Victor è un sessantenne annoiato dalla vita. Era un illustratore di successo, ma da quando il suo giornale lo ha licenziato, ha perso il desiderio di disegnare. Non ama la tecnologia, ritiene che il digitale stia levando spazio agli incontri personali e per questo si trova in continuo dissenso con la moglie Marianne, al contrario curiosa e sempre pronta a lanciarsi in nuove avventure. Sono una coppia più che benestante con un figlio addirittura ricco. Proprio quest’ultimo decide di regalare al padre un’esperienza eccezionale e tirarlo così fuori da un limbo emotivo che sta compromettendo anche il matrimonio: ricreare, attraverso un set e degli attori, un momento a sua scelta del passato e viverlo come se fosse il presente. Si può scegliere qualsiasi tempo, dall’Impero romano all’anno scorso. A produrre lo show sarà un suo vecchio amico d’infanzia. Victor accetta. Vuole rivivere il giorno del 1974 in cui incontrò l’amore della sua vita: sua moglie. La produzione si mette all’opera. Colleziona ricordi, disegni e informazioni di vario tipo affinché questa sorta di film per un solo spettatore possa sembrare credibile. Ciò che non si aspettano è che Victor si abbandoni così facilmente al gioco, finendo con il confondere realtà e finzione…
Diretto da Nicolas Bedos (al suo secondo film) e interpretato da Daniel Auteuil, Doria Tillier, Fanny Ardant e Guillaume Canet, La Belle Époque rappresenta tutto ciò di bello che potremmo aspettarci da una commedia. Si ride, ci si commuove, si pensa ai propri ricordi mettendoli in paragone con quelli del protagonista, insomma, ci si lascia andare per 110 minuti senza pensare ad altro se non a ciò che si sta vedendo. La bravura di Bedos, anche sceneggiatore, è di non accontentarsi solo di un originale espediente narrativo, ma creare ben quattro personaggi (Victor, sua moglie, il produttore e la sua compagna) e un simpaticissimo gioco di specchi capace di mettere al centro di tutto l’amore. Per brillantezza dei dialoghi, leggerezza nello sguardo sull’esistenza e i suoi problemi (ok, sbagliamo, ma “basta che funzioni” sembra il messaggio), sembra uno dei migliori Woody Allen. Tutto riesce bene: dalle interpretazioni (Auteuil è magnifico, la Ardant fa sé stessa e la fa benissimo, la Tillier è semplicemente irresistibile) ai costumi, passando per la scelta del finale, “Il conto, grazie”.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, La Belle Époque è un eccezionale esempio di cinema per tutti, uno di quelli che ti viene voglia di consigliare a chiunque affinché esca dalla sala con gli occhi inumiditi e la voglia di vivere senza rimpianti.
La Belle Époque uscirà in Italia in data da definire grazie a I Wonder Pictures.
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