Nonostante i numerosi, validissimi, trailer, nonostante le ottime prime impressioni d’oltreoceano, è stato difficile avvicinarsi a Spider-Man: Un nuovo universo senza una buona dose di sano scetticismo.
Il progetto di Sony che intavola – come da titolo – un vero e proprio nuovo universo (meglio: multiverso), è apparso fin dall’inizio troppo pretenzioso e carico di utopiche speranze, nel voler ripartire da zero con un nuovo progetto che all’alba del primissimo capitolo pare aver già messo in cantiere svariati sequel e spin-off. Soprattutto dopo il tentativo di Venom, sicuramente piacevole ed inaspettato, ma non all’altezza delle aspettative.
10 E LODE
Con Spider-Man: Un Nuovo Universo invece Sony riesce però a lasciare davvero a bocca aperta. Il film è una meraviglia continua, un crescendo sotto ogni aspetto quantitativamente considerabile: dai colpi di scena della trama alle caratterizzazioni dei personaggi all’esplosione psichedelica di colori e forme sullo schermo, tutto è assolutamente perfetto.
Che si trattasse di un progetto estremamente particolare e profondamente innovativo era ravvisabile fin dai trailer: i sei diversi Spider-tipi protagonisti (ma i più attenti all’interno della pellicola riusciranno a contarne almeno nove) provengono da diverse realtà alternative, ognuno con la sua diversa gamma di poteri, ognuno con la propria struggente storia alle spalle e soprattutto… Ognuno con il suo diverso livello stilistico. Si tratta di una delle costruzioni più geniali del film: ad ogni diverso Spider-Man o Spider-Woman fa capo un diverso tono di colori, un diverso tratto ed una differente regia, elementi che traggono forza dalla possibilità della realtà alternativa e che inseriscono nel film sfumature che si muovono dal pulp in bianco e nero al caratteristico anime giapponese fino alla parodia dei Looney Toons (Peter Porker alias Spider-Ham, morso da un maiale radioattivo, è uno dei sei protagonisti del film). Il tutto perfettamente amalgamato in un insieme coerente e mai sopra le righe, con punte di psichedelia forse senza precedenti nella storia dell’animazione.
LO SFORZO PRODUTTIVO
Il comparto tecnico è ineccepibile sotto ogni profilo. La regia del film è a tratti letteralmente incredibile: mai prima d’ora (grazie all’ausilio della CGI in 3D adattata alla tecnica animata in acrobazie che mai potrebbero essere riprese allo stesso modo alla presenza di attori in carne ed ossa) eravamo riusciti a seguire i volteggi di (degli) Spider-Man con tale partecipazione, in un gioco di inquadrature talmente armonico da risultare praticamente musicale; la musica stessa è invece un altro punto su cui la produzione non ha lesinato l’attenzione: ogni brano, anche quelli (in)editi solo in funzione comica, lascia il segno.
Sono inoltre moltissime le trovate estremamente brillanti a livello visuale. Alla già citata differenziazione stilistica dei supereroi protagonisti si aggiungono alcuni vezzi caratteristici del fumetto, riportati nel media cinematografico: dalle linee cinetiche alle onomatopee, dai pensieri espressi in forma di didascalia alla vera e propria divisione in vignette dello schermo.
“HO QUALCOSA NELL’OCCHIO”
Il punto di forza del film è però forse il suo enorme cuore. Spider-Man: Un Nuovo Universo è una storia d’azione, un dramma familiare, una metafora sul cambiamento, una super divertente commedia brillante, ma soprattutto un racconto di formazione. La crescita del giovane Miles Morales, questo nuovo Spider-Man del quale per una volta (ne seguiranno poi altre cinque, tutte diverse) non ci dispiace veder rinarrate le origini, così differenti da quelle che conosciamo, è – chiedendo scusa per l’abuso del termine – perfetta. Con Miles si riesce subito ad empatizzare, risucchiati dalla velocità della narrazione e dei dialoghi, sia che si conosca il personaggio dai comics o che si arrivi al cinema completamente a digiuno di esso.
La pellicola svela più di una volta un lato commovente; lo spettatore, continuamente bombardato dal ritmo – e dai colori, e dalle inquadrature stupendamente allucinate – del film, si troverà in più di un’occasione inaspettatamente con le lacrime agli occhi: fra scazzottate e frequenti battute sagaci, lo spazio lasciato ai sentimenti, alla complessa rete di rapporti familiari fra i vari personaggi e alla formazione di connessioni fra gli stessi è sapientemente misurato ed ottimamente sfruttato. Anche e soprattutto nella costruzione delle motivazioni del villain di turno, Kingpin, incredibilmente profondo e tridimensionale pur nell’esiguo minutaggio ad esso inevitabilmente riservato (sicuramente uno dei migliori villain cinematografici di Spider-Man).
DULCIS IN FUNDO
In pieno periodo di rivincita dei nerd, Spider-Man: Un Nuovo Universo non solo si conferma uno dei film basati su personaggi Marvel più citazionistico di sempre, ma riesce anche ad instaurare un dialogo privilegiato con il cultore dei comics Marvel. Il film possiede una chiave di lettura quasi nascosta, che i fan Marvel di vecchia data adoreranno: situazioni, accenni maliziosi, elementi dello sfondo, numeri particolari che fanno capolino in determinati punti del racconto impreziosiscono un prodotto che è già di per sé un gioiello raffinato.
Il nuovo film Sony non ha il minimo difetto: se gli annunciati sequel e spin-off legati alla saga riusciranno ad assestarsi ad un livello anche solamente vicino ad esso, il multiverso animato degli Spider-Man rischia di diventare il franchise di derivazione Marvel migliore con il quale abbiamo finora avuto a che fare.
Questa è la sinossi ufficiale:
Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.
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La sceneggiatura di Spider-Man: Un nuovo universo è stata scritta da Phil Lord, anche produttore esecutivo insieme al suo partner Chris Miller (Piovono polpette, 21 Jump Street, The LEGO Movie, Han Solo: A Star Wars Story); pare che alla storia abbia contribuito anche Alex Hirsch (Gravity Falls). La regia del film è curata da Bob Persichetti (Il Piccolo Principe) e Peter Ramsey (Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani), mentre l’uscita americana è prevista per il 14 dicembre 2018.
Creato nel 2011 da Brian Michael Bendis (storia) e Sara Pichelli (disegni), Miles Morales è il nipote di Prowler, che sottrasse alla Oscorp una formula derivata dal sangue di Peter. L’esperimento – volto a replicare i poteri di Spidey – comprendeva anche dei ragni geneticamente modificati, uno dei quali morse Miles quando andò a trovare suo zio: la genesi è quindi abbastanza simile all’originale, ma questo Arrampicamuri possiede anche due superpoteri aggiuntivi, ovvero la “scarica venefica” (una specie di tocco paralizzante) e la capacità di mimetizzarsi nell’ambiente, diventando quasi invisibile. Ora Miles Morales fa parte dello stesso universo fumettistico di Peter Parker, poiché i vari mondi alternativi della Marvel si sono fusi dopo il mega cross-over Secret Wars.
Fonte: ComicBookMovie
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