Partiamo immediatamente con l’affermare che il cinecomic di James Wan è il miglior prodotto della Warner/DC, forse anche migliore del Wonder Woman di Patty Jenkins. Tale risultato è stato ottenuto con la formula più semplice: una sceneggiatura solida nel raffigurare il viaggio dell’eroe e soprattutto idee chiare su come portare al cinema l’universo del supereroe. Come ha più volte dichiarato, James Wan invece di “costringere” trama e personaggi dentro una trama specificamente settata in un tempo e degli spazi definiti ha scelto di realizzare un fantasy epico, con ambientazioni fantastiche e disparate ma del tutto coerenti con la sua visione di cosa Aquaman e il suo mondo dovevano essere.
Il risultato è un film non soltanto spettacolare ma anche in possesso di quel senso di meraviglia che i cinecomic di oggi hanno un po’ perso. Un paragone probabilmente più adatto per esprimere ciò che Aquaman propone al pubblico è forse quello che ci riporta al primo Il Signore degli Anelli di Peter Jackson: mondi, luoghi, avventure che espandono l’immaginazione dello spettatore invece di confinarla a un evento o una storia. James Wan ha realizzato uno spettacolo per gli occhi ma soprattutto, cosa ancora più importante, per la fantasia. Il tutto poi basato su una trama avvincente, piena di ritmo, intrigante da seguire nei suoi sviluppi. E se il personaggio del protagonista Arthur Curry è ben delineato e credibile nella sua trasformazione da eroe recalcitrante a leader indiscusso, allo steso modo anche i personaggi di contorno sono perfettamente delineati. In particolar modo a rimanere impresso è l’antagonista il fratellastro/antagonista Orm, interpretato con carisma e solidità da Patrick Wilson. La forza narrativa di Aquaman è poi quella di essere nella sua anima più interna un dramma familiare, in cui il dolore della perdita e il senso di colpa sono sentimenti tangibili in molti dei personaggi messi in scena. Non è assolutamente complicato connettersi emotivamente con Arthur Curry e le altre psicologie attraverso un meccanismo empatico che non sempre funziona quando si tratta di cinecomic o comunque produzioni ad alto budget e altissimo tasso di spettacolarità.
Insomma, Aquaman funziona sotto molti punti di vista e su livelli diversi oltre quello del semplice intrattenimento. Il messaggio ambientale non è invasivo e di certo non guasta, ma ciò che conta più di tutto è che si tratta di un blockbuster con una mente e soprattutto un’anima. James Wan ha confermato la sua anima di “artigiano” capace di costruire dentro il genere mondi credibili, specifici, emozionanti. Questa sua capacità elevata dal livello della produzione ha fatto del suo film un qualcosa da abbracciare, di cui gioire. Speriamo abbia successo, lo merita in pieno.
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