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Euphoria, la serie con Zendaya che aveva già fatto scandalo prima di andare in onda

Pubblicato il 17 giugno 2019 di Filippo Magnifico

Ieri sera ha fatto il suo debutto su HBO Euphoria. E lo ha fatto con la consapevolezza di essere già la serie più scandalosa del momento. Era proprio stata definita prima ancora della sua messa in onda, ma perché?

Prima di tutto per gli argomenti trattati. Euphoria è la prima incursione di HBO nel genere teen drama, e per l’occasione l’emittente televisiva statunitense ha deciso di premere il pedale dell’acceleratore su tematiche come droga, sesso, traumi e social media, lasciando pochissimo spazio all’immaginazione.

Il Cast, da Zendaya alla modella transgender Hunter Schafer

Il cast di Euphoria è guidato da Zendaya, conosciuta per il ruolo di MJ negli Spider-Man del Marvel Cinematic Universe. Con lei altre giovani star come Maude Apatow (Girls), Sydney Sweeney (Sharp Objects), Jacob Elordi (The Kissing Booth) e Hunter Schafer, giovane attrice transgender qui al suo debutto nel mondo della recitazione.

Tratta da una serie israeliana

Il creatore della serie Sam Levinson (Assassination Nation) si è ispirato a uno show israeliano, trasmesso dal 2012 al 2013 e incentrato, appunto, sulle avventure di un gruppo di teenager negli anni ’90, raccontate in maniera particolarmente esplicita. Uno spunto decisamente interessante, che in questo caso si è deciso di rendere contemporaneo. Levinson ha sceneggiato tutte le puntate, ed è produttore esecutivo insieme al rapper Drake.

Lo scandalo come metafora della contemporaneità

Prima del debutto, Sam Levinson era stato chiaro:

Ci saranno genitori che impazziranno letteralmente dopo averla vista.

E a dargli manforte ci aveva pensato l’ex capo di HBO Richard Pleper, che aveva dichiarato che Euphoria avrebbe letteralmente fatto impallidire produzioni come la serie Netflix Tredici (13 Reasons Why), sempre incentrata su tematiche particolarmente delicate riguardanti gli adolescenti.

Uno degli obiettivi principali di questa produzione era quello di rappresentare i teenager odierni come non era mai stato fatto prima, sia nel bene che nel male, pur rimanendo profondamente ancorati alla realtà. Questo, come abbiamo già detto, vuol dire scene di sesso particolarmente esplicite, con l’aggiunta di droga, sesso e violenza.

L’Hollywood Reporter ha provato a rendere l’idea offrendoci una serie di numeri: nell’episodio pilota ci sono ben trenta peni mostrati integralmente (che diventano ottanta nel secondo episodio) più una scena di stupro particolarmente cruda.

Nessuna pressione sugli attori

A quanto pare durante la lavorazione Sam Levinson ha lasciato la massima libertà di scelta ai protagonisti della serie. Hanno deciso loro se girare o meno le scene di nudo e in loro soccorso è stata chiamata Amanda Blumenthal, coach di intimità che ha aiutato gli attori a sentirsi totalmente a loro agio durante le riprese delle scene più scabrose.

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