’esordiente Nielsen è sempre Richard Fleisher di Conan il distruttore. Il copione è degli inglesi Clive Exton e George MacDonald Fraser, la fotografia di Giuseppe Rotunno (Amarcord, Il Gattopardo e tanti altri capolavori del cinema tricolore), le musiche di Ennio Morricone. Nel cast ci sono anche Paul L. Smith (Popeye, Dune), Ernie Reyes Jr. (il Keno di Tartarughe Ninja II – Il segreto di Ooze), Ronald Lacey (I predatori dell’arca perduta), il wrestler Pat Roach, Sven-Ole Thorsen e Janet Agren, attrice svedese protagonista di un’infinità di film in Italia, dagli horror di Fulci a Superfantagenio con Bud Spencer, passando per Sogni mostruosamente proibiti con Villaggio.

La Nielsen non sente la pressione per il suo debutto come attrice. In un’intervista a Starlog, poco prima dell’uscita, dice di avercela messa tutta e di sperare che i critici non siano troppo severi. Con lei e con il film, visto che Red Sonja è “un film fantasy, non materiale da Oscar”. La critica non ci bada molto e demolisce il film. Nelle recensioni dell’epoca, il massimo complimento rinvenibile è che Red Sonja è recitato talmente male da renderlo involontariamente comico. La celebre The Encyclopedia of Fantasy lo accusa anche di una spiccata omofobia, visto che l’omosessualità della regina Gedren viene descritta come un tratto legato alla sua malvagità.

“NON DA OSCAR”

Uscito in sala negli USA il 3 luglio del 1985 (da noi parecchi mesi dopo, nel febbraio del 1986), Red Sonja incassa meno di sette milioni di dollari. Neanche la metà dei soldi spesi per girarlo (circa 17 milioni). Per pescarlo nella classifica del botteghino USA del 1985 bisogna scivolare oltre la top 100, al 105° posto. Brigitte Nielsen sposerà qualche mese dopo Sylvester Stallone – il secondo dei suoi cinque mariti – dopo esser diventata la Ludmilla Drago di Rocky IV.

Di Red Sonja si tornerà a parlare invece nel 2008, per un reboot diretto da Robert Rodriguez e interpretato da Rose McGowan che non vedrà mai la luce. Dopo tutta una serie di passaggi di mano (tra cui quelle di Bryan Singer, scaricato dopo lo scandalo sessuale che lo ha travolto), il progetto è ancora lì, parcheggiato nel limbo di Hollywood. L’ultimo aggiornamento giusto qualche settimana fa, quando è saltato fuori il nome di Jill Soloway per scrivere e dirigere un suo Red Sonja. Lei non vede l’ora, dice.

Speriamo non vada tutto alla malora: là c’è già Crom, occupato.

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