Il mondo nuovo di Aldous Huxley è la più grande distopia del XX Secolo insieme a 1984, ma la storia dei suoi adattamenti è confinata al piccolo schermo: ci sono stati giusto due film televisivi (nel 1980 e 1998) e una trasposizione della RAI nella miniserie Racconti di fantascienza (1979), quando ancora la rete nazionale era disposta a sperimentare con i generi. Dieci anni fa, Ridley Scott e Leonardo DiCaprio annunciarono un film tratto dal romanzo, ma non se ne fece nulla, e ora tocca a UCP e Amblin Television riportare sugli schermi il capolavoro di Huxley.
USA Network ha infatti ordinato la produzione di Brave New World (titolo originale del libro), serie che uscirà sulla nuova piattaforma on-line di NBCUniversal, attesa per il 2020. Ecco la trama:
In quanto cittadini di Nuova Londra, Bernard Marx e Lenina Crowne conoscono solo un rigido ordine sociale, un farmaco perfetto chiamato Soma, e una cultura di gratificazione istantanea e sesso diffuso ovunque. Curiosi di esplorare la vita oltre le censure della loro società, i due vanno in vacanza nelle Terre Selvagge, dove si ritrovano coinvolti in una ribellione violenta e straziante. Bernard e Lenina vengono salvati da John il Selvaggio, che fugge con loro a Nuova Londra.
L’arrivo di John, un forestiero sovversivo, nel Mondo Nuovo, minaccia di distruggere la stabilità della società utopistica di Nuova Londra.
Deadline segnala che Alden Ehrenreich interpreterà proprio John, e quindi sarà uno dei protagonisti della serie. L’attore californiano – noto anche per Ave, Cesare – è reduce dal fallimento di Solo: A Star Wars Story, ma Brave New World potrebbe essere una buona occasione per rilanciarsi.
L’adattamento è opera di David Wiener, Grant Morrison e Brian Taylor.
Il mondo nuovo è edito in Italia da Mondadori, che propone questa sinossi:
Scritto nel 1932, Il mondo nuovo (qui accompagnato dal testo del 1958 Ritorno al mondo nuovo) è ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Produrre, consumare. E soprattutto, non amare. Un romanzo visionario, dall’inesausta forza profetica, sul destino dell’umanità. E sulla forza di cambiarlo.
Vi terremo aggiornati.
Fonte: TV Line
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