Di Sonia Serafini
L’uomo più in voga del momento, il creatore di uno dei musical più importanti degli ultimi anni, che si è addirittura esibito alla Casa Bianca, Lin-Manuel Miranda è tra i protagonisti di Il ritorno di Mary Poppins, il nuovo film Disney. Si parla di questa pellicola da più di due anni, il set londinese è stato blindatissimo per non far trapelare nulla e la post-produzione ha richiesto un lavoro certosino per via dell’interazione 2D degli effetti speciali e i personaggi. Ora che il film arriva in sala finalmente i protagonisti ne possono parlare, abbiamo incontrato Miranda in una freddissima mattina di metà dicembre a Londra, con Natale alle porte, lui originario di Porto Rico e residente negli States, ha vissuto nella capitale inglese per tutto il periodo di lavorazione del film:
Abbiamo iniziato a girare il film ad ottobre del 2016 fino a maggio 2017, tutto in grandissimo segreto. L’animazione in 2D ha richiesto una lunghissima lavorazione, era qualcosa che non si faceva da tantissimo tempo, la scena dei pinguini è la prima che abbiamo girato in assoluto, la prima settimana, avevano bisogno di disegnarli intorno a noi e richiedeva davvero molto tempo.
La produzione di Il ritorno di Mary Poppins ha coinciso con il casting inglese di Hamilton:
Ero qui, di giorno giravo e la sera andavo in teatro a vedere le audizioni, se non ce la facevo qualcuno le filmava per me. Abbiamo cinque compagnie di Hamilton ora, una in Inghilterra, a New York, a Chicago, a Porto Rico il prossimo gennaio e poi a San Francisco, la gente vuole vederlo per questo è difficile trovare i biglietti e ne sono davvero grato, ma proviamo a fare del nostro meglio per offrire nuove possibilità.
Una delle canzoni di Il ritorno di Mary Poppins è “Can You Imagine That”, se qualcuno ti avesse detto quindici anni fa che avresti avuto questa carriera, ci avresti creduto?
Non avrei creduto a nulla di tutto ciò. Prima di tutto che avrebbero fatto il sequel di Mary Poppins, quando Rob mi ha chiamato e mi ha parlato del progetto, dicendomi che voleva far tornare Mary Poppins ho urlato “lo può fare?”, poi ha menzionato Emily Blunt, e mi è sembrato perfetto, mi ha parlato del libro e dell’idea che aveva, ho detto subito sì, ero entusiasta di farne parte.
Anche tu come Dick Van Dyke sei americano e non inglese, cosa pensi diranno del tuo accento?
Dick ha 93 anni e stiamo ancora parlando del suo accento in un film di cinquantaquattro anni fa, ne parleremmo a prescindere dal mio risultato. Insieme al mio coach abbiamo ascoltato moltissime registrazioni di musical inglesi degli anni ’30 perché non è soltanto di dov’è l’accento ma anche di quando, l’accento cockney di adesso è differente da quello degli anni ’30.
Quanto ha cambiato la tua vita il successo?
Il successo ha cambiato tutto, specialmente dopo Hamilton, non ho più avuto bisogno di fare performance occasionali per soldi. Mi sono focalizzato sulla mia vera passione. Ma devi sempre trovare un equilibrio, anche adesso, mi divido fra quello che voglio fare, le musiche che voglio scrivere e le opportunità, anche quando Rob mi ha chiamato ho pensato che fosse fantastico ma al tempo stesso le opportunità portano via tempo dai progetti. Questa esperienza è stata importante, volevo sapere come lavorava Rob Marshall, ho imparato moltissimo da questo set, cose nuove, come andare in bici con una scala legata dietro per le stradine di Londra, voglio usare le abilità apprese per Hamilton.Rob è incredibile, le sue coreografie, il suo modo di lavorare, sul set volevo renderlo fiero di me. È stata una gioia non scrivere le canzoni di questo film, ho iniziato a fare musical perché li amo e volevo fare parte di questo mondo e sapevo di dover creare il mio spazio, quando mi hanno offerto questo ruolo con il miglior regista in circolazione di musical e lavorare con persone come Emily Blunt, Dick Van Dyke, Angela Lansbury e Meryl Streep, è stata una grande occasione.
Un famoso attore una volta mi ha detto che metteva tutti i suoi premi nel bagno, per antagonizzare il loro significato. Dove tieni i tuoi?
Sono a casa dei miei, ne sono molto orgogliosi.
Cosa dovremo aspettarci da la Sirenetta?
Non ne ho idea, siamo ancora in una fase embrionale. Sarà la stessa storia, ma stiamo ancora cercando di svilupparla nel modo giusto, siamo in una primissima fase, anche per capire come usare la CGI.
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