StreamWeek: nonostante l’adattamento, è comunque la settimana di Neon Genesis Evangelion

StreamWeek: nonostante l’adattamento, è comunque la settimana di Neon Genesis Evangelion

Di Michele Monteleone

Altra settimana estiva interessante per la nostra rubrica di streaming: arriva su Netflix Evangelion, anche se con un pessimo adattamento, su Infinity sbarca Aquaman, uno dei film di supereroi più divertenti degli ultimi anni e ritornano Dark e Big Little Lies.

Un gruppo di ragazzini contro le forze del male” dovrebbe essere riconosciuto come il soggetto perfetto. Non è un caso se due tra i film a cui sono più affezionati condividono, più o meno, la stessa trama. Sto parlando di Scuola di Mostri, che purtroppo ancora non è disponibile in streaming, e Ammazzavampiri, che invece arriva in tutta la sua gloria anni ottanta su Prime Video. Il film, anche se è una storia per ragazzi, ha un paio di scene davvero inquietanti.

Gli adattamenti dei titoli italiani sono per lo più assurdi, ma con 1981: Indagine a New York, devo dire che si sono superati. Il film, in originale A Most Violent Year, vede alla regia J.C. Chandor (ultimamente ha messo la sua firma sul bellissimo Triple Frontier) e come protagonisti principali Oscar Isaac e Jessica Chastian in forma smagliante. Lo trovate da questa settimana su Rai Play è un thriller vecchia maniera, mi ha ricordato molto Vivere e Morire a Los Angeles, non tanto per la storia, che qui segue un emergente distributore di carburante che lotta senza sosta per continuare a fare la cosa giusta, per continuare a non piegarsi all’illegalità, neanche quando i suoi carichi di carburante iniziano a venire rubati e dirottati da un’organizzazione mafiosa, ma piuttosto per quella fotografia livida e per un paio di scene d’azione, un inseguimento in primis, che sembrano direttamente ispirati da quelli di William Friedkin. Questo è uno di quei consigli che vi do con particolare enfasi, 1981: Indagine a New York è davvero un gran film da recuperare.

Se seguite questa rubrica, sapete che ho un debole per Ben Affleck nel suo ruolo di regista. Il suo ultimo film è andato ingiustamente male, La legge della notte è certamente un film un po’ lungo e dai ritmi dilatati, ma contiene un paio di grandi scene d’azione, una sparatoria e un’inseguimento che mettono in luce la bravura del nostro come regista action. Non che dopo un film come The Town ce ne fosse granché bisogno, ma un promemoria ogni tanto non fa male. La storia è ambientata nei ruggenti anni ’20 del proibizionismo. Joe Coughlin, il protagonista interpretato da Affleck, è il figlio di un commissario della Polizia di Boston, che è però diventato un fuorilegge. Il suo è un lavoro pericoloso, perché ruba agli stessi mafiosi che trafficano in alcol. Viene costretto a scapapre da Boston e si trasferisce a Tampa dove in breve tempo diventa il boss dei contrabbandieri di rum. Come dicevamo un film lento, a volte un po’ sfilacciato, ma vale comunque una visione, lo trovate da questa settimana su Infinity.

Vi faccio anche presente che su Netflix è arrivata la seconda stagione dell’intricatissimo Dark, serie tedesca che mi aveva molto stupito lo scorso anno. Sono cosciente che probabilmente il mistero, nel mistero, nel mistero, nel mistero, che è ha dato forma alla serie, non verrà mai rivelato, ma non ho mai sentito questa grande necessità di chiusura, apprezzo le narrazioni in cui sono più interessanti le domande delle risposte, in cui tutto si regge sull’atmosfera creata dal racconto. Detto questo, permettetemi un po’ di romano nel dire: magari aveccene de serie così in Italia!

Chiudo, sconsigliandovi La Torre Nera, tratto dal’omonimo romanzo di King, ora su Netflix. L’unico motivo per guardarlo potrebbe essere un desiderio di completismo per voi kinghiani duri e puri. Peccato, Idris Elba e Matthew McConaughey erano davvero perfetti nelle loro parti.

Ogni settimana seleziono per voi tre visioni imprescindibili, non sono sempre i migliori usciti (anche perché se una settimana caricano Quarto Potere, non potrei mai dirvi che l’ennesima serie di supereroi con gli effetti visivi realizzati con paint, è meglio), ma sono sempre le serie o i film più attesi, chiacchierati, snobbati o anche solo criticati degli ultimi sette giorni. O semplicemente quelli che piacciono più a me.

Aquaman (Infinity)

La lunga lotta tra i fan della Marvel e quelli della DC dura da molto prima che i supereroi finissero al cinema, ma se chiedete a me, la trovo un po’ inutile. Anche perché alla DC hanno batman e quindi è chiaro chi vince. Detto questo è vero che la Marvel sta dominando la scena dei cinecomics (personalmente odio il neologismo) da parecchio, anche se, a guardare gli incassi, veri e propri flop la Warner non li ha mai subiti. Eppure mi sento deisamente più affine alla filosofia della Warner che continua a produrre film grandi, con budget alti e registi con una forte impronta autoriale, nel bene o nel male. È il caso di Aquaman, affidato a James Wan, regista horror legato a doppio filo alla Blumhouse, ma che aveva già dimostrato di saper gestire alti budget e eguali livelli di spettacolarità in un film come Fast & Furious 7, che lo ricordiamo ai meno attenti, è un film in cui le macchine volano. Per davvero. Comunque tornando al nostro Aquaman, Wan si riconferma un autore dotato del senso della scala e confeziona un film grande in tutto. La sua Atlantide e viva e spettacolare e in un mondo cinematografico in cui i cinecomics sono fratelli di poco maggiori alle serie televisive, ci ricorda quanto grande può essere il grande schermo.

