Di Sonia Serafini
Per chi non conoscesse Emily Mortimer, consiglio una visione di Notting Hill in cui lei interpreta la “ragazza perfetta”. Oltre a rinfrescarvi la memoria con il suo personaggio, vi rifarete gli occhi con quel gioiellino di film. Oppure quel capolavoro di Match Point, in cui interpreta la moglie del balordo Jonathan Rhyes-Meyers, di strada ne ha fatta Emily e ne Il ritorno di Mary Poppins interpreta Jane Banks da grande, indipendente, colonna portante della famiglia del fratello Michael, sindacalista, nubile, un po’ svampita ma con un gran cuore. Durante la nostra chiacchierata è emerso tutto il suo orgoglio londinese, nonostante da anni viva a New York con la famiglia e non le vada proprio a genio Donald Trump.
Cosa rappresenta per te Mary Poppins e aver girato il film nella tua città natale?
Ogni scusa è buona per me per tornare a Londra, questa in particolare poi è stata incredibile, sono così fortunata di essere in questo film e ne sono davvero grata. Accade poche volte nella vita di essere parte di qualcosa di così importante, sono diventata attrice perché amo il cinema e sapere che porteremo gioia a così tante persone con la pellicola è incredibile. È un evento unico, non accadrà più, sono fortunata ad averne preso parte.
Perché abbiamo bisogno di Mary Poppins ora?
In America e in Inghilterra al giorno d’oggi c’è questo senso di confusione, le persone hanno perso la loro strada, per lungo tempo siamo stati in pace e ora le cose stanno cambiando, internet credo c’entri qualcosa insieme ai social media, il mondo si sta dividendo. Mary Poppins viene per portare gioia, e ne abbiamo davvero bisogno, aiuta a far accadere le cose, a cambiare il pensiero e a vedere tutto da un altro punto di vista. In questo film, come faceva con i signori Banks nel primo, insegna a Michael a prendere gli accadimenti in maniera differente, lo stesso con i bambini che hanno perso la madre, gli fa capire come cambiare prospettiva, nessuno riempirà quel vuoto, ma saranno positivi, avranno un altro punto di vista. Trump ne avrebbe davvero bisogno vedere le cose in maniera differente e Mary Poppins dovrebbe richiamarlo all’ordine con il suo ombrello.
Com’è il tuo personaggio?
Amo il mio personaggio, adoro il suo essere forte e indipendente e al tempo stesso essere una sorella amorevole e una grande persona, è anche un’attivista, ma tutto ciò non la definisce. Sandy Powell (la costumista del film) ha insistito affinché portasse i pantaloni, come un elemento in più della sua personalità e sono d’accordo, Jane dice tutto con i vestiti, mixa dolcezza e fermezza.
Cosa ricorderai di questa esperienza?
Ricorderò sempre la mia amicizia con Ben (Wishaw), non lo avevo mai conosciuto e ci siamo trovati davvero, siamo molto vicini, abbiamo speso molto tempo a parlare e ridere sul set ed è nata una bellissima amicizia, poi Dick Van Dyke, assistere alla sua scena è stato qualcosa di incredibile, talmente tanto che Rob Marshall non voleva dare lo stop perché stava piangendo. Essere diretta da lui, da Rob, è stato speciale, è un regista adorabile e geniale, uno dei più grandi insieme a Woody Allen per me.
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