StreamWeek: dal realismo magico di Lazzaro Felice al disincanto di Non è Romantico?

StreamWeek: dal realismo magico di Lazzaro Felice al disincanto di Non è Romantico?

Di Michele Monteleone

Questa settimana è stata caratterizzata da molte uscite interessanti, su Netflix hanno fatto il pieno di saghe classiche, da La Mummia, a Jurassic Park, passando per Jason Bourne, ma anche con una bella novità nella commedia anti-romantica Non è Romantico?. Amazon non rimane certo a guardare e sforna una serie originale, Widow, la quarta stagione di Mozart in the Jungle e aggiunge a catalogo uno dei film italiani più belli dello scorso anno: Lazzaro Felice.

Inizio questa parte della rubrica dicendo che se avete come unico abbonamento Netflix è una splendida settimana per pagarlo. Sulla piattaforma hanno appena caricato l’intero ciclo della Mummia, la trilogia originale Jurassic Park, la saga completa di Jason Bourne per finire con quella di Fast & Furious fino al sesto. La cosa è davvero una bella notizia se avete accesso al solo Netflix, invece se seguite questa rubrica saprete che su Amazon Prime Video tutte le serie sono già disponibili da settimane e anzi potrete vedere anche Jurassic World e Fast & Furious 7.

Non è una brutta settimana per i film italiani in streaming, lo dimostra ad esempio il piacevole, seppure non straordinario, Tutto quello che VuoiIl film è una specie di variazione sul tema di Quasi Amici. Un ragazzo romano non proprio acculturato e raffinato (un coatto), finisce a lavorare per un anziano poeta malato di Alzheimer che accompagna nelle sue passeggiate. La strana amicizia che si instaura tra i due porterà l’uomo e il ragazzo a rincorrere un ricordo lontano legato a qualcosa che successe tra il poeta e dei soldati americani. Il film ha la giusta misura e, anche se nessun romano degno di questo nome crederebbe mai che i protagonisti sono dei veri coatti (sono poco credibili con il loro romanaccio scolastico e le faccette da bravi ragazzi), l’estrema linearità della trama, ripaga dell’ora e mezza investita nella visione del film.

Infine, sempre su Netflix trovate Jupiter – Il destino dell’Universo. Avevo visto il film al cinema, me lo ricordo perché una Space Opera diretta dai due creatori di Matrix, era evidentemente un’occasione imperdibile per me. Come dicevo quindi, mi ero precipitato al cinema, ero entrato in sala e… niente. Proprio nel senso che non mi ricordo assolutamente come era il film, di cosa parlava, a stento ricordo che non mi era piaciuto, ma per il resto: rimozione totale. Visto che sono una persona curiosa, appena lo hanno reso disponibile su Netflix l’ho rivisto e… niente, a tre giorni di distanza già si sta nuovamente cancellando dai miei ricordi. Quello che posso dirvi è che le sorelle Wachowski sono due registe straordinarie e visivamente il film è a tratti abbacinante, ma che la trama prosegue nella noia più totale. Peccato, la cosa buona è che fra una settimana lo potrò rivedere come se fosse la prima volta.

Su Prime Video escono in settimana tre interessanti novità. Inizio con The Widow serie che vede come protagonista Kate Backinsale nei panni di una moglie che scopre che il marito è probabilmente tra le vittime di un incidente aereo avvenuto in Congo. La donna si precipita in Africa dove prima scopre che sul volo viaggiava anche un oppositore politico del governo corrotto che imperversa sul paese e poi che forse il marito è ancora vivo, ma invischiato in qualcosa più grande di quanto non avrebbe potuto immaginare. La storia ha il retrogusto dei libri di Le Carrè e condivide in gran parte le atmosfere di The Constant Gardner (se non vi è mai capitato di guardarlo recuperatelo anche solo per il ruolo di Ralph Fiennes), quindi se siete appassionati del genere, è decisamente il vostro pane.

