A rileggerne oggi le varie fasi, la storia de I racconti della cripta (Tales from the Crypt) ha quasi dell’incredibile. Un elenco infinito di nomi di primissimo piano in quel di Hollywood, in fila per lavorare in una serie TV antologica horror fuori di testa, i cui episodi erano presentati da un pupazzo disgustoso e prodotti dai registi de I Goonies, Ritorno al futuro e I guerrieri della notte. L’idea di Tales from the Crypt nasce grazie a un clamoroso giro hollywoodiano di passaparola, iniziato dal produttore Joel Silver.
Nel 1983, Silver sta lavorando a Strade di fuoco (Streets of Fire) con Walter Hill. I due discutono di alcune pellicole ad episodi uscite da poco e ispirate alle vecchie storie di mistero e paura dei comics anni 50: il film di Ai confini della realtà e Creepshow di Romero. Hill chiede allora al produttore se ricorda i fumetti Tales from the Crypt pubblicati negli anni 50 dalla EC Comics. Silver se li ricorda eccome e pensa che se ne potrebbe fare qualcosa. Acquisisce i diritti, ma non riesce a trovare uno studio interessato alla sua idea di un film formato da tre episodi.
Tre anni più tardi, Silver ne parla con un altro regista famoso, su un altro set. Sta producendo Arma letale e accenna la cosa a Richard Donner, che si dimostra entusiasta. Così Silver, Donner e Hill si rivolgono alla HBO, e il network rilancia: due registi famosi sono già tanta roba, ok, ma ad avercene anche un altro, questa serie antologica partirebbe a razzo. Il terzo dei tre caballeros de I racconti della cripta lo tira a bordo sempre Silver. Parlandone… esatto, a un altro amico dal nome famoso, su un altro set, di un’altra pellicola strafamosa. Il suo nome è Robert Zemeckis, il set è quello di Chi ha incastrato Roger Rabbit, e la HBO ha trovato il suo terzo regista di grido come produttore esecutivo.
Tales from the Crypt debutta con il primo dei suoi 93 episodi da mezz’ora il 10 giugno del 1989. L’Hitchcock horror che introduce gli episodi, il Crypt Keeper, il Guardiano della Tomba, è un pupazzo animato dal team di Van Charles Snowden (che in carriera, tra le altre cose, ha dato vita a Chucky la bambola assassina e contribuito a creare i movimenti di quei dannati Furby) e doppiato da John Kassir. In Italia la serie arriverà in TV nel ’92 come Racconti di mezzanotte, per poi cambiare titolo in I racconti della cripta.
Le sei puntate della prima stagione mostrano agli statunitensi cosa la serie può fare, e cioè praticamente di tutto. È con Tales from the Crypt che nasce il mito della HBO libera dai paletti televisivi, è per queste storie dell’orrore piene di violenza esplicita e scene di nudo che viene coniato, in uno spot, lo slogan “It’s not TV, it’s HBO”. Tanto che per la trasmissione in seconda battuta della serie sulla TV via etere tradizionale (un canale a cui la HBO non vuole rinunciare: sono soldi e pubblicità del suo marchio), viene realizzata una versione censurata di ciascun episodio, con tutta una serie di tagli a immagini e dialoghi. Ma soprattutto, quelle sei puntate hanno alle loro spalle mezza Hollywood. I primi tre episodi li dirigono, nell’ordine, Hill, Zemeckis e Donner. Tra gli attori, Amanda Plummer, Joe Pantoliano, Lea Thompson. All’improvviso, tutti vogliono diventare una pagina di quel gran zibaldone horror-ammiccante che sta diventando I racconti della cripta.
Così, nelle stagioni successive, troviamo singoli episodi diretti da Arnold Schwarzenegger (che si fa pagare solo 15mila dollari e si diverte come un matto a confezionare la seconda puntata della season 2), Michael J. Fox, Tom Mankiewicz, Tobe Hooper, Tom Hanks, John Frankenheimer, Bob Hoskins. Dall’altro lato della macchina da presa, un elenco infinito di star, da Demi Moore e Lance Henriksen a Whoopi Goldberg, John Astin, Iggy Pop, Joe Pesci e Malcolm McDowell. E ancora Tim Roth, Kirk Douglas (in un grandioso omaggio a Orizzonti di gloria di Kubrick da parte di Zemeckis), Dan Aykroyd, Adam West, Brad Pitt, Timothy Dalton, Steve Buscemi, Isabella Rossellini e tanti, tanti altri.
L’ultima stagione viene realizzata in Inghilterra, agli Ealing Studios, anche perché si è ormai saccheggiato tutto il sottobosco della capitale del cinema e occorrono facce nuove. Come quelle di Ewan McGregor e di un giovane Daniel Craig. La serie si chiude il 19 luglio del 1996 con un episodio animato, la rilettura horror de I tre porcellini, “The Third Pig”.
Il fenomeno di Tales from the Crypt non si esaurisce però nella serie TV principale. C’erano infatti i film spin-off, tanto per iniziare. Il primo, I racconti della cripta: Il cavaliere del male (Demon Knight), nel ’95, va molto bene. Il secondo, dall’improbabile titolo originale di Bordello of Blood (in italiano Il piacere del sangue), è invece un flop clamoroso e azzoppa la collana di pellicole. Due dei film in programma per questa serie troveranno altrove la loro strada. Si tratta di Sospesi nel tempo (The Frighteners) di Peter Jackson e Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez. Magari ne avete sentito parlare…
C’erano inoltre la serie TV animata per la ABC, Tales from the Cryptkeeper (su Canale 5 diventerà Brividi e polvere con Pelleossa), tre stagioni spalmate tra il ’93 e il ’99, e perfino un game show per bambini al sabato mattina, Secrets of the Cryptkeeper’s Haunted House. Dove due squadre di ragazzini si sfidavano in prove come Worminator e Skullduggery. Nel ’97 la HBO prova a ripetere la formula vincente con Perversions of Science, racconti di paura ma a fondo sci-fi, per ripescare lo spirito di altri fumetti EC Comics, come Weird Science e Weird Fantasy. Con tanto di robot femmina in CGI, Chrome, a introdurre le storie. Ma dura solo due mesi e dieci episodi. Nel 2016 salta fuori questa storia di un revival di Tales From the Crypt curato per il canale TNT da M. Night Shyamalan, che avrebbe dovuto fare a meno del Crypt Keeper per una questione di diritti. Ma il progetto è stato accantonato qualche tempo dopo.
Di quella vecchia lenza dello Zio Tibia, invece, parliamo magari un’altra volta. Buoni brividi estivi a tutti.