Da anni si parla di un remake in lingua inglese di The Raid (2011), il film dell’indonesiano Gareth Evans che ha entusiasmato gli amanti del genere d’azione.
L’anno scorso Joe Carnahan (The Grey, The A-Team, Smokin’ Aces) aveva dichiarato che la pellicola sarebbe stata il suo prossimo progetto cinematografico con Frank Grillo nei panni del protagonista.
Dopo esser rimasti senza notizie per mesi, il filmaker ha rivelato a Collider che potrebbe cominciare la pre-produzione nelle prossime settimane. Ma sottolinea che il progetto potrebbe non andare in porto.
Incontriamo il personaggio di Frank che è appena tornato da un’operazione delle forze speciali, davvero brutale. Ha un danno ai tessuti molli tra le mani, e cuffia dei rotatori è stata rotta, e gli stanno togliendo il liquido dalle sue ginocchia. Semplicemente i medici gli hanno detto: ‘Ascolta sei al limite del PTSD e hai bisogno di tre mesi di riposo, un po’ di R&R, perché sei a pezzi’.
“Ascolta sei al limite del rasoio del PTSD e hai bisogno di tre mesi di appena niente, qualche R & R, perché sei bloccato”.
Continua Carnahan:
E in quel lasso riceve il messaggio che suo fratello, che credeva morto da quattro anni, è in realtà vivo e lavora per tipo davvero cattivo a Caracas, e in 18 ore uccideranno suo fratello.
Queste forze si preparano a discendere e a uccidere il cattivo e il fratello, quindi vuoi andare a prendere tuo fratello, chi pensavi fosse morto? Vuoi questa opportunità? Ecco da dove inizieremo.
La coreografia dei combattimenti e l’eccitazione fornita dalla pellicola non saranno facili da superare. Ma Carnahan sembra voler dare maggior attenzione all’aspetto emotivo della storia:
“Voglio che l’intero film sembri come lo scontro con il coltello tra Adam Goldberg e il tedesco in Salvate il soldato Ryan. Ogni cosa. In ogni grande film d’azione c’è sempre un quoziente emotivo con cui hai a che fare… Devi avere un senso della posta in gioco.
Per tutto il tremendo eccesso di quegli ultimi due film di Matrix, che mi hanno divertito un mondo, non hanno mai avuto veramente la tensione di Keanu Reeves che prova a rispondere al telefono alla fine del primo film.
C’era un grande pathos, c’era quel gran senso di: “Ce la farà?”
Credo che lo spettacolo superi sia il cuore che l’anima, e quello che devi ricordare è che devi averlo accluso”
Fonte Collider
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