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Capita alle volte che le case di produzione decidano di fare le cose in grande per il lancio dei loro titoli, organizzando feste o tour a cui invitano la stampa, le personalità e, in tempi recenti, gli influencer. È stato così per la Warner che, per il lancio di Pokémon: Detective Pikachu e Godzilla II – King of the Monsters, ha deciso di non badare a spese e di portare una settimana in Giappone (a Tokyo, per essere precisi) una nutrita pattuglia di giornalisti e web star (tra cui, il sottoscritto) per fargli vedere i film in anteprima, incontrare il cast artistico e tecnico e vivere delle belle esperienze legate, in qualche maniera, al tema delle pellicole. La logica di questo genere di attività è duplice: da una parte, attraverso gli influencer e i giornalisti, si alimenta la comunicazione dei film in maniera quasi spontanea, attraverso i video, le foto e le stories che gli invitati condividono sui loro canali. Dall’altra parte, si cerca non tanto di ben disporre la critica nei confronti delle pellicole quanto di far vivere ai recensori un’esperienza che vorrebbero ripetere (e se stronchi un film, è difficile che poi tu venga invitato di nuovo a eventi del genere). E quindi feste, gadget, attività divertenti, pranzi e cene fantastici e alberghi di lusso. È un meccanismo facilmente comprensibile e io non trovo che ci sia nulla di male, però mi insospettisce sempre, nel senso che suscita in me l’impressione che se ci tieni così tanto a predispormi nella condizione psicologica più favorevole, forse è perché non sei troppo sicuro del prodotto che stai presentando.
Quindi, è con quest’animo sospetto che mi sono seduto in sala a guardare Pokémon: Detective Pikachu e devo dire una cosa che va contro i miei interessi: Warner, avete buttato i soldi con me, perché avrei parlato bene del film anche se mi aveste portato a mangiare un panino con la salsiccia dallo Zozzone di Largo Preneste, perché Pokémon: Detective Pikachu è davvero un film riuscito.
Ma prima di saltare alle conclusioni, partiamo dal principio, che ne dite?
Prima di tutto, da dove nasce questo film?
Dai Pokémon, direte voi, ed è esatto ma non così esatto perché la pellicola di Rob Letterman prende le sue mosse da uno spin-off della saga principale piuttosto anomalo, un gioco di investigazioni in cui un inedito Pikachu parlante univa le forze con l’unico essere umano capace di capirlo, per risolvere un complesso intrigo fantapolitico. Il gioco, a dirla tutta, non era stato accolto con troppo entusiasmo da critica e giocatori e nessuno si sarebbe aspettato di vederlo tradotto in un film di primo piano. Invece, la scelta è stata intelligente e doppiamente sensata.
Da una parte, la pellicola prodotta da Warner, Legendary e dalla Pokémon Company, non si sovrappone in nessun maniera al canone principale della serie (che vanta già una serie di film animati per le sale), evitando così possibili polemiche integraliste da parte dei fan. Dall’altra parte, la particolarità della sua storia si prestava benissimo per un film di genere buddy-buddy, con riprese dal vivo. E qui veniamo al punto più importante della faccenda: Pokémon: Detective Pikachu è un film con attori in carne e ossa che interagiscono con Pokémon dalla resa grafica realistica.
Per capirsi: il pelo di Pikachu è proprio pelo (splendidamente replicato da un’ottima CG) e non una tinta gialla e piatta, le foreste sono davvero foreste e Ryme City (la città in cui è ambientata gran parte della vicenda), somiglia più alla megalopoli al neon di Blade Runner che alle solari cittadine poligonali della serie di videogame. Il risultato è una sorprendentemente riuscita amalgama tra attori in carne e ossa, adorabili Pokémon perfettamente trasposti in una forma materica e ambientazioni che combinano la realtà così come noi la conosciamo con elementi in digitale perfettamente integrati. Per molti versi, il film che è più facile accostare a questo Pokémon: Detective Pikachu è Chi ha Incastrato Roger Rabbit il capolavoro di Robert Zemeckis. Non solo per la sua amalgama di elementi reali con elementi fantastici ma anche in termini tematici perché entrambe le pellicole si rifanno, almeno in parte, alle suggestioni dell’hard boiled e della narrativa crime. In Pokémon: Detective Pikachu però c’è anche dell’altro: una consistente trama fantascientifica (con svariate citazioni a Ridley Scott, dal già citato Blade Runner fino ad Alien) e una interessante tematica emotiva legata al rapporto padre-figlio. La risultante di tutti questi elementi, con l’aggiunta preziosa dell’ottima performance del cast attoriale (da Ryan Reynolds che presta voce ed espressioni a Pikachu, passando per i bravi e giovanissimi Justice Smith e Katryn Newton, fino al sempre straordinario Bill Nighy) e di uno script divertente che funziona quasi sino alla fine, è un film godibilissimo da tutti, adulti e bambini, ben equilibrato e, per molti versi, sorprendente.
Tutto perfetto? Non proprio.
Perché se il primo atto è straordinario, divertente, pieno di battute e trovate, il secondo non ha lo stesso brio e il terzo è meno epico di quanto dovrebbe, con in più con un colpo di scena finale che potrebbe irritare i fan più puri e duri dei Pokémon. Ma, in conclusione, ad avercene di più di film del genere, capaci di reinventare un franchise rimanendogli però fedeli, garantendo un momento di genuino svago per tutta la famiglia.
Prima di chiudere, vi segnalo che grazie alla Warner ho avuto modo di incontrare i protagonisti del film e di intervistare Psyduck (la più importante intervista della mia vita, anche se piuttosto stressante). Inoltre, Reynolds mi ha chiesto di disegnare un Pokémon inventato da lui: d’acqua, di colore verde, forzuto e aggressivo, capace di attacchi fisici ha detto. E io l’ho disegnato. Somiglia a Geodude, ma io non gliel’ho detto.
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I fan di tutto il mondo potranno vedere Pikachu sul grande schermo come mai visto prima, nel ruolo del Detective Pikachu, un Pokémon come nessun altro. Il film mostra anche una vasta gamma di amati personaggi Pokémon, ognuno con le sue abilità e personalità singolari ed uniche.
La storia inizia quando il geniale detective privato Harry Goodman scompare misteriosamente, costringendo il figlio di 21 anni Tim a scoprire cosa sia successo. Ad aiutarlo nelle indagini l’ex compagno Pokémon di Harry, Detective Pikachu. Un adorabile, esilarante e saggio super-investigatore. Tim e Pikachu uniscono le loro forze in un’avventura elettrizzante per svelare l’intricato mistero. Si trovano così ad inseguire gli indizi lungo le strade illuminate al neon di Ryme City, una moderna e disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco.
Detective Pikachu, basato sul videogioco Great Detective Pikachu, è diretto da Rob Letterman (Piccoli brividi). La sceneggiatura è stata affidata ad Alex Hirsch (Gravity Falls) e Nicole Perlman (Guardiani della Galassia, Captain Marvel).
Justice Smith interpreta Tim Goodman, un ragazzo che arriva in città per cercare il padre scomparso. Con lui la giornalista Lucy (Kathryn Newton) e Pikachu (Ryan Reynolds). Ken Watanabe presta il volto al detective Yoshida. Il cast include anche Bill Nighy, Chris Geere, Suki Waterhouse e Rita Ora. L’uscita è prevista per il 9 maggio 2019.
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