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Il cinema occupa un ruolo di primo piano nell’immaginario collettivo, ed è anche per questo che la critica cinematografica – sorprendentemente – può ancora esporsi a grandi polemiche. Certo, nessuno si sarebbe aspettato che una recensione di Dora e la città perduta potesse suscitare simili proteste, ma il pezzo di Todd McCarthy su The Hollywood Reporter sta accendendo gli animi del web, soprattutto negli Stati Uniti, dove molti utenti di Twitter si sono scagliati contro il recensore.
Il punto è che McCarthy, nell’analizzare questa trasposizione dell’omonima serie animata per bambini, ha scelto un approccio decisamente inopportuno, poco adatto a un film del genere. Gran parte del suo articolo si concentra infatti sull’erotismo latente dei personaggi principali – Dora, interpretata dalla diciottenne Isabela Moner, e Diego, il diciannovenne Jeffrey Wahlberg – che resterebbe nascosto e represso come in una produzione degli anni Cinquanta. “Dora e la città perduta sembra voler proiettare una versione pre-sessualizzata della giovinezza” scrive il critico, “mentre qualcosa di un po’ più reale palpita inosservato sotto la superficie, e la sua presenza viene rigorosamente ignorata. Per apparire credibile, questa storia sarebbe dovuta essere ambientata nel 1955”.
this is about dora the explorerhttps://t.co/QWTR914VBn pic.twitter.com/kzUBbHqCqS
— Molly Priddy (@mollypriddy) July 29, 2019
Questa visione ha scandalizzato numerosi lettori americani, in un paese dove ancora persiste un sottile puritanesimo bigotto (non a caso, alcuni si dichiarano scioccati dall’uso del termine “throbbing”, che potremmo tradurre con “palpitante”). C’è da dire, però, che stavolta le reazioni sono piuttosto condivisibili. McCarthy filtra Dora e la città perduta attraverso uno sguardo maschile che – questo sì – tende a sessualizzare tutto ciò che vede, lamentando la disparità fra il suo punto di vista (quello di un uomo eterosessuale di quasi 70 anni) e le scelte creative di un film per bambini. Tutto il resto – a parte un accenno alle blande sfide che si parano davanti alla protagonista – passa in secondo piano, lasciando spazio al discorso sull’erotismo mancato e la supposta ipocrisia della produzione.
Il critico parla di film “disinfettato e accuratamente sciacquato”, dimenticandosi che sta scrivendo dell’adattamento di Dora l’esploratrice: un cartoon educativo rivolto ai giovanissimi. È vero, Dora e la città perduta aumenta l’età dei protagonisti e aggiunge ulteriori elementi d’avventura, ma il target rimane lo stesso, e non si può pretendere che ipersessualizzi i personaggi. La critica sarà sempre un affare soggettivo, su questo non ci sono dubbi, ma quantomeno bisognerebbe essere consapevoli della natura del prodotto che si sta recensendo.
“WHY AREN’T THE CHARACTERS IN DORA THE EXPLORER FUCKING” – this review, essentially
listen you know I love thirst but please oh god no https://t.co/U3czjdLojb
— alanna bennett (@AlannaBennett) July 29, 2019
“Throbbing” is a word that should be used sparingly in romance novels at most and definitely not in a film review for DORA THE EXPLORER pic.twitter.com/eQE57RdRRw
— Carly Lane-Perry (@carlylane) July 29, 2019
Ah good the disturbing Dora the Explorer movie reviews have begun dropping pic.twitter.com/VrlmQ4xbP5
— Alex Zalben (@azalben) July 29, 2019
I know we joke like “haha all guys do is think about their dicks” but then THE HOLLYWOOD REPORTER publishes a review of the Dora the Explorer movie that laments its “pre-sexualized version of youth” and you realize that yup….that dude assumed Dora was about his dick.
— alexis nedd (@alexisthenedd) July 29, 2019
“Dora the Explorer isn’t fuckable enough,” is not a take I was ready to read from a mainstream outlet.
2019 is fucking bonkers.
— C. Robert Cargill (@Massawyrm) July 29, 2019
Il ruolo di Dora l’esploratrice è interpretato da Isabela Moner, giovane attrice nota soprattutto per Growing Up Fisher, 100 cose da fare prima del liceo, Transformers: L’ultimo cavaliere, Nut Job 2: Tutto molto divertente e Sicario 2: Soldado. Nel cast figurano anche Michael Peña (il padre di Dora), Eva Longoria (Elena Marquez, madre dell’avventuriera), Eugenio Derbez e Jeffrey Wahlberg (Diego). Benicio Del Toro presta la voce alla volpe Swiper, mentre Danny Trejo è la scimmietta Boots.
La sceneggiatura è stata affidata a Danielle Sanchez-Witzel e Nick Stoller, noto per aver diretto Cicogne in missione, Cattivi vicini, 5 anni di fidanzamento, In viaggio con una rock star, Non mi scaricare e la serie Friends from College, quasi tutti scritti da lui; ha inoltre firmato i copioni di Dick & Jane, Yes Man, I Muppet, I fantastici viaggi di Gullier, Zoolander 2, Capitan Mutanda e altri film. La regia sarà invece curata da James Bobin, lo stesso de I Muppet, Muppets 2 – Ricercati e Alice attraverso lo specchio.
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– Danny Trejo darà la voce a Boots in Dora e la città perduta
– Benicio Del Toro darà la voce a Swiper in Dora e la città perduta
– Isabela Moner è Dora l’esploratrice nella prima immagine del film
Per chi non lo sapesse, Dora Marquez è una bambina ispanica di 7 anni che in ogni episodio parte per un viaggio alla volta di un luogo da scoprire, un oggetto da trovare o qualcuno da salvare. Al suo fianco ci sono la scimmietta Boots e altri personaggi, i quali spesso si rivolgono direttamente allo spettatore e restano in silenzio per attendere una risposta: si tratta infatti di un cartoon educativo, finalizzato anche all’insegnamento dello spagnolo (o l’inglese, nell’edizione italiana). È stato trasmesso per 8 stagioni, dal 2000 al 2014.
Ebbene, nel film c’è una fondamentale differenza rispetto alla serie animata: Dora, infatti, è un’adolescente, e va a vivere in città da suo cugino Diego (protagonista dello spin-off Vai Diego, incentrato sul soccorso degli animali in difficoltà).
Fonte: The Mary Sue