Cinema Recensioni Festival

Il sindaco del Rione Sanità – La recensione da Venezia 76

Pubblicato il 30 agosto 2019 di Marco Triolo

Dopo aver concluso la sua trilogia sulla storia d’Italia – composta da Noi credevamo, Il giovane favoloso e Capri-RevolutionMario Martone cambia registro, pur continuando a parlare del Paese. Il sindaco del Rione Sanità, suo nuovo film presentato, come i precedenti, a Venezia, adatta con grande fedeltà il testo teatrale omonimo di Eduardo De Filippo. Ma lo sposta al presente, come già fatto nella versione teatrale dell’opera, da lui diretta nel 2017.

Al centro delle vicende troviamo Antonio Barracano (Francesco Di Leva), boss del rione Sanità di Napoli, conosciuto come “il Sindaco”. Barracano si occupa di dirimere le liti e amministrare la giustizia nel quartiere. Un giorno, il figlio di un panettiere gli fa visita per comunicargli l’intenzione di uccidere suo padre, con il quale è in pessimi rapporti. Barracano, che rivede nel ragazzo la sete di vendetta che da giovane lo rese ciò che è ora, decide di risolvere la questione a modo suo. Ma il prezzo sarà alto.

Cinema e teatro

L’impianto teatrale del film è evidente: quasi tutto si svolge in interni, salvo alcune scene nei possedimenti attorno alla villa di Barracano sulle pendici del Vesuvio e una breve ma fondamentale sequenza a Napoli. Eppure la scelta di restare incollati al testo non appesantisce il film. Anche perché Martone, come ha poi spiegato in conferenza a Venezia, sceglie di infondere ai dialoghi e alle scene un ritmo “da musica rap”, aiutato in questo da un cast in stato di grazia.

Di Leva in particolare è fantastico nel ruolo di Barracano, una parte interpretata in origine dallo stesso De Filippo e, dunque, pensata per un uomo di 70 anni. Il fatto che qui sia invece interpretata da un attore giovane cambia un po’ la prospettiva su alcune svolte della storia. Ed è un elemento chiave per aggiornare il testo ai giorni nostri, in cui i boss della Camorra sono più giovani di un tempo.

L’influenza di Gomorra

Per il resto, il racconto si focalizza su una rappresentazione romantica della criminalità organizzata che, oggi, è per certi versi datata. Ma forse proprio per questo, e per l’energia infusa dal cast a ogni scena, riesce a elevarsi oltre la quotidianità per farsi racconto morale e parlare del concetto di giustizia e del bisogno di pace.

Una visione diametralmente opposta a quella di Gomorra (la serie). Paradossalmente, però, Il sindaco del Rione Sanità non può fare a meno di riconoscerne l’impatto estetico ed è costretto a piegarsi alla sua influenza. Ma trova una sua voce, tra melodramma e commedia, violenza e ironia, raccontando una storia sedentaria con la forza trascinante di un thriller d’azione.