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The Perfect Candidate, la lotta di una donna per cambiare la società araba – La recensione da Venezia

Pubblicato il 31 agosto 2019 di Marco Triolo

Dopo La bicicletta verde, Haifaa Al-Mansour torna con The Perfect Candidate a raccontare una storia al femminile ambientata nella sua Arabia Saudita. Con qualche spunto interessante che ci permette di capire meglio un mondo distante, ma molto più complesso di quanto pensiamo e in costante mutamento.

Al centro del film c’è Maryam (Mila Al Zahrani), una dottoressa che opera nel pronto soccorso di una cittadina di provincia e sogna occasioni di lavoro migliori. Finché non perde un volo per Dubai e per un corso di specializzazione per lei molto importante. L’imprevisto la porterà a candidarsi per caso alle elezioni per il consiglio comunale. Maryam decide di prendere seriamente la cosa, sia per dimostrare che una donna può vincere le elezioni, sia per far asfaltare la stradina che porta al pronto soccorso e contribuire a salvare vite.

Un film ottimista

The Perfect Candidate è un film semplice e lineare, che porta avanti un tema preciso e lo sviscera lentamente. Utilizzando l’umorismo non solo per alleggerire circostanze altrimenti drammatiche, ma anche per mostrare la forza d’animo delle persone anche nelle realtà più soffocanti. Al-Mansour dipinge una galleria di personaggi che restano impressi: oltre a Maryam, suo padre, un musicista in partenza per un tour ambizioso, e le sorelle, tra cui una fotografa professionista. Tutti si muovono attraverso gli spiragli concessi da una società a maglie strette, che però si sta molto lentamente aprendo. Tutti intendono approfittare dei cambiamenti per migliorare la condizione propria e quella degli altri.

Ne esce un film smaccatamente ottimista. Senza rivelare troppo, la parabola di Maryam si fa portavoce del chiaro pensiero della regista: abbiamo fatto strada, ma di lavoro da fare ce n’è ancora tanto. In un momento in cui, in Occidente, stiamo dando per scontate tutte le conquiste fatte nell’ultimo secolo, osservare un punto di vista del genere ha un che di rinfrescante.

Ma The Perfect Candidate è prima di tutto un film riuscito, che sa farci immedesimare nella lotta della sua protagonista. E ci sprona a notare le similitudini tra le nostre società, più che sottolinearne le differenze. L’enfasi sull’utilizzo di internet come mezzo per ottenere informazioni utili è un elemento chiave per capire quanto ormai ogni nazione sia un pezzo di un unico puzzle. Tutti abbiamo qualcosa da imparare gli uni dagli altri. Basterebbe solo sapersi ascoltare senza pregiudizi.

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