Draghi, Cinema e TV: perché piacciono così tanto?

Draghi, Cinema e TV: perché piacciono così tanto?

Di Filippo Magnifico

Terrificanti ma al tempo stesso dotati di un innegabile fascino, i draghi hanno alimentato i miti e le leggende di moltissime culture in tutto il mondo, tra cui ovviamente anche la nostra.

Nella seconda metà del 1500, ad esempio, il naturalista, botanico ed entomologo italiano Ulisse Aldrovandi scriveva dell’uccisione di un draghetto nei pressi di Bologna. Una testimonianza che, unita a molte altre sparse per il mondo, hanno contribuito ad alimentare le teorie riguardanti la reale esistenza di questi animali fantastici.

Draghi e Viverne

Cosa c’è di vero in tutto questo? Niente, ovviamente, anche se ci piacerebbe credere il contrario. C’è però un posto dove i draghi continuano a vivere in tutto il loro splendore. Un mondo vicino e al tempo stesso distante dal nostro, quello della settima arte, che tra grande e piccolo schermo ha offerto una casa a draghi e viverne. Sì, perché ci sono anche loro, le viverne e nessuno sembra mai prenderle in considerazione. Quindi, per dovere di cronaca, cerchiamo di fare chiarezza.

Le viverne sono degli esseri mitologici dotati di due sole zampe posteriori, con le ali attaccate agli arti anteriori e una coda uncinata. Di dimensioni ridotte rispetto a un drago comune, la viverna non è inoltre in grado di sputare fuoco.

Detto questo, potete tornare benissimo a confonderle con i draghi, perché al di là della caratterizzazione è anche vera una cosa: difficilmente vi capiterà di incontrarne una e di certo non si offenderebbe se accostata alla specie dei draghi.

I Draghi nel cinema

Del resto anche il mondo del cinema continua a scambiarle per draghi in maniera (in)consapevole. Si dice che il proliferare delle viverne sul grande e piccolo schermo sia dovuto in gran parte ad esigenze produttive: quando parliamo di CGI è molto più facile per un animatore dar vita ad una creatura con due zampe e due ali, infatti.
Questioni tecniche a parte, queste creature mitologiche hanno una lunga storia con il mondo delle immagini in movimento, che bazzicano ormai da più di 40 anni.

Da lo Hobbit a Game of Thrones, senza dimenticare La storia infinita

E a noi questo piace parecchio. Perché si tratta di creature legate a mondi in cui, grazie a nomi come J. R. R. Tolkien e George R. R. Martin, ci rifugiamo più che volentieri. Prendiamo, ad esempio, il temibile drago Smaug visto nella trilogia de Lo Hobbit diretta da Peter Jackson, forse il drago più bello comparso sul grande schermo, interpretato – con l’aiuto del motion capture – dal bravissimo Benedict Cumberbatch.

Come non citare poi la serie cult Game of Thrones, vera e propria pietra miliare della storia della televisione. Daenerys e i suoi draghi (e per meglio dire viverne) rappresentano senza ombra di dubbio il picco massimo della storia di questi mitici animali sul piccolo schermo. Dolci e al tempo stesso particolarmente letali.

E si prosegue con titoli come l’oscuro Dragonslayer e il toccante Dragonheart con Dennis Quaid. Ci sono i draghi affrontati da Christian Bale e Matthew McConaughey ne Il regno del fuoco e i Toruk di Avatar. Anche il giovane Harry Potter ne ha visti molti di draghi nel corso delle sue avventure. Ma quello che forse ricordiamo con più affetto – sopratutto noi cresciuti negli anni ’80 – è Falcor, il fortunadrago de La storia infinita. Nonostante la peste augurata ai produttori da Michael Ende, autore del romanzo a cui il film di Wolfgang Petersen si ispira, il buon Falcor ha scandito la nostra giovinezza e non smetteremo mai di amarlo.

Draghi animati

I draghi possono fare paura, quindi, ma possono anche suscitare sentimenti del tutto opposti. Alcuni esempi li abbiamo citati, altri li troviamo nel mondo dell’animazione. Impossibile non citare a questo proposito Elliott il drago invisibile, pellicola Disney realizzata nella seconda metà degli anni ’70. Al centro del film le avventure di un ragazzino di nome Peter e di Elliott, un drago animato in grado di diventare – appunto – invisibile. Una storia recentemente tornata sul grande schermo grazie ad un remake, Il drago invisibile, diretto da David Lowery.

C’è Mushu, parodia del celebre dragone cinese presente nel film Disney Mulan, poco terrificante, va detto, ma sicuramente in grado di lasciare il segno con la sua simpatia. E poi lei, la dragonessa di Shrek, che con Ciuchino forma una delle coppia più belle (e strambe) del mondo dell’animazione.

Sdentato e DragonTrainer

Ma se dobbiamo eleggere il drago animato per eccellenza, la riposta è solo una: Sdentato, la furia buia della saga DragonTrainer, ispirata ai libri per ragazzi scritti dall’autrice britannica Cressida Cowell e pronta per tornare nelle nostre sale il 31 gennaio con il terzo (e ultimo) capitolo: DragonTrainer: Il Mondo Nascosto.

Insieme al suo inseparabile amico vichingo Hiccup, questo drago è riuscito a conquistare critica e pubblico, con la sua fierezza, con la sua essenza imperfetta che lo avvicina a tutti noi.
Sono anche (soprattutto) i difetti a renderci unici, come ci hanno dimostrato i protagonisti di questa saga. Hiccup ha perso una gamba, Sdentato un pezzo di coda fondamentale per volare, ma questo non ha certo impedito loro di diventare degli eroi, dei punti di riferimento. Come dichiarato dal regista Dean DeBlois:

Questi personaggi e queste trame rappresentano per molte persone una fuga che non avevo previsto. Negli incontri che abbiamo avuto con tante persone diverse questo è stato un tema ricorrente, cioè che i nostri eroi – in particolare Hiccup con la sua esperienza di vita da ‘diverso’- siano stati di conforto alle persone che si sentono in qualche modo un po’ rifiutate dal mondo. E mi sono reso conto che abbiamo la responsabilità di tenere tutti loro ben presenti quando prendiamo qualsiasi decisione

Un viaggio personale

La saga diretta da DeBlois non è altro che un viaggio in grado di rispecchiare alcune tappe fondamentali della vita: capire chi siamo, comprendere i nostri limiti, trovare la forza di seguire le nostre convinzioni, fidandosi dell’amore quando arriva … e imparando a lasciarlo andare quando giunge il momento di farlo.

Forse è per questo che i draghi (soprattutto quelli di DragonTrainer) ci piacciono così tanto. Perché spalancano le porte di mondi fantastici, ma al tempo stesso ci aiutano a guardare dentro il nostro animo.

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