Neon Genesis Evangelion (Netflix)

Eravamo (a occhio, la mia generazione e quella prima) tutti molto eccitati all’idea di rivedere Evangelion su Netflix. Chiarisco: non è che non avessimo già i dvd a casa o non sapessimo che si trovavano già in streaming gli episodi, ma questa versione di Netflix sarebbe stata la prima in HD. Neanche in giappone è disponibile il blu-ray. Quindi sì, anche se ho visto un po’ di scetticismo in giro, c’erano ottimi motivi per aspettare l’arrivo di Evangelion su Netflix. Come è andata? Se avete aperto un qualunque social negli ultimi giorni, la risposta la sapete già. L’adattamento italiano è una schifezza, la lingua che parlano nella versione tradotta è un linguaggio astruso e privo di qualunque coerenza sintattica. Un vero peccato, lo ammeto, ma non dovrebbe fermarvi dal recuperare o rivedere, una delle migliori serie animate degli ultimi vent’anni. Il ritorno di Evangelion arriva infatti in un momento storico tristemente opportuno. Un gruppo di umani che si sacrifica per spostare più in là la fine del mondo, è un tema tristemente attuale. Se poi a questo ci aggiungete anche dei robottoni che si menano nelle migliori sequenze animate (forse) di sempre, direi che quello su Netflix, in HD con l’audio originale e i sottotitoli in italiano (non sono fatti dallo stesso incapace che ha curato il doppiaggio), è un appuntamento imperdibile.

Big Little Lies (Now Tv)

Big Little Lies è, se servisse, un’ulteriore conferma della grande qualità della produzione HBO che, in barba agli astri nascenti delle piattaforme di streaming, continua a sfornare contenuti di grandissima qualità. Le tre protagonistedella serie, Celeste, Jane e Madeline sono tre amiche e madri che vivono a Montereye. Tre donne con esistenze comuni in cui le beghe tra ragazzi a scuola sembrano essere il centro dei loro problemi. Madeline soffre perché la figlia sta crescendo a fianco della nuova compagna dell’ex marito, Jane è una ragazza madre con un trauma alle spalle, Celeste subisce gli abusi e le violenze del marito. Vite come molte che però vengono scosse e cambiate per sempre da un omicidio, avvenuto durante una festa di beneficenza per i genitori nella scuola frequentata dai loro figli. È in quel momento che la normalità delle loro esistenze si piega e distorce rivelando l’orrore della quitidianità di queste tre donne e dell’apparentemente pacifica comunità che le circonda. Qui in questa settimana è arrivata la seconda stagione su Now Tv, Non penso sia neanche necessario sottolineare quanto le eccezionali performance attoriali di Reese Whiterspoon, Nicole Kidman e Shailene Woodley, siano uno dei motori propulsori di questa grande serie HBO.

Come tutte le settimane, siamo arrivati all’ultima parte della rubrica dedicata a una chicca, a un contenuto che probabilmente vi siete persi nell’uragano di novità con cui veniamo bombardati.

…e ora parliamo di Kevin (Rai Play)

Ho recuperato da poco questo strano, stranissimo, film con protagonisti una straordinaria (difficile che non lo sia) Tilda Swinton e un precoce Ezra Miller, impegnato in una parte davvero complicata. Infatti il nostro è il kevin del titolo, un bambino legato da un rapporto profondamente conflittuale con la madre. Però detta così, mi rendo conto che non si comprenda appieno la profondità della tana del bianconiglio in cui vi andrete ad infilare guardando il film. Infatti la storia ci mostra l’altra faccia della maternità, non la più grande gioia della vita di una donna, ma l’orrore di un figlio che non solo sembra non amare la nostra Tilda, ma che la sabota in ogni modo possibile. E crescendo le cose non migliorano, Kevin diventa un asociale, si distacca sempre di più da quella linea di condotta che definiamo umana, per uscire completamente dal consesso sociale commettendo un crimine efferato che, come atroce conseguenza, vedrà anche la madre allontanata dalla comunità in cui vive. Il racconto procede tramite immagini quasi psichedeliche in un montaggio alternato tra la triste realtà del personaggio della Swinton e il suo passato che, poco a poco, ci rivela la verità su quello che ha fatto Kevin per far finire lui in prigione e rendere la madre una paria.

Alla prossima settimana, miei fedeli bingewatchers: se vi è piaciuto qualcuno dei consigli che vi ho dato, se volete segnalarmi qualcosa che mi sono perso o se volete suggerirmi qualcosa di cui discutere la prossima settimana, vi invito a commentare l’articolo. La vostra guida allo streaming compulsivo è sempre disponibile!

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