THE DOC(MANHATTAN) IS IN – Casa Keaton

THE DOC(MANHATTAN) IS IN – Casa Keaton

Di DocManhattan

È il 1982 e la NBC, storica emittente USA e a lungo la più popolare del Paese, la prima a mandare in onda un presidente, una diretta e tanto altro, non se la passa molto bene. Serve qualcosa di nuovo, e arriverà molto presto, con serie come A-Team e Supercar. Ma serve anche qualcosa che sia per tutta la famiglia e strizzi l’occhio al nuovo e amatissimo presidente degli americani. E ok, ora sapete perché Alex P. Keaton, il personaggio interpretato da Michael J. Fox, in Casa Keaton (Family Ties) era un giovanotto innamorato di Ronald Reagan.

La storia è quella di una famiglia di ex hippie di Columbus, Ohio, Steven ed Elyse Keaton – la cui love story da figli dei fiori veniva raccontata nella sigla attraverso una serie di foto – alle prese con i loro tre figli (quattro a partire dalla quarta stagione). A creare la serie è Gary David Goldberg, un quasi quarantenne di Brooklyn che in seguito avrebbe lavorato con Michael J. Fox anche in Spin City. E dire che all’inizio, quel ragazzo bassino Goldberg proprio non ce lo vedeva nei panni di Alex.

Per la parte era stato scelto infatti Matthew Broderick. Quando quest’ultimo rifiutò, sotto al naso del produttore finì la cassetta del provino di Fox, apparso nei film Follia di Mezzanotte e Classe 1984. E non gli piacque per nulla, perché l’attore aveva deciso di impersonare in quel provino una versione molto tetra di Alex. Fu solo grazie all’intervento della direttrice del casting di Casa Keaton, Judith Weiner, che Goldberg si decise a dare a Fox una seconda chance. Michael J. Fox aveva superato quella prova, ora non gli restava che sconfiggere anche i perfidi cestini del pranzo del capoccia del network.

Dopo aver visto l’episodio pilota, Brandon Tartikoff, presidente della NBC e artefice della sua resurrezione in quegli anni, voleva licenziare Fox, perché lo show gli piaceva ma non se lo vedeva il volto di quell’attore “su un cestino per il pranzo”, il prodotto su licenza per antonomasia.

Fu lo stesso Fox, anni dopo, a raccontare l’aneddoto in un’intervista e a spiegare che quando Ritorno al Futuro divenne un successo globale, trascinando in alto gli ascolti di Casa Keaton fino a farne il secondo show più seguito dell’epoca, fece realizzare un cestino per il pranzo con la sua foto. Per regalarlo a Tartikoff, che lo tenne per ricordo sulla propria scrivania fino alla sua prematura scomparsa, nel ’97.

È invece una storia nota il fatto che Michael J. Fox, proprio a causa di Casa Keaton, Ritorno al Futuro non avrebbe neanche potuto girarlo. Era impegnato sul set della fiction, e la produzione aveva scelto Eric Stoltz come Marty McFly. Ma quando le cose con quest’ultimo non funzionarono, a riprese già in corso, fu chiesto a Fox se se la sentisse di girare la serie e il film contemporaneamente. È per questo che in Ritorno al Futuro ci sono così tante scene in esterno in notturna: lo hanno girato quasi tutto dopo le 18. Fox ha dormito tre ore a notte per quasi quattro mesi.

Ma tornando a Casa Keaton. Lo show era stato pensato per far felici i reaganiani, ma piaceva comunque a tutti, negli USA. Tanto che nel suo momento di massimo successo, un televisore su tre negli States era sintonizzato sulle storie di Alex e delle sorelle Mallory e Jennifer. In questa intervista, Fox spiega che in quanto canadese non gli importava granché della politica americana e che se i repubblicani consideravano Alex una sorta di poster boy del loro partito, gli spettatori più liberal scrivevano per complimentarsi con la produzione, perché vedevano quel personaggio come un ottimo modo per prendere in giro i conservatori. Contenti loro, contenti tutti, appunto.

Arrivati al 1989, dopo sette stagioni e la bellezza di 155 episodi, nei quali avevano fatto capolino giovani promesse di Hollywood come Tom Hanks, Geena Davis, River Phoenix e Courteney Cox, Goldberg e Fox decisero di tirar giù la saracinesca. La serie non raggiungeva più i rating mostruosi di due anni prima, ma andava ancora benone. Semplicemente, entrambi volevano dedicarsi ad altro. E così Alex se ne andò a New York per trovarsi un lavoro.

Dieci anni più tardi, le ultime puntate di Spin City – altra serie di Gary David Goldberg – girate nel 2000 da Michael J. Fox, prima di lasciare lo show per la sua battaglia con il Parkinson, erano piene di citazioni di Casa Keaton. Apparivano in episodi diversi entrambi i genitori di Alex, Meredith Baxter (che faceva la madre di Fox pure qui) e Michael Gross. Si menzionava una certa Mallory e soprattutto un giovane senatore chiamato “Alex P. Keaton”. Ecco che lavoro era andato a fare davvero a New York.

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