Ieri Black Mirror: Bandersnatch ha fatto il suo debutto su Netflix e si è confermato la sorpresa di dicembre della piattaforma di streaming: un film interattivo, che consente agli spettatori di decidere l’evolversi della storia, seguendo le dinamiche dei librigame e di certi videogiochi.
E i videogiochi occupano un ruolo centrale in questa storia ambientata negli anni ’80, che ha come protagonista un giovane programmatore che comincia a mettere in dubbio la realtà mentre lavora a un videogioco tratto da un romanzo fantasy. Il finto studio di programmazione presente in Black Mirror: Bandersnatch si chiama Tuckersoft e, come il viral marketing impone, ha già un suo sito dallo stile retro (ovviamente).
Il sito in questione vi offre la possibilità di giocare a Nohzdyve (chiaro riferimento all’episodio di Black Mirror Nosedive), videogioco presente nel film. C’è però un problema: come ci ricorda Bandersnatch, Nohzdyve è stato sviluppato negli anni ’80 per l’home computer Sinclair ZX Spectrum e l’unico modo per giocarci nel 2018 è scaricare un emulatore, e il sito della Tuckersoft offre anche questa possibilità.
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