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Sorry We Missed You, il nuovo commovente film di Ken Loach che punta alla Palma d’oro. La recensione

Pubblicato il 19 maggio 2019 di Andrea D'Addio

Rick sta cercando lavoro. Da anni passa da un impiego ad un altro e quando grazie ad un amico ottiene il colloquio con una ditta di logistica si lascia abbagliare dall’idea che sia un’ottima possibilità di guadagno. Certo, non si parla di assunzione, ma di lavoro “freelance”, almeno così viene detto. Si viene pagati a consegna, si deve avere un proprio furgone (acquistato o preso a noleggio), non è consentita nessuna pausa, malattia o giorno di ferie, però nel lungo periodo “il lavoro lo si può anche subappaltare”. Si tratta – per sintetizzare – di quella che ormai viene chiamata “gig economy” di cui fanno parte, ad esempio, i rider del cibo o i drive di Uber. Rick non ne è spaventato e convince la moglie, infermiera geriatrica, a vendere quell’auto con cui si muove ogni giorno per visitare i suoi pazienti e versare così l’anticipo per un van che verrà pagato poi a rate con i soldi delle consegne.

Una clip di Sorry We Missed You

Le cose, come è normale che sia visto che parliamo di un film di Loach, non vanno come immaginato. Le storture del sistema capitalismo strozzano gli individui minando qualsiasi  sicurezza, sia anche quella di un amorevole e solida famiglia. C’è la possibilità di ribellarsi? E come? Ken Loach non ce lo dice, la sua è una rappresentazione così realista che è difficile trovare una via d’uscita. Questa schiettezza, se da una parte rappresenta il maggiore punto di forza del cinema del cineasta britannico e del suo fidato sceneggiatore Paul Laverty, un verismo che commuove perché lo si sente vicinissimo, dall’altra ne è anche il limite: tutto va come ci si aspetta che vada. Di veramente eccezionale c’è però la maestria dei due autori di tratteggiare tutti i personaggi della famiglia di Rick e le relative dinamiche interne. Già dopo un paio di scene si ha la sensazione di far parte di quel nucleo, dei suoi problemi e dei sacrifici per superarli, spesso purtroppo invano e ci si chiede quale potrebbe essere una via d’uscita. Proprio da qui, dalla comprensione che “andando avanti così” poco o nulla rimarrà di quell’amore che lega i vari personaggi, risiede quell’unico barlume di speranza che ci porta a considerare il finale come aperto, e non irreversibile come quel Sorry We Missed You del titolo lascia pensare.

“Ci sono scelte che possiamo fare. Un film non può molto, ma continuo a lottare” ha affermato Ken Loach durante la conferenza stampa del film al Festival di Cannes 2019 dove è stato presentato in concorso con la speranza di ripetere i successi di Il vento che accarezza l’erba (2006) e Io, Daniel Blake (2016). Più plausibile che un premio lo riceva l’attore protagonista Kris Hitchen che il film, troppo vicino per temi e stile a Io, Daniel Blake, ma la convinzioni è che di storie del genere ci sia sempre bisogno. In Italia Sorry We Missed You uscirà dopo l’estate grazie a Lucky Red.  Lunga vita a Ken Loach.

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