La trasposizione cinematografica del romanzo young adult scritto da Nicola Yoon è finalmente quel tipo di prodotto che, dietro la storia d’amore funzionale come motore principale della narrazione, parla anche del nostro presente e delle sue contraddizioni. Il lungometraggio diretto da Ry Russo-Young (Prima di domani, Nobody Walks) racconta ovviamente con apprezzabile adesione psicologica l’incontro tra Natasha (Yara Shahidi) e Daniel (Charles Melton), ma dietro esso ci sono storie e situazioni che appartengono in maniera anche drammatica alla New York dei nostri giorni.
Entrambi figli di immigrati, i due protagonisti vivono sulla propria pelle il senso di non-appartenenza che (troppo) spesso l’America riserva alle minoranze. Anche il problema delle leggi sull’immigrazione e la situazione precaria immigrati che oggi regolano il Paese viene affrontata in maniera diretta, anche se ovviamente integrata nel tono romantico della trama principale. Il sole è anche una stella pian piano dunque si sviluppa come un dramma romantico che però contiene evidentemente qualcosa in più: un messaggio sociale e civile purtroppo assente in altre produzioni del genere. La regia della Russo-Young si rivela molto efficace nel passare dal totale al particolare, nel mostrare tutta la bellezza di New York per poi raccontare nello specifico la vita di quartieri, etnie, persone. In questa maniera il lungometraggio riesce a far assaporare al pubblico l’energia della Grande Mela in molte delle sue diverse accezioni, non necessariamente tutte positive.
Dal punto di vista prettamente drammaturgico, una volta accettata l’idea che la storia deve svolgersi in un solo giorno, l’arco emotivo della sceneggiatura di Tracy Oliver (Il viaggio delle ragazze) che porta la pragmatica e disillusa Natasha e sviluppare i suoi sentimenti per il romantico Daniel è raccontato con discreta verità, non accentuato da momenti eccessivamente melensi o melodrammatici. Peccato purtroppo per una sequenza finale che invece a livello logico ed emotivo rimane troppo slegata rispetto alla progressione sviluppata in precedenza. Ma ciò non toglie comunque che Il sole è anche una stella sia un film costruito con accuratezza, sia nel racconto che nella messa in scena.
Per quanto riguarda i due protagonisti Charles Melton si rivela credibile nel ruolo di Daniel, soprattutto quando deve esplicitare il lato romantico e ottimista della sua psicologia. La vera forza del film è però una Yara Shahidi carismatica, appassionata, intensa e insieme contenuta. È senza dubbio lei l’anima febbrile de Il sole è anche una stella, prodotto per giovani che sa proporre alla loro attenzione uno sguardo assolutamente non semplicistico sul tempo che stiamo vivendo. Un più che discreto prodotto di genere, da vedere senza preconcetti perché capace di sorprendere. E, cosa ancor più importante, far riflettere…
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