Se invece le vostre inclinazioni per la settimana sono più romantiche, non posso che consigliarvi l’ultima stagione di Mozart in the Jungle. La storia dell’orchestra filarmonica di New York e del suo nuovo ed eccentrico Maestro, sono un’ottima scusa per intessere intricate storie d’amore tra i protagonisti. Mozart in The Jungle è una commedia romantica e non cerca di essere molto altro, ma sinceramente a volte non serve di più e fare una sola cosa, ma bene, è quello che mi diceva costantemente mio padre. Dovevano averlo detto anche ai creatori della serie, perché ormai sono invischiatissimo nell’amore tormentato tra Haylei, la suonatrice d’oboe e l’eccentrico Rodrigo De Souza.

Se invece avete voglia di piangere (ma sempre per colpa dell’amore, e di una tempesta), vi consiglio Resta con me, che vi avverto è proprio un trappolone orchestrato dall’ufficio marketing. I passi per creare la trappola perfetta sono: Shailene Woodley, l’attrice di Colpa delle Stelle e della saga di DivergentSam Claflin, tra i protagonisti della saga di Hunger Games e un trailer che promette un amore da favola in un’isola dei caraibi. La trappola e pronta, frotte di ragazzine sciamano in sala e… e poi ne escono traumatizzate. La storia racconta infatti, a dispetto del casting e della pubblicità che gli hanno fatto, la vera vicenda che portò Tami Oldham a perdere il compagno durante una traversata oceanica. Ve lo consiglio solo se non detestate roba come Into the Wild in cui gente con troppi soldi decide di andare a cercare se stessa e finisce per morire male (ora che ci penso bene, queste storie hanno finali molto positivi e dovrebbero essere proiettate nelle scuole per scoraggiare certe cose).

Chiudo questa parte della rubrica con il consiglio definitivo: fatevi l’abbonamento a Infinity. Infatti questa settimana hanno aggiunto al catalogo Troppo Belli con Costantino Vitagliano e Daniele Interrante. Non penso sia mai stato prodotto e distribuito un film tanto brutto (in confronto Alex l’Ariete con Alberto Tomba è degno di Bergman). Rivederlo ad anni di distanza e completamente decontestualizzato da quel periodo di follia per i tronisti di Uomini e Donne, è davvero strano. Continuavo a chiedermi come è stato possibile.

Ogni settimana seleziono per voi tre visioni imprescindibili, non sono sempre i migliori usciti (anche perché se una settimana caricano Quarto Potere, non potrei mai dirvi che l’ennesima serie di supereroi con gli effetti visivi realizzati con paint, è meglio), ma sono sempre le serie o i film più attesi, chiacchierati, snobbati o anche solo criticati degli ultimi sette giorni. O semplicemente quelli che piacciono più a me.

Lazzaro Felice (Prime Video)

Il film di Alice Rohrwacher è un film strano, continuamente sospeso tra un realismo magico degno di Marquez e una realtà cruda e squallida quanto quella del neorealismo. La storia di Lazzaro, cresciuto all’Inviolata, un podere che, dopo un alluvione che ha spazzato il ponte che lo collega con il resto del mondo, è rimasto isolato. Quest’isolamento è stato poi sfruttato da una perfida marchesa che, ancora negli anni novanta, tratta gli uomini che ci vivono come mezzadri, servi senza paga. Sarebbe già abbastanza per farmi amare il film, ma è solo l’inizio della storia perché Lazzaro, tenendo fede al suo nome, vivrà due esistenze e, purtroppo per lui e per noi che assisteremo, saranno una peggio dell’altra. Il mondo cambierà attorno a Lazzaro, ma lui rimarrà sempre lo stesso, inadatto a una vita come all’altra, un fanciulletto puro, di una purezza che stona e stride con le brutture che lo circondano. Il cinema della Rohwacher è potente e libero, in grado di mettersi sulle orme dei grandi (mi vengono in mente, guardando il suo film, Olmi e Pasolini, ma anche Scola e Comencini).

