“Una fiaba moderna che reinterpreta molte delle sfide in cui è impegnato oggi il mondo, un intenso viaggio cinematografico guidato da un protagonista angelico, un colorato gruppo di personaggi e uno stile visivo pieno di invenzioni che nonostante ritragga una società con pochi valori, non lascia lo spettatore nella disperazione. È per questo che abbiamo deciso di assegnare l’Aurora del Tromsø International Film Festival a Lazzaro Felice”. Sono queste le parole che la sera di sabato 19 gennaio hanno introdotto l’annuncio della vittoria del film di Alice Rohrwacher alla più importante kermesse cinematografica norvegese, nonché uno dei primi tre (per partecipazione del pubblico, film selezionati e prestigio) di tutta la Scandinavia.
Per Lazzaro Felice si è trattato di un vero e proprio trionfo visto che gli è stato assegnato anche il premio Faith in Films, dedicato alle pellicole che stimolano un pensiero critico sull’impatto della religione nella vita quotidiana. Alice Rohrwacher ha voluto ringraziare i due riconoscimenti con un video girato in automobile sullo sfondo di una non precisata autostrada italiana: “Purtroppo sono in viaggio e non ho potuto raggiungervi, spero di poterlo fare in futuro”.
Presentato a maggio scorso al Festival di Cannes dove si è aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura, Lazzaro Felice ha collezionato decine di premi e nomination in tutto il mondo, un successo purtroppo non confermato dal box-office italiano dove, nonostante l’ottima media per sala, ha raccolto circa 500mila euro. Un risultato che non ha spaventato finora tante case distributrici internazionali: dopo essere uscito in Germania, Svezia, Portogallo, Ungheria, Spagna, Francia, Russia, Estonia e Israele, la pellicola sarà nelle prossime settimane anche in Polonia, Gran Bretagna, Olanda e, logicamente – tanto più dopo il premio appena vinto – in Norvegia.
Il Tromsø International Film Festival attira ogni anno, a gennaio, centinaia di addetti al settore da ogni parte del mondo facendo di quello che dovrebbe essere il suo punto debole, il freddo, il proprio punto di forza, almeno a livello di comunicazione. Ogni giorno infatti in una della piazze del centro della cittadina più importante del nord della Norvegia, decine di persone si riuniscono per assistere ai film proiettati su uno schermo, il Winter Cinema, completamente all’aperto con temperature che vanno dai -15 ai -5, con pellicole per bambini la mattina e film d’autore la sera. Logico, la giuria i film li vede in una delle sale cittadine al coperto, spesso nel celebre Verdensteatret fondato più di cento anni fa (1916) e decorato alle pareti da particolarissimi affreschi, ma neve e fiordi fanno da sfondo a qualsiasi foto alle star immortalate sul cosiddetto “white carpet”. Quest’anno, tra i film più interessanti, c’è stata la riproposizione di un piccolo cult d’azione norvegese del 1985, Orion’s Belt, mai uscito in Italia nonostante la sceneggiatura fosse di scrittore Richard Harris e per sfondare sul mercato internazionale si decise di girare ogni dialogo due volte, una in norvegese e una in inglese. Il risultato fu un film campione di incassi in patria, ma quasi sconosciuto all’estero, con una versione norvegese più lunga – chissà come fu possibile – di due minuti. Piccoli misteri di una cinematografia che poco dopo, nel 1991 per aprirsi al mondo, decise di fondare proprio il Tromsø International Film Festival…
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