Durante l’intera durata di Giugno, il mese dell’orgoglio LGBT, Netflix ha rilasciato numerose serie che fanno proprie tali tematiche, sia che vi siano in maniera quasi totalitaria incentrate, come i prodotti originali Trinkets o Tales of the City o la serie Glee, sia che tocchino solo marginalmente tali temi, come nel caso di Jessica Jones o 3%.
La componente LGBT è praticamente sempre presente nelle serie originali Netflix, che fin dagli esordi ha fornito una proposta inclusiva e open-minded; di seguito, elenchiamo alcune delle serie dalla più marcata tematica di genere, dagli show originali a quelli in concessione, in onore dell’appena passato mese del pride!
“Figlio” di due sorelle entrambe transgender, Lana e Lilly Wachowky, Sense8 è diventato in breve tempo un cult, ma anche uno “show manifesto” della diversità: gli 8 protagonisti ed i loro comprimari coprono una vastissima gamma di situazioni e di diverse sessualità, riuscendo anche ad arrivare, tramite le dinamiche fantascientifiche della mente condivisa dei protagonisti, ad una fluidità sessuale e di genere che assume la rilevanza di una metafora sociale di stampo futuristico.
Iconica la scena del Pride, girata davvero durante il Gay Pride di San Paolo del 2016.
Dopo anni passati lontani dalla sua città d’origine, San Francisco, Mary Ann torna a casa, scoprendo che ben poco è cambiato e che nonostante la mezza età, gli amici di un tempo sono ancora eccentrici come allora. La serie è tratta dai libri di Armistead Maupin, e vede nel cast Ellen Paige, Laura Linney e Paul Gross; si tratta sostanzialmente di un omaggio alla diversità e all’inclusività della città di San Francisco, simbolo mondiale di tolleranza e apertura.
Nuovissima serie dal carattere adolescenziale di Netflix, incentrata su 3 ragazze con problemi di cleptomania: rubare è la risposta ai problemi di Elodie, Moe e Tabitha, diversissime fra loro ma accomunate dalla “passione” per il taccheggio. L’omosessualità di Elodie, la protagonista della vicenda (interpretata dall’attrice sedicente “queer” Brianna Hildebrand) è centrale nella storia, raccontata delicatamente a partire dai primissimi passi della ragazza verso la definizione di sé stessa.
Una delle primissime serie Netflix, che ha fatto fin dagli esordi della delicata ed efficace trattazione dei rapporti omosessuali fra le sue protagoniste la sua forza (a volte, specie nelle prime stagioni, non senza una punta di bieca malizia rivolta allo share). Le avventure delle detenute del Litchfield sono ormai storia della tv, verso una stagione finale che arriverà fra poco meno di un mese.
Un prodotto diverso fra i diversi: Special racconta la tenera ed ingenua storia di Ryan, che ai tipici problemi sentimentali di un timidissimo ragazzo appena affacciatosi al mondo omosessuale deve aggiungere quelli dati da una paralisi cerebrale congenita (ricalcata sulla vera storia del suo creatore ed interprete principale, Ryan O’Connell).
Netflix riprende il concetto di Queer Eye (che non a caso perde la coda For the straight guy) creando un programma di alto livello che riparte da zero: uno show malizioso e buonista quanto basta per raccontare storie più commoventi e socialmente impegnate che divertenti e spensierate come in passato. I nuovi Fantastici 5, i cinque omosessuali che di episodio in episodio irrompono nella vita di una persona (o di una famiglia) in particolare, non si limitano più a rifare il look del fortunato di turno, ma indagano – grazie ad un casting perfetto e ben pensato – gli aspetti più profondi e malinconici della sua vita per arrivare ad esprimere ogni volta una morale fin troppo costruita ad arte ma ad ogni modo sempre intensa e politically correct.
Il marchio di fabbrica di Ryan Murphy non delude mai: Pose è già un apprezzatissimo cult che ha messo d’accordo critica e pubblico. Già storia della televisione per essere la serie che vanta il maggior numero di attori transgender nel suo cast, lo show è ambientato nel 1986, quando a New York si sovrappongono “diversi segmenti di vita e società: l’emergere dell’era del lusso targata Donald Trump, la scena sociale e letteraria della downtown, e la ball culture” (ovvero una delle manifestazioni della sottocultura LGBT, caratterizzata da diversi tipi di competizioni basate sulla danza, sui costumi e altro ancora).
Incentrata sui problemi sessuali legati all’adolescenza, Sex Education presenta fra i suoi protagonisti un omosessuale sopra le righe, lontano sia dalla macchietta effeminata di stampo offensivo che dal machismo di risposta ad esso: ne risulta un personaggio consapevole della propria identità e affatto incline a nasconderla sotto le maglie di una società conformista, in un lungo processo di ricerca personale che viene interamente mostrato su schermo.
Una delle serie a tematica LGBT più leggere e divertenti (ma anche commoventi) della TV: proprio oggi 30 Giugno sono arrivate su Netflix tutte le 6 stagioni dello show del canale Fox. La serie tocca moltissimi temi controversi del mondo LGBT: dal matrimonio same-sex alla transizione, dall’identità personale all’accettazione sociale.
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