Legend (Netflix)

Cosa c’è di meglio di Tom Hardy? “Nulla”, risponderà qualcuno “Sei pazzo? Niente di niente!”, risponderanno altri, ma la verità è che state pensando, come direbbero gli americani inside the box. Perché, meglio di Tom Hardy, ci sono DUE Tom Hardy. Legend, la vera storia dell’ascesa criminale dei due gemelli Kray, sdoppia il nostro caro Tom in due parti, una più difficile dell’altra Da una parte presta il suo talento a Reggie Kray, spietato, elegante, un bullo con un cuore, la mente dell’operazione che porterà una banda di quartiere a dominare Londra e estendere i propri traffici oltreoceano. Dall’altra l’ingrugnito e completamente pazzo Ronnie Kray. I due, come in ogni storia di gangster che si rispetti, partono dal basso, salgono in vetta e poi assistiamo a una spettacolare caduta. Il film forse si arena un po’ nella parte centrale, perdendosi in qualche lungaggine di troppo, ma merita davvero per la splendida interpretazione di Hardy e la regia pulita di Brian Helgeland (che ha scritto roba come Green Zone, Mystic River e L.A. Confidential).

Non è Romantico? (Netflix)

Natalie, una giovane architetta newyorkese, lavora duramente per farsi notare, ma sembra che tutto quello che faccia non basti per riuscire a far carriera. Come se non bastasse, Natalie è totalmente impermeabile al romanticismo: è cresciuta guardando commedie romantiche è ha scoperto quanto queste settino standard irrealistici. Solo che un giorno è vittima di uno scippo in metropolitana, batte la testa e si risveglia nel suo peggior incubo: è la protagonista, consapevole, di una delle commedie romantiche che tanto detesta, ma di cui conosce tutti i meccanismi e segreti. Non è Romantico? inizia smontando pezzo per pezzo il genere e finisce abbracciandone invece gli stilemi, facendosi conquistare, quanto la sua protagonista, dall’amore patinato delle commedie hollywoodiane.

E, come tutte le settimane, siamo arrivati all’ultima parte della rubrica dedicata a una chicca, a un contenuto che probabilmente vi siete persi nell’uragano di novità con cui veniamo bombardati.

Snowpiercer (Netflix)

Snowpiercer, a distanza di cinque anni dalla sua uscita, riesce ad essere ancora uno dei film che più mi stupì. Andai in sala senza conoscere praticamente nulla della storia (tratta da un fumetto francese), diretta da un regista coreano, Bong Joon-Ho, di cui sapevo anche meno e con un improbabile (viste le premesse) Chris Evans come protagonista. Il film ha una premessa eccezionale: fine del mondo, nuova glaciazione, i sopravvissuti che viaggiano su un lunghissimo treno che sopravvive solo se continua a produrre energia correndo sulle rotaie. La società si è ricreata nel microcosmo dei vagoni e insieme ad essa tutte le sue iniquità. Il protagonista della storia infatti non farà altro che attraversare il treno per la sua lunghezza passando dalle carrozze di coda, destinate ai morti di fame e alla manodopera operaia, per provare a raggiungere quella di testa e prendere il controllo del treno. La metaforona è dietro l’angolo, ma per fortuna nel film c’è tanto altro. C’è un’azione ben girata in spazi davvero molto ristretti, ci sono un sacco di invenzioni, sia scenografiche che di scrittura, per ogni singolo vagone che il nostro attraversa e, infine, c’è una gigantesca Tilda Switon nel ruolo dell’odiosa avversaria del nostro Capitano.

Alla prossima settimana, miei fedeli bingewatchers: se vi è piaciuto qualcuno dei consigli che vi ho dato, se volete segnalarmi qualcosa che mi sono perso o se volete suggerirmi qualcosa di cui discutere la prossima settimana, vi invito a commentare l’articolo. La vostra guida allo streaming compulsivo è sempre disponibile!

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