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StreamWeek: i ragazzi di The Boys sono in città per fare danni

Pubblicato il 05 agosto 2019 di Michele Monteleone

Durante la mia assenza sono usciti The Boys, una nuova serie ispirata a un fumetto di Garth Ennis (su Prime Video), Baby Driver su Netflix, su cui trovate anche il nuovo spettacolo di Aziz Ansari e la nuova stagione di Orange is the New Black.

Sono mancato un po’ per colpa di lavoro e vacanze, ma da oggi dovrei tornare stabilmente a occuparmi della rubrica. Per colmare le mie mancanze ho deciso di raccontarvi quello che vi siete persi in un lungo recupero speciale. Ora che siamo tornati insieme non ci lasceremo mai più.

IL RECUPERO

Su Netflix in settimana è ricominciata Orange is the New Black. Sinceramente dopo la seconda stagione mi sono iniziato ad annoiare, ma pare che invece la serie marci molto bene visto che quella uscita è la settima. Quindi se amate la serie, siete avvertiti, le ragazze sono tornate.

Se invece non volete proprio alleggerirvi la vacanza con una commedia carceraria, posso consigliarvi di deprimervi e piangere come fontane con Manchester by the Sea, su Infinity. Il film racconta la storia di un uomo che si porta sulle spalle un enorme senso di colpa e che trova un modo per affrontarlo, iniziando ad occuparsi del figlio del fratello appena morto. è un film molto duro, in cui si esplorano le reazioni degli uomini alla sofferenza, ma vale la pena farsi un po’ male per vedere un grande Casey Affleck dare una delle migliori prove della sua carriera.

Proseguiamo con l’alternanza tra un colpo al cuore e qualcosa di più leggero con lo strambo prodotto Netflix Frankenstein’s monster’s monster, Frankenstein. Un mockumentary scritto e interpretato da David Harbour che interpreta se stesso che indaga su una piece teatrale interpretata dal padre (interpretato sempre da David Harbour). Il mockumentary è una vera e propria follia e penso sia stato possibile realizzarlo solo grazie al fatto che Harbour sta vivendo un momento di particolare fama. Chiunque altro avesse proposto un’idea come quella di Frankenstein’s monster’s monster, Frankenstein, penso che sarebbe stato cacciato a calci fuori dallo studio. Invece ora ci ritroviamo con questa locura di altissimo livello che mi ha lasciato davvero di sasso.

Non fermiamo la nostra altalena di sentimenti. Dopo Harbour e il suo folle Frankenstein torniamo al dramma con Black Death uno di quegli horror piccoli, ma molto efficaci che quando uscì, nel 2010, mi folgorò con la sua crudezza. La storia di un cavaliere fedele alla chiesa, interpretato da un bravissimo Sean Bean. All’altro lato dello spettro del genere, direi che c’è Thor: Ragnarok su Netflix da un paio di settimane. La maggior parte dei fan del Marvel Cinematic Universe lo odia, io mal sopporto la maggior parte dei film della casa delle idee, ma questo mi è sembrato distinguersi dalla massa indistinta di produzioni tutte uguali a sé stesse. Non mi sento di scandalizzarmi perché hanno trasformato in una macchietta Thor, è lo stile di Taika Waititi e se avete amato il suo What we do in the Shadows non potete non apprezzare il coattissimo Ragnarok.

Arriva su Netflix Baby Driver – Il genio della Fuga, l’ultimo film di uno dei registi più interessanti degli ultimi anni. Edgar Wright ha consacrato il suo nome tra gli appassionati grazie alla soprannominata trilogia del cornetto formata da La Notte dei Morti viventiHot Fuzz The End of the World. Come se un film sugli zombi, un action e un film di fantascienza non fossero abbastanza per mandare in brodo di giuggiole il mondo nerd, Wright ha anche realizzato uno dei più interessanti adattamenti di un fumetto della storia del cinema (mi riferisco a Scott Pilgrim vs. The World). Dopo questa rapidissima ascesa (in cui ha infilato anche la sceneggiatura di Tin Tin) la sua carriera ha subito una battuta d’arresto mentre lavorava ad Ant-Man, film del Marvel cinematic universe da cui è stato cacciato per divergenze creative (leggere “aveva uno stile e non si uniformava morbosamente alla medie di quell’universo cinematografico”). Con Baby Driver la caratteristica fondante del cinema di Wright, un montaggio narrativo che riesce a evidenziare e aumentare la comicità, la tragedia e il ritmo delle sue pellicole, viene portato all’estremo, trasformando il film in un musical action senza soste. Da guardare con il volume al massimo!

Su Now Tv hanno caricato in blocco tutte le stagioni di Veep la serie comedy dedicata alla vicepresidente più imbranata di sempre. Una di quelle commedie in cui l’imbarazzo empatico ti paralizza prima di farti scoppiare a ridere. In Veep, per sette anni, Julia Louis-Dreyfus ha dato prova della sua inesauribile capacità di attrice comica, guadagnandosi tonnellate di premi e settando molto in alto il livello della recitazione per le sue concorrenti al titolo di migliore attrice in una comedy.
Una commedia del tutto differente è quella di La bottega degli Errori, una spassosissima commedia inglese nerissima in cui un barbiere uccide per sbaglio una persona nel suo negozio e innesca una serie di insensati omicidi facendo accatastare i cadaveri come legna da ardere. Robert Carlyle Ray Winstone sono davvero bravissimi, ma Emma Thompson, invecchiata e nei panni dell’acidissima madre di Barney è davvero monumentale. La Bottega degli Errori è uno di quei film piccoli che si rivelano grandi sorprese.

Non ci sono le solite divisioni in questo mio lungo post di recupero, ma se proprio dovessi scegliere direi che entriamo in zona “podio” con il mio prossimo consiglio. Da poco è arrivato su Netflix il nuovo spettacolo di Aziz Ansari: Right Now girato da Spike Jonze. Aziz è stato implicato in uno degli scandali del me too meno convincente di sempre (non a caso molte riviste femministe si sono schierate in sua difesa). Lo scandalo però è rimasto attaccato addosso ad Ansari che non arriva più sul palco come un folletto impazzito in completo e con un sorriso a trentadue denti, ma con aria dimessa e una t-shirt dei Matallica. Alterna momenti di comicità a elementi fortemente introspettivi, ma devo dire che, alla fine della fiera, mi sembra un po’ sbiadito rispetto al suo solito.

Su Tim Vision esce uno dei film più interessanti degli ultimi anni. Civiltà Perduta di James Gray la storia di Percy Fawcett, che nella Gran Bretagna dell’inizio del secolo scorso ha davanti a sé scarse possibilità di avanzare di grado e quindi accetta la proposta della Royal Society di andare in Amazzonia per mappare un territorio completamente sconosciuto all’occidente. Fawcett lascia la moglie per una missione che dovrebbe durare due anni, ma si perde e diventa tanto ossessionato dalla ricerca di una città nascosta nel folto della giungla, che la sua fissazione diventa la sua unica ragione di vita. Il film è un’immersione nell’ossessione, ma anche dell’abnegazione totale alla scoperta.

Ho lasciato per ultimo The Boys, sbarcato la scorsa settimana su Pime Video e tratto da una serie a fumetti di Garth Ennis. The Boys arriva (o meglio torna) nel momento storico perfetto. Quando la Marvel allaga le sale cinematografiche di sbiaditi cinecomics, questo gruppo di brutti sporchi e cattivi superuomini, che non si fanno certo scrupolo di usare le loro abilità per sottomettere i normali esseri umani, ci scuotono dal torpore patinato della filiera marvel. La serie, creata da Seth Rogen e Evan Goldberg, che avevano già lavorato su Preacher, sempre tratto da un fumetto di Ennis, riesce perfettamente a restituire lo spirito dissacrante del fumetto originale e ad aggiornarne con successo i temi consegnandoci, durante l’estate, quella che probabilmente sarà una delle migliori serie dell’anno.

Alla prossima settimana, miei fedeli bingewatchers: se vi è piaciuto qualcuno dei consigli che vi ho dato, se volete segnalarmi qualcosa che mi sono perso o se volete suggerirmi qualcosa di cui discutere la prossima settimana, vi invito a commentare l’articolo. La vostra guida allo streaming compulsivo è sempre disponibile